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sabato 13 luglio 2013

ANDRIA : VIA FIRENZE , DA FIORE ALL’OCCHIELLO A VESPASIANO PER CANI E LORO ACCOMPAGNATORI.

QUALE PREMIO DIAMO?


La città delle favole e delle premiazioni a go go si rivela per quello che è e il peggior esempio di ciò lo troviamo in quella che avrebbe dovuto essere la strada per eccellenza della modernità e dello shopping cittadino, via Firenze. Avrebbe dovuto essere l’esatta riproduzione di via Montenapoleone a Milano o via Condotti a Roma, per citarne alcune, invece è diventata la latrina pubblica per cani e loro accompagnatori.
Ma come nasce via Firenze ad Andria?
Alla fine degli anni ’60 via Firenze non era altro che l’estrema arteria viaria della città dove l’attraversamento ferroviario ne sanciva il limite periferico con la stazione e annesso vespasiano pubblico.
Da quell’epoca in poi si può dire che proprio via Firenze divenne la prima area sottoposta a riqualificazione urbana con lo scopo preciso che diventasse il salotto della città con la vocazione commerciale che in realtà per molti anni, in passato, ha caratterizzato tale via.
Questa vocazione ha fatto si che nel corso degli anni via Firenze, in verità, è stata punto di riferimento urbanistico della città con molti palazzi prestigiosi e un considerevole numero di esercizi commerciali.
L’ultimo baluardo cadde nel 1988 quando uno dei simboli del lavoro e della produttività andriese, il mulino e semolificio della blasonata Famiglia Pellegrino venne demolito per far spazio al complesso residenziale che tutti conosciamo.
Oggi chi attraversa quella che era una via prestigiosa cosa vede?
Una vocazione commerciale morta e seppellita da tempo con negozi chiusi o trasferitisi altrove; i portici che erano la vera novità urbanistica della città di Andria trasformati in veri e propri vespasiani pubblici con emissioni di adori acri e pungenti sgradevoli e nauseabondi; lo spartitraffico che avrebbe dovuto essere un tratto di verde pubblico diventato deposito di escrementi di cani in quantità industriali; traffico veicolare con continue emissioni di gas inquinanti e agenti mortali per l’intera giornata e residenti talmente disorientati che non hanno neanche più la forza o il coraggio di denunciare e ribellarsi a questa zozzeria urbana.
Quella di via Firenze è una delle tante realtà pubbliche nascoste e ben celate mentre l’altra faccia di Andria è quella dei premi, delle cerimonie, delle moine e dei nuovi salotti urbani.
Se Corso Cavour, viale Crispi e via R. Margherita hanno scoperto la loro vocazione salottiera, la cara e storica via Firenze sta morendo definitivamente a causa dell’incuria e della scientifica volontà di lasciarla essere una latrina pubblica.
Nonostante ciò bisogna dire che un ultimo alito di vita quella strada ce l’ha ancora e sono tanti i passanti compresi molti bambini che la frequentano anche perché su quella via esiste ancora una scuola d’infanzia così come tanti la frequentano perchè vi sono molte banche e un prestigioso Hotel che ospita dei turisti.
Allora ci chiediamo: chi tutela la salute pubblica in quei luoghi? Ma ad Andria la Asl funziona o no? Si interessa anche della salubrità dei luoghi pubblici o pensa solo a curare quando la malattia, le allergie, le infezioni sono in stato avanzato?
E quello che si suole definire politicamente decoro urbano che fine ha fatto? Dove è andato a trascorrere le ferie?
Perché in questa strana, contraddittoria e anomala città le regole valgono a giorni alterni? Perché quello che vale per una strada, un viale, un’area pubblica o un luogo qualsiasi non vale per altri?
Ci fermiamo qui con un solo modesto consiglio: qualcuno si rechi in quel luogo e cominci a respirare quell’aria putrida oppure personaggi tanto impegnati socialmente come l’On. Brambilla vengano a vedere come trattiamo bene i nostri animali al punto da lasciare loro la disponibilità di escrementare anche nei salotti buoni della città senza che nessuno li disturbi, in tutta tranquillità.
Ci manca poco che porgiamo loro anche la carta igienica, quella che non danno i loro padroni perchè di certo non si tratta solo di cani randagi.


                                                                                                       L’Associazione

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