Dopo il clamore suscitato dalla messa in scena, lo scorso 16 agosto, di uno spettacolo teatrale contenente un monologo su un percorso di “cambiamento” di un giovane omosessuale che, attraverso la fede approda all’eterosessualità, e la conseguente denuncia di tali contenuti giudicati analoghi alle “teorie riparative” da parte dell’Arcigay, anche nazionale, il 20 agosto c’è stato un incontro chiarificatore tra le parti, presso la sede provinciale dell’associazione che difende i diritti delle persone Lgbt. A suggellare tale volontà di dialogo, questa lettera aperta:
“Carissimi Marcello Filograsso e Michele Pio Antolini,
Amici e Amiche dell’Arcigay,
è motivo di profonda e attenta riflessione per noi quanto accaduto in questi giorni circa lo spettacolo teatrale religioso “Il mio canto libero” (Scegli la vita), promosso dalla Comunità dell’Arca dell’Alleanza e Patrocinato dalla Pastorale Giovanile di Bisceglie. Il comunicato stampa manifesta il disagio dell’Associazione circa la descrizione dell’omosessualità come malattia e la proposta di teorie riparative della medesima. Questo concetto intendiamo ancora una volta fermamente respingere, ribadendo che “Va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino. Essi rivelano una mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile. La dignità propria di ogni persona dev’essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni.” (Cura pastorale delle persone omosessuali, n. 10).
La nostra vicinanza e il nostro desiderio di dialogo con chi vive la condizione omosessuale è espressa verbalmente da quanto, come Chiesa, affermiamo decisamente: “l’omosessualità non è una malattia e, perciò non suscettibile di percorsi di guarigione”. Per tale motivo abbiamo voluto l’incontro con voi lo scorso 20 agosto alle ore 21,00 presso la Sede Arcigay – Bat “Le Mine Vaganti” a Barletta, con la presenza del Responsabile della Pastorale Giovanile di Bisceglie e il Referente dell’Ufficio Stampa della Diocesi, con la compartecipazione del Presidio Antifascista di Bisceglie.
Insieme abbiamo sottoposto ad analisi il testo scritto del monologo in questione – che fino ad allora non era stato visionato da alcuno, né citato testualmente nei comunicati e articoli di testate giornalistiche e sui blog (!) – e siamo convenuti alla certezza che in esso non sono rintracciabili espressioni esplicitamente omofobe, né si ricavano frasi da cui dedurre un’equiparazione tra omosessualità e patologia psicologica. Il contenuto dell’intero scritto non è altro che l’autobiografia di un giovane della Comunità Arca dell’Alleanza, e per questo non si tratta assolutamente di una esperienza paradigmatica. Del disagio creatosi siamo veramente dispiaciuti. Non era nelle nostre intenzioni ledere la sensibilità e la dignità di nessuna persona e di discriminarla circa il suo orientamento sessuale, che riteniamo persone meritevoli di grande rispetto. Ci impegneremo a testimoniare la nostra fede con un linguaggio sempre più costruttivo ed inclusivo.Nell’annunciare il Vangelo, raccontando il Dio di Gesù Cristo che è venuto “a portare la lieta notizia, un messaggio di liberazione” (cf. Lc 4,18) per tutti coloro che sono ingiustamente discriminati e offesi nella loro dignità.
In quanto Chiesa locale di Trani-Barletta-Bisceglie ci rivolgiamo a voi, stimati amici e amiche, per condividere la deplorevole situazione di discriminazione in cui spesso vi ritrovate, e siamo con voi solidali per dire: NO all’omofobia, NO alle violenze su quanti esprimono la loro condizione sessuale, NO ad ogni forma di ingiustizia. Insieme a voi vogliamo diffondere “una cultura della conoscenza e della pace” (Lettera aperta dell’Arcigay alla Chiesa diocesana, 1 agosto 2013). La libertà di espressione artistica sarà così ancor di più strumento per realizzare un mosaico di comunione e di solidarietà, e non mezzo di offesa o vilipendio. Siamo certi che percorrendo sentieri di dialogo, nel mutuo rispetto della diversità di opinioni, potremo crescere da persone libere e mature. Un fraterno saluto di pace”.
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