Anche i “saldi
anticipati” non funzionano piu’. la gente ha altri problemi cui pensare e
l’economia soccombe, soprattutto nella sesta provincia, ancora priva di un’idea
di sviluppo economico e sociale integrato.
La prossima
estate? un altro spezzatino senza frutti.
La cultura
dell’accoglienza rimane un’eterna illusione
Saldi Estivi 2012, si parte sabato 7 luglio anche
nell’intera Provincia di Barletta-Andria-Trani, secondo quanto previsto dalla Deliberazione
della Giunta Regionale n. 2492 del 15 novembre 2011; confermato il termine del
periodo fissato al 15 settembre. Siamo certi che quest’anno neanche i media
daranno tanto spazio a quello che non è più un evento e che è addirittura
diventato anacronistico poiché è l’unica fattispecie che non è stata
“intaccata” dalle liberalizzazioni che hanno investito molti settori e
comparti, anche economici. Anche un altro evento che da sempre ha accompagnato il
periodo dei saldi, cioè l’anticipazione “di fatto” degli sconti mediante il
contatto diretto con la clientela, con l’utilizzo dei più fantasiosi
stratagemmi, sembra non funzionare più e così è a rischio anche la fidelizzazione
della clientela la quale, pur di trovare “l’occasione giusta”, sta
“abbandonando” il fornitore abituale, anche se questa situazione non è
generalizzabile in quanto abbiamo riscontrato casi, meno numerosi,
completamente opposti laddove, anche a costo di ridurre quantitativamente gli
approvvigionamenti, si rimane fedeli al proprio venditore abituale.
Non solo un’evidente diminuita capacità di spesa ma anche
una fortissima incertezza e un condizionamento psicologico che incide per oltre
il 65% sulle intenzioni di spesa dei consumatori e questo è il dato più
allarmante perché “frena” anche chi ha ancora capacità di spendere ma non lo fa
come vorrebbe proprio causa delle continue e quotidiane incertezze profuse
continuamente da parte degli organi di informazione e dei rappresentanti
politici ed amministrativi.
In relazione all’andamento generale dell’economia e delle
aspettative nella Sesta Provincia, il nostro sondaggio è chiaro ed
inequivocabile: nessuna idea di sviluppo economico e sociale integrato con la conseguenza
che l’imminente stagione estiva sarà, anche quest’anno, caratterizzata da uno
spezzatino senza frutti che darà al visitatore ed ai pochissimi turisti attesi
per la stagione, un’idea di un sistema territoriale e culturale molto
frastagliato e senza alcuna guida in grado di coordinare quelle che, invece,
potrebbero essere importanti occasioni di sviluppo in grado di coinvolgere
tutte le realtà presenti su un’area, come la nostra, caratterizzata da immense
risorse di ogni genere e in grado di soddisfare un’elevatissima varietà di
esigenze.
In realtà è sconcertante verificare il pressapochismo delle
singole Amministrazioni Comunali o peggio ancora dei singoli assessori o
dirigenti, di volta in volta nominati e avvicendati alla velocità della luce i
quali esprimono, appena ottenuta la nomina, non la volontà e la capacità di
intraprendere o di proseguire e perseguire un’idea programmatica di sviluppo ma
opinioni del tutto personali e assolutamente fuori da ogni contesto. Le “nomine”
recentissime in alcuni comuni della Provincia stanno dimostrando quanto
reiterato sia questo comportamento e quanto lesivo possa essere rispetto anche
alle molteplici energie positive che pure esistono ma che vengono fortemente
disincentivate e disorientate proprio da comportamenti come quelli adottati da
chi dovrebbe assurgere a importanti ruoli di responsabilità, di programmazione
e di progettualità, seppur temporanei.
Continuare a pensare che i turisti e l’utenza possano gradire
“ciò che noi vogliamo offrire loro” è un atteggiamento presuntuoso che mostra quei
tanti limiti che hanno bloccato completamente il progresso e lo sviluppo del
nostro territorio, sotto molti punti di vista, così come pensare che i centri
storici e i centri urbani possano essere riqualificati e rilanciati mediante
l’esclusivo rilancio di nuove forme di “baccano di strada”, come sta accadendo
ad Andria e a Barletta piuttosto che con una liberalizzazione selvaggia senza
regole e senza protocolli comportamentali significa la distruzione della
qualità delle nostre bellezze architettoniche e naturalistiche. La situazione
di degrado di Castel del Monte, in tal senso, è emblematica.
Cultura dell’ospitalità intesa anche e soprattutto come
offerta di servizi efficienti, di una viabilità ordinata, di un ambiente pulito
e privo delle inefficienze legate alla raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Queste sono condizioni imprescindibili se vogliamo puntare al turismo di
qualità e se vogliamo soddisfare le esigenze e le richieste degli ospiti,
soprattutto stranieri, i quali chiedono esattamente il contrario di ciò che noi
ci ostiniamo ad offrire loro che, invece, preferiscono e chiedono luoghi
attrezzati in prossimità dei monumenti,
aree campeggio e aree attrezzate in ambito urbano da utilizzarsi come
luoghi di scambio per depositare automezzi e attrezzature e proseguire la
perlustrazione del territorio con mezzi alternativi, soprattutto biciclette.
Urge, quindi, una seria politica di sviluppo organico e privilegiato della viabilità
alternativa, che di fatto non esiste così come sono fortemente richieste
politiche legate alla sicurezza non intesa come la installazione di diecimila
telecamere che non servono allo scopo ma un senso di sicurezza che sia
soprattutto il risultato di politiche di educazione civica in grado di sopprimere
comportamenti di diffusa diseducazione e di inciviltà oltremodo tollerata.
Discorso a parte e molto approfondito andrebbe fatto per
quanto riguarda l’inefficienza o l’assoluta inesistenza di una rete di
comunicazione e di intervento tra le città, immaginando anche un sistema di
collegamenti incentivante come la creazione di una metropolitana leggera di
superficie in grado almeno di collegare le città cocapoluogo evitando l’abuso
di autovetture private e favorendo gli scambi tra le città in tempi ragionevoli
e nel massimo comfort.
Ci asteniamo dall’ulteriore analisi relativa alle singole
realtà territoriali, tutte “degne” di attenzione, anche per evitare di essere
tacciati di “sfascismo” ma le assurdità, in verità, rimangono tali e tante che
elencarle è anche demoralizzante e pensare alla sola situazione di strozzamento
creato dai passaggi a livello ad Andria e a Barletta fa ben comprendere di
costa stiamo parlando.
Sono cose, queste, note a tutti ma oltre ad un problema di
scarsissima qualità degli interlocutori esiste anche un problema di
comunicabilità, quindi ognuno abbracci la propria croce o sia in grado di
cambiare qualcosa, se sarà consentito.
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