Sarà un ordine del giorno del consiglio regionale,
nella seduta convocata per domani, a mettere la parola fine sulla
vicenda del riordino delle Province pugliesi, uscite stremate e divise
dal negoziato condotto sinora per trovare la quadra sulla riforma
imposta dal governo. Al consiglio, in realtà, la giunta - chiamata a
deliberare sul caso - non ha ancora inviato una vera e propria norma, ma
solo le indicazioni fornite dall’assessore al Federalismo Marida
Dentamar o, che ha coordinato i difficili negoziati. Già oggi, dunque,
la settima commissione - che si riunirà sul tema - tenterà di trovare
una quadra d’intesa col governo regionale in modo da inviare all’Au l a
una proposta su cui costruire l’atto di indirizzo. Atto che, ricordiamo,
entro il 24 ottobre deve essere inviato al governo nazionale, ultimo
titolare della riforma.
L’idea di massima, da formalizzare nell’ordine del giorno, prevede l’annessione della Bat (destinata a sparire) alla Provincia di Foggia, mentre per Brindisi e Taranto (anche queste Province sono destinate all’estinzione) si dovrà discutere se fonderle in un unico ente di secondo livello oppure annetterle alla Provincia di Lecce, di fatto dando la stura al progetto del Grande Salento caldeggiato da più parti. Il tutto, ferma restando l’autonomia dei Comuni sulla scelta della Provincia cui appartenere. Non approderà in Aula, invece, la proposta di legge del Pd sul conflitto d’interesse, ancora in discussione in settima commissione (che sinora, causa impedimenti dell’assessore, ha potuto esaminare il testo solo sino all’art. 2).
I commissari, coordinati dal presidente Giannicola De Leonardis (Udc), dovranno lavorarci su e toccherà al capogruppo Pd Antonio Decaro e al segretario Sergio Blasi tentare di assorbire il merito di un’altra proposta di legge sul tema, sempre del Pd ma a firma del consigliere Gerardo Deg ennaro. Il tema, in tempi di inchieste in corso sulle Regioni, è particolarmente sentito ma lo è anche la mannaia sui costi della politica imposta dal governo Monti. Mercoledì si terrà la riunione del gruppo tecnico dei consigli regionali e delle giunte che dovrà formalizzare entro il 30 ottobre una contro-proposta dei tagli, da consegnare al governo a fine novembre. Al vertice parteciperà il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna, che da martedì sera sarà a Roma per studiare le regole sinora adottate (e molto diverse tra loro) dalle diverse assise regionali italiane e trovare parametri «omogenei e trasparenti».
Diversi i nodi da sciogliere: innanzitutto il taglio alle indennità (che le Regioni intendono parametrare a quelle dei parlamentari e non, come ipotizzato dal governo, a quelle più basse applicate in Abruzzo).
Quindi, l’abolizione dei vitalizi: introdurla a legislatura in corso significa aprire il recinto ad una valanga di ricorsi da parte di attuali ed ex consiglieri che, avendo versato le trattenute previdenziali, hanno maturato diritti acquisiti. L’idea, dunque, è di seguire quanto già adottato in Puglia, ovvero il passaggio al contributivo ma dalla prossima legislatura. Sul tavolo, però, c’è anche l’ipotesi di riforma del Titolo V della Costituzione, caldeggiata dal governo. «Averne proposto una radicale modifica adesso da parte del Governo- Monti, quando non ci sono più i tempi tecnici per condurla in porto per l’imminente scadenza della legislatura, acquista lo sgradevole sapore di una sorta di schiaffo fine a se stesso nei confronti delle autonomie regionali - attacca Andrea Caroppo (Ppdt) - quasi a volerne proclamare il fallimento ad uso e consumo dell’immagine del Governo stesso. Sono temi complessi, che richiedono una verifica attenta e che non possono essere risolti a botta di decreti, sia pur sull’onda di deplorevolissimi scandali».
di BEPI MARTELLOTTA
Fonte : Gazzetta del mezzogiorno
L’idea di massima, da formalizzare nell’ordine del giorno, prevede l’annessione della Bat (destinata a sparire) alla Provincia di Foggia, mentre per Brindisi e Taranto (anche queste Province sono destinate all’estinzione) si dovrà discutere se fonderle in un unico ente di secondo livello oppure annetterle alla Provincia di Lecce, di fatto dando la stura al progetto del Grande Salento caldeggiato da più parti. Il tutto, ferma restando l’autonomia dei Comuni sulla scelta della Provincia cui appartenere. Non approderà in Aula, invece, la proposta di legge del Pd sul conflitto d’interesse, ancora in discussione in settima commissione (che sinora, causa impedimenti dell’assessore, ha potuto esaminare il testo solo sino all’art. 2).
I commissari, coordinati dal presidente Giannicola De Leonardis (Udc), dovranno lavorarci su e toccherà al capogruppo Pd Antonio Decaro e al segretario Sergio Blasi tentare di assorbire il merito di un’altra proposta di legge sul tema, sempre del Pd ma a firma del consigliere Gerardo Deg ennaro. Il tema, in tempi di inchieste in corso sulle Regioni, è particolarmente sentito ma lo è anche la mannaia sui costi della politica imposta dal governo Monti. Mercoledì si terrà la riunione del gruppo tecnico dei consigli regionali e delle giunte che dovrà formalizzare entro il 30 ottobre una contro-proposta dei tagli, da consegnare al governo a fine novembre. Al vertice parteciperà il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna, che da martedì sera sarà a Roma per studiare le regole sinora adottate (e molto diverse tra loro) dalle diverse assise regionali italiane e trovare parametri «omogenei e trasparenti».
Diversi i nodi da sciogliere: innanzitutto il taglio alle indennità (che le Regioni intendono parametrare a quelle dei parlamentari e non, come ipotizzato dal governo, a quelle più basse applicate in Abruzzo).
Quindi, l’abolizione dei vitalizi: introdurla a legislatura in corso significa aprire il recinto ad una valanga di ricorsi da parte di attuali ed ex consiglieri che, avendo versato le trattenute previdenziali, hanno maturato diritti acquisiti. L’idea, dunque, è di seguire quanto già adottato in Puglia, ovvero il passaggio al contributivo ma dalla prossima legislatura. Sul tavolo, però, c’è anche l’ipotesi di riforma del Titolo V della Costituzione, caldeggiata dal governo. «Averne proposto una radicale modifica adesso da parte del Governo- Monti, quando non ci sono più i tempi tecnici per condurla in porto per l’imminente scadenza della legislatura, acquista lo sgradevole sapore di una sorta di schiaffo fine a se stesso nei confronti delle autonomie regionali - attacca Andrea Caroppo (Ppdt) - quasi a volerne proclamare il fallimento ad uso e consumo dell’immagine del Governo stesso. Sono temi complessi, che richiedono una verifica attenta e che non possono essere risolti a botta di decreti, sia pur sull’onda di deplorevolissimi scandali».
di BEPI MARTELLOTTA
Fonte : Gazzetta del mezzogiorno
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