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News dalle Città della BAT

martedì 26 giugno 2012

MARGHERITA DI SAVOIA : La vicenda delle videoriprese del Consiglio Comunale sta assumendo i contorni di una interminabile soap-opera sudamericana.


Riassunto delle puntate precedenti:
-          21 gennaio 2011: l’opposizione (FLI e “Noi salinari”) presenta un’istanza con cui chiede di dotare l’aula consiliare di telecamere al fine di riprendere i consigli comunali e mandarli in streaming sul sito ufficiale del Comune.

-          La nostra associazione, preso atto della coltre di silenzio calata, nel corso inesorabile dei mesi successivi, su questa richiesta, prova ad aggirare gli ostacoli politico-burocratico-amministrativi (agendo in assoluta autonomia ed in modo disgiunto rispetto all’istanza su citata) che per quasi un anno hanno impedito ogni progresso in questa direzione di trasparenza,  attendendosi al regolamento comunale che  all’art. 65 punto 1, recita che è facoltà del Presidente del Consiglio autorizzare le riprese audio-visive;  pertanto avvia sul finire dell’estate una raccolta firme che vengono consegnate l’11 dicembre 2011 a supporto di una richiesta di video-riprendere i consigli comunali e pubblicarli in Rete ad opera di liberi cittadini.

-          2 febbraio 2012: presso la sede locale della nostra associazione, un messo comunale recapita un plico contenente tutti i fogli originali della petizione con firme olografe dei cittadini, più tre copie di una missiva recante come oggetto: Richiesta videoriprese del Consiglio Comunale.  Nel testo si legge: “In riferimento alla nota di cui all’oggetto, ns. prot. 19621 del 13/12/2011, si autorizza la ripresa a condizione che siano indicati entro 24 ore prima della seduta del Consiglio Comunale, i nominativi delle due persone che effettueranno le relative riprese”.  La firma non autografata, in calce, è del Presidente del Consiglio, avv. Nunziante Giacomantonio a cui avevamo rivolto la richiesta con la petizione. Nei giorni successivi scopriamo che il recapito di tale messaggio è stato un mero errore  e apprendiamo dal Presidente del Consiglio la disponibilità a concedere videoriprese purché disciplinate da un Regolamento. Nei fatti (oltre cioè le dichiarazioni verbali ed ufficiose) una risposta ufficiale e formale non è stata ancora data.

-          A questo punto seguono più di tre mesi in cui la Commissione Statuti e Regolamenti (così composta: Presidente Ronzulli,  consiglieri Borreggine, Dipaola, Pestillo, Penza e Di Benedetto, Responsabile del settore urbanistico Arch.Troso, responsabile della Polizia Municipale Magg.Devincenziis, Responsabile della Manutenzione Rag.Martire Rosario) tenta di riunirsi, in verità con scarso successo (numerose sedute contano assenze che ne impediscono il regolare svolgimento), sinché, e siamo ai giorni nostri, dopo tanto tribolare, si giunge a partorire una bozza di regolamento per le videoriprese che verrà sottoposta all’approvazione del prossimo Consiglio Comunale.
Cosa dice, sostanzialmente, questa bozza degna di una gestazione plurigemellare? Dice che Il Comune avrà le sue telecamere per registrare il Consiglio Comunale e entro le 24 ore dovrà inserire sul sito istituzionale le riprese dello stesso. Dice inoltre che, per diritto di cronaca, saranno concesse registrazioni, dietro opportuna richiesta, di quindici minuti alla stampa e alle TV. Ma, fondamentalmente, non tiene esplcitamente in conto la possibilità che liberi cittadini (come dai noi richiesto con la petizione di oltre 400 firmatari in supporto), possano effettuare videoriprese dopo apposita richiesta fatta al Presidente del Consiglio. L'idea sarebbe quella che i cittadini possano guardarsi il Consiglio Comunale sul sito istituzionale del Comune.
Bene, perfetto. Ma non si capisce perché una cosa debba potenzialmente escludere l’altra. Numerosi comuni in Italia (chiunque può trovarne conferma dedicandosi ad una piccola ricerca su Google) sono dotati di regolamenti chiarissimi che concedono entrambe le cose: videoriprese formali realizzate dal Comune e rese disponibili sul suo sito ufficiale, ma anche libere videoriprese di cittadini qualora ne facciano richiesta.
Perché questo “doppio canale” non è apertamente assicurato nella bozza? La questione è: evitare di cassare la possibilità che liberi cittadini possano videoriprendere, cioè cassare ogni possibilità che, qualora, per un motivo od un altro (tecnico o decisionale da parte dell’Amministrazione) le telecamere del Comune non “si accendano”, nessun altro possa audiovisivamente documentare l’assemblea.
Inoltre, senza nessuno che faccia richiesta, è ovvio che non ci sia obbligo, da parte di chi amministra, di motivare il perché (magari anche sensato ed opportuno, ma comunque non burocraticamente chiarito) le telecamere del Comune possano, in taluni casi, restare spente.
Fintanto che non v’è certezza che le videoriprese siano, oltre che formalmente ed istituzionalmente approvate, anche tecnicamente realizzate, perché non lasciarle alla buona volontà di alcuni cittadini (a costo zero per le casse comunali)? Davvero risulta arduo decifrare il motivo di tutto questo catenaccio.
Alcune osservazioni conclusive su questa questione che è diventata contorta come la decifrazione di un codice criptico giunto dallo spazio sidereo ed inviatoci da civiltà extra-terrestri, ma nel contempo piuttosto emblematica di un discorso più a vasto spettro:
-          Se il prossimo Consiglio Comunale approverà la bozza del regolamento così com’è, si creerà anche un bisticcio formale con l’art.65, punto 1 dello Statuto Comunale, ergo occorrerà metter mano anche allo Statuto, modificandolo e restringendo la norma in questione (autorizzazione, dietro richiesta, da parte del Presidente del Consiglio alle videoriprese concessa  per diritto di cronaca giornalistico e per 15 minuti massimo, non più genericamente concessa e senza specificazioni di tempo). Tanto più che nella bozza l’autorizzazione verrebbe concessa dopo aver sentito anche il parere dei capigruppo.

-          Si instaurerà un simpatico paradosso: mentre si installeranno quattordici telecamere per la videosorveglianza del paese, non si riuscirà a lasciar liberi dei cittadini di riprendere le sedute del Consiglio Comunale.

-          Come dimostra il documento erroneamente pervenutoci il 2 febbraio scorso, come spiegato sopra, un’iniziale volontà di concedere nitidamente le videoriprese ai liberi cittadini doveva esserci. Perché è successivamente scomparsa?


-          Lo scorso 30 aprile 2011 membri della nostra associazione sono stati all’ultimo (in senso cronologico) Consiglio dell’Unione dei Comuni tenutosi a Trinitapoli. è stato sufficiente presentare pochi minuti prima dell’inizio dei lavori, una richiesta al Presidente del Consiglio dell’Unione, Donato Piccinino, per poter videoriprendere integralmente l’assise, dietro approvazione dei consiglieri presenti. Praticamente se lo rapportiamo al percorso che la richiesta per l’autorizzazione a videoriprendere sta compiendo a Margherita, è come paragonare Flash Gordon ad una tartaruga zoppa.

-          Non è molto, quantomeno, elegante chiamare in causa la volontà popolare a piacimento: solo un paio di settimane fa è stata indetta un’assemblea popolare per parlare di Unione dei Comuni, da parte dell’Amministrazione. Come è possibile che per parlare di un tema simile, oggettivamente complesso e per il quale occorrerebbe documentazione e approfondimento, si lasci, almeno formalmente, libertà di espressione ai cittadini e poi, dinanzi ad una petizione di oltre 400 persone, si mantengano atteggiamenti scostanti?
La posizione che possiamo tenere in questo frangente è quella più tenace possibile: chiediamo ufficialmente che in occasione del Consiglio Comunale in cui si approverà il regolamento sulle videoriprese, si emendi la bozza in modo da concedere anche a liberi cittadini di poter videoriprendere integralmente il consiglio medesimo. Invitiamo tutti i consiglieri (anche di minoranza) ed assessori ad avanzare questa richiesta in quella sede o, quantomeno, a motivare il perché del loro diniego. In questo senso, abbiamo contattato membri della Commissione Statuti e Regolamenti affinché esprimessero pubblicamente e chiaramente qual è la loro posizione sul tema. Le loro posizioni sono, come dimostrano i video dei nostri incontri che è possibile vedere sul canale Youtube della nostra associazione, tutte favorevoli (con i dovuti distinguo e ognuno con le proprie precisazioni) alle videoriprese dei Consigli Comunali da parte dei cittadini, perciò ci attendiamo che tali posizioni siano mantenute quando la bozza del regolamento delle videoriprese sarà soggetta a discussione consiliare. Infine, nel rispetto e  nei termini della libertà di espressione, continueremo a portare avanti le ragioni di tutte quelle persone che concordano nel ritenere le videoriprese dei consigli comunali ad opera di liberi cittadini, uno straordinario strumento di garanzia per la trasparenza, in grado di andare oltre i soliti comunicati autoreferenziali che siamo abituati a sciropparci.

 ARTEMIA SALINA

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