QUALE PREMIO DIAMO?
La città delle favole e
delle premiazioni a go go si rivela per quello che è e il peggior esempio di
ciò lo troviamo in quella che avrebbe dovuto essere la strada per eccellenza
della modernità e dello shopping cittadino, via Firenze. Avrebbe dovuto essere
l’esatta riproduzione di via Montenapoleone a Milano o via Condotti a Roma, per
citarne alcune, invece è diventata la latrina pubblica per cani e loro
accompagnatori.
Ma come nasce via Firenze ad
Andria?
Alla fine degli anni ’60 via
Firenze non era altro che l’estrema arteria viaria della città dove
l’attraversamento ferroviario ne sanciva il limite periferico con la stazione e
annesso vespasiano pubblico.
Da quell’epoca in poi si può
dire che proprio via Firenze divenne la prima area sottoposta a
riqualificazione urbana con lo scopo preciso che diventasse il salotto della
città con la vocazione commerciale che in realtà per molti anni, in passato, ha
caratterizzato tale via.
Questa vocazione ha fatto si
che nel corso degli anni via Firenze, in verità, è stata punto di riferimento
urbanistico della città con molti palazzi prestigiosi e un considerevole numero
di esercizi commerciali.
L’ultimo baluardo cadde nel
1988 quando uno dei simboli del lavoro e della produttività andriese, il mulino
e semolificio della blasonata Famiglia Pellegrino venne demolito per far spazio
al complesso residenziale che tutti conosciamo.
Oggi chi attraversa quella
che era una via prestigiosa cosa vede?
Una vocazione commerciale
morta e seppellita da tempo con negozi chiusi o trasferitisi altrove; i portici
che erano la vera novità urbanistica della città di Andria trasformati in veri
e propri vespasiani pubblici con emissioni di adori acri e pungenti sgradevoli
e nauseabondi; lo spartitraffico che avrebbe dovuto essere un tratto di verde
pubblico diventato deposito di escrementi di cani in quantità industriali;
traffico veicolare con continue emissioni di gas inquinanti e agenti mortali
per l’intera giornata e residenti talmente disorientati che non hanno neanche
più la forza o il coraggio di denunciare e ribellarsi a questa zozzeria urbana.
Quella di via Firenze è una
delle tante realtà pubbliche nascoste e ben celate mentre l’altra faccia di
Andria è quella dei premi, delle cerimonie, delle moine e dei nuovi salotti
urbani.
Se Corso Cavour, viale
Crispi e via R. Margherita hanno scoperto la loro vocazione salottiera, la cara
e storica via Firenze sta morendo definitivamente a causa dell’incuria e della
scientifica volontà di lasciarla essere una latrina pubblica.
Nonostante ciò bisogna dire
che un ultimo alito di vita quella strada ce l’ha ancora e sono tanti i
passanti compresi molti bambini che la frequentano anche perché su quella via
esiste ancora una scuola d’infanzia così come tanti la frequentano perchè vi
sono molte banche e un prestigioso Hotel che ospita dei turisti.
Allora ci chiediamo: chi
tutela la salute pubblica in quei luoghi? Ma ad Andria la Asl funziona o no? Si
interessa anche della salubrità dei luoghi pubblici o pensa solo a curare
quando la malattia, le allergie, le infezioni sono in stato avanzato?
E quello che si suole
definire politicamente decoro urbano che fine ha fatto? Dove è andato a
trascorrere le ferie?
Perché in questa strana,
contraddittoria e anomala città le regole valgono a giorni alterni? Perché
quello che vale per una strada, un viale, un’area pubblica o un luogo qualsiasi
non vale per altri?
Ci fermiamo qui con un solo
modesto consiglio: qualcuno si rechi in quel luogo e cominci a respirare
quell’aria putrida oppure personaggi tanto impegnati socialmente come l’On.
Brambilla vengano a vedere come trattiamo bene i nostri animali al punto da
lasciare loro la disponibilità di escrementare anche nei salotti buoni della
città senza che nessuno li disturbi, in tutta tranquillità.
Ci manca poco che porgiamo
loro anche la carta igienica, quella che non danno i loro padroni perchè di
certo non si tratta solo di cani randagi.
L’Associazione
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