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mercoledì 30 novembre 2011

ANDRIA: GLI IPERMERCATI FANNO MALE “AL MERCATO”, SPECIE A QUELLO DEL LUNEDI’ ASSOCIAZIONI TUTTE CONTRARIE ALLE APERTURE DOMENICALI “IN ECCESSO”


Se non si rischiasse di essere travisati potremmo dire: “gli ipermercati fanno male al mercato”, specie a quello del lunedì ma la realtà è questa.

Ogni lunedì successivo a quello in cui è stata concessa l’apertura domenicale agli ipermercati, si ripete l’umiliazione per gli ambulanti del mercato settimanale di vedere i loro incassi ridursi ancor di più e non è caso raro quello in cui le entrate totali giornaliere non arrivano a superare i venti, trenta euro. Un’umiliazione unica ed indescrivibile. Se poi pensiamo che questa situazione drammatica si presenta in un mercato, quello di Andria, che oggi è nel centro urbano allora bisognerebbe riflettere su tante altre questioni che riguardano il futuro di quello che fino a quindici anni fa, insieme al mercato generale ortofrutticolo, anch’esso in condizioni di degrado soprattutto dal punto di vista igienico-sanitario con addirittura al suo interno la presenza di animali a dir poco “sgradevoli”, era il vanto della nostra città.

E’ vero, non è solo a causa di questa motivazione che il mercato di Andria “soffre” ma anche questo influisce e non poco così come questa non è solo una situazione relativa al comune di Andria laddove comunque, grazie soprattutto all’opera instancabile di qualcuno, rigettando anche moltissime “pressioni” provenienti da più parti, anche da parte di chi poche volte ha onorato il governo di questa città, lasciandoci le eredità che tutti conosciamo, sperando sempre ed ancora che qualcosa possa “cambiare”, ma riguarda anche altre realtà territoriali.

Questa situazione di sofferenza dei mercati, infatti, è anche fortemente riscontrabile in altri comuni come quello di Barletta o della stessa Molfetta laddove, però, si assiste spesso ad una mano larghissima nella concessione delle aperture domenicali e festive, spesso concesse in maniera poco conforme al dettato normativo vigente o addirittura trasgredendolo apertamente, in una sospetta indifferenza generalizzata. In questo caso basta analizzare una certa compagine per rendersi conto che la strategia della discriminazione e della esclusione porta a certi risultati, quindi lasciamo le considerazioni alle coscienze di ciascuno, soprattutto dei singoli “attori” responsabili della denigrazione del preciso mandato di rappresentanza ricevuto dalla base, se una base ce l’hanno.

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