Per poter gestire un gruppo è importante prima di tutto lavorare sulle proprie risorse, su quello che si è riusciti a fare, sul come si è riusciti, con quali qualità/caratteristiche.
“La goffagine del bambino che cerca di stare in piedi, coi piedi incrociati e così via, è simile alla goffaggine di noi tutti quando cerchiamo d’imparare qualcosa di nuovo.
Con la descrizione dei plausibili tentativi del bambino nel suo apprendere a stare in piedi e a camminare, Erickson favorisce la regressione dell’ascoltatore a livello infantile.
…ricorda inoltre al paziente che impare è o è stato difficile, ma che imparerà, se persiste…
Voi non sapete come avete imparato a stare in piedi, ma possedete quell’informazione.
Questo era uno dei più importanti principi di Erickson: la fiducia che la persona possa trovare , nella propria storia naturale, le risorse per superare il problema per il quale sta cercando aiuto. In questo racconto, egli ricorda alle persone che esse possiedono delle risorse delle quali non si rendono conto.”(1)
E’ auspicabile aver voglia di diventare sempre più bravi, attaverso l’aggiornamento e la disponibilità al cambiamento.
Bisognerebbe cercare di lavorare senza troppe presunzini, ma avvalendosi di altri più esperti.
E’ importante lavorare attraverso un’attenta osservazione di se stessi e degli altri, ascoltando le proprie sensazioni.
E’ opportuno cercare di vedere/trovare nelgi altri punti di forza da enfatizzare, trovare le motivazioni intrinseche nello svolgere il proprio loavoro e cercare di contribuire a fare in modo che il proprio gruppo accrescano le proprie motivazioni intrinseche.
E’ indispensabile cercare di costituire un gruppo di lavoro, un team che abbia un obiettivo condiviso e raggiungibile ed ogni componente del gruppo faccia la propria parte in base alle proprie possibilità.
Importante è la comunicazione, si può essere chiari, comunque parlare con il gruppo e con i singoli componenti, dare spiegazioni, essere disponibili ad ascoltare loro domande, esigenze, richieste di spiegazioni.
Sarebbe buona cosa illustrare le modalità di lavoro, il proprio approccio, raccontare di sé stessi, essere presenti sia quando il gruppo o i singoli componenti ottengono risultati che nei momenti di crisi.
Ogni tanto è utile per se stessi e per il gruppo fare il punto della situazione, è importante spiegarsi come ci si è sentiti, come ci si sente ora, come ci si vorrebbe sentire e così per il gruppo, raccontarsi come è stato all’inizio, durante il percorso e dove si sta andando.
Bisogna mettere in conto eventuali imprevisti, difficoltà ma considerare le altre volte che si sono verificati e come si è riusciti a superarli.
In conclusione, riepilogando, è importante parlare, ascoltare, osservare, anche non fare/meditare ascoltando le proprie sensazioni interne, e per ultimo è importante dare importanza non solo agli obiettivi ma anche al processo, a quello che si sta facendo nel “qui e ora” per raggiungerli.
Dott. Matteo SIMONE
Psicologo clinico e dello sport, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
“La goffagine del bambino che cerca di stare in piedi, coi piedi incrociati e così via, è simile alla goffaggine di noi tutti quando cerchiamo d’imparare qualcosa di nuovo.
Con la descrizione dei plausibili tentativi del bambino nel suo apprendere a stare in piedi e a camminare, Erickson favorisce la regressione dell’ascoltatore a livello infantile.
…ricorda inoltre al paziente che impare è o è stato difficile, ma che imparerà, se persiste…
Voi non sapete come avete imparato a stare in piedi, ma possedete quell’informazione.
Questo era uno dei più importanti principi di Erickson: la fiducia che la persona possa trovare , nella propria storia naturale, le risorse per superare il problema per il quale sta cercando aiuto. In questo racconto, egli ricorda alle persone che esse possiedono delle risorse delle quali non si rendono conto.”(1)
E’ auspicabile aver voglia di diventare sempre più bravi, attaverso l’aggiornamento e la disponibilità al cambiamento.
Bisognerebbe cercare di lavorare senza troppe presunzini, ma avvalendosi di altri più esperti.
E’ importante lavorare attraverso un’attenta osservazione di se stessi e degli altri, ascoltando le proprie sensazioni.
E’ opportuno cercare di vedere/trovare nelgi altri punti di forza da enfatizzare, trovare le motivazioni intrinseche nello svolgere il proprio loavoro e cercare di contribuire a fare in modo che il proprio gruppo accrescano le proprie motivazioni intrinseche.
E’ indispensabile cercare di costituire un gruppo di lavoro, un team che abbia un obiettivo condiviso e raggiungibile ed ogni componente del gruppo faccia la propria parte in base alle proprie possibilità.
Importante è la comunicazione, si può essere chiari, comunque parlare con il gruppo e con i singoli componenti, dare spiegazioni, essere disponibili ad ascoltare loro domande, esigenze, richieste di spiegazioni.
Sarebbe buona cosa illustrare le modalità di lavoro, il proprio approccio, raccontare di sé stessi, essere presenti sia quando il gruppo o i singoli componenti ottengono risultati che nei momenti di crisi.
Ogni tanto è utile per se stessi e per il gruppo fare il punto della situazione, è importante spiegarsi come ci si è sentiti, come ci si sente ora, come ci si vorrebbe sentire e così per il gruppo, raccontarsi come è stato all’inizio, durante il percorso e dove si sta andando.
Bisogna mettere in conto eventuali imprevisti, difficoltà ma considerare le altre volte che si sono verificati e come si è riusciti a superarli.
In conclusione, riepilogando, è importante parlare, ascoltare, osservare, anche non fare/meditare ascoltando le proprie sensazioni interne, e per ultimo è importante dare importanza non solo agli obiettivi ma anche al processo, a quello che si sta facendo nel “qui e ora” per raggiungerli.
Dott. Matteo SIMONE
Psicologo clinico e dello sport, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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