Si riporta di seguito un intervento
dell’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Provincia di Barletta
- Andria - Trani Luigi Roccotelli, sulla decisione della Gran Bretagna di
applicare il bollino rosso all’olio extra vergine di oliva.
Se
incerte sono le ragioni di fondo - tra l'abbaglio grossolano e gli interessi
politico/economici - forti sono lo stupore e lo sconcerto che residuano alla
notizia che la Gran Bretagna ha deciso di etichettare gli alimenti con la gamma
di colori rosso, giallo e verde usata per evidenziare i tenori di costituenti
quali grassi, zuccheri e sale, attribuendo all’olio extravergine di oliva il
bollino rosso mettendo in guardia il consumatore circa il suo consumo. Tale
decisione sarebbe stata adottata con la pretesa di voler tutelare la salute dei
consumatori inglesi, ma di fatto rischia di essere fuorviante ed ingannevole,
privandoli di un prodotto di alta qualità alimentare. Inoltre l’applicazione
del bollino rosso all’olio extra vergine di oliva getta un’ombra negativa
sull’immagine di “prodotto d’eccellenza”, rischiando di compromettere
seriamente la sua affermazione sui mercati mondiali con danni potenzialmente
incalcolabili per la nostra agricoltura. In realtà siamo di fronte ad un vero e
proprio capovolgimento culturale perché il nostro olio, è notoriamente ricco di
acidi grassi insaturi ritenuti essenziali per la salute umana, come dimostrato
da numerosi studi scientifici. Grazie all'alta percentuale di grassi
monoinsaturi presenti nell'Olio Extra Vergine di Oliva, l'apporto quotidiano in
dosi non eccessive permette di ridurre il livello di colesterolo cattivo (LDL)
nel sangue e di alzare quello di colesterolo buono (HDL), di stimolare
l'attività motoria intestinale e le funzioni epato-biliari, facilita, infine, i
processi di digestione e l'assorbimento delle vitamine liposolubili A, D, K, E.
Perciò
la nuova etichettatura risulta inadeguata, imprecisa, non veritiera perché non
supportata da validi motivazioni e suscita notevoli perplessità e
preoccupazione perché sembrerebbe rispondere più a motivi di politica
commerciale interna che non a ragioni obiettive. Non si può non osservare che
questa idea “originale” ha origine in un paese come la Gran Bretagna, paese
nordeuropeo, dalla cultura alimentare debole e dalla dieta essenzialmente ricca
di grassi animali. E’ ormai abbastanza noto a tutti il ruolo nocivo che svolge
l’eccesso di grassi alimentari animali nel determinismo sin dalla piccola età
delle malattie metaboliche e dell’obesità nonché delle malattie associate come
il diabete, l’ipertensione, l’arteriosclerosi ecc.
Le
proprietà salutistiche e nutritive dell’olio extravergine d’oliva sono una
certezza scientifica, costituiscono parte integrante del patrimonio culturale
alimentare mondiale e non necessitano qui di essere riaffermate solo e
unicamente per ragioni di parte. Pertanto alla luce di quanto deciso, in tema
di sicurezza alimentare, dalla Gran Bretagna si ritiene doveroso, necessario ed
indispensabile adottare da parte del mondo agricolo e delle associazioni di
settore un atteggiamento non di difesa fine a se stesso, ma chiaro e
trasparente che renda giustizia a questo nobile prodotto della nostra terra,
che sia esteso a tutti i livelli culturale, scientifico e mediatico. Esso deve
prevedere una forte campagna di informazione direttamente “a casa loro”, per
sensibilizzare i consumatori circa la bontà del nostro olio sottolineando il
fatto che esso non trova rivali sul piano nutrizionale, dietetico e salutistico
e che non è per puro caso che l’olio da prodotto principe della dieta
mediterranea sta diventando un elemento insostituibile delle diete di tutto il
mondo. L’aspetto che deve maggiormente preoccupare non solo gli addetti ai
lavori ma tutta l’opinione pubblica è che, se dovesse passare un messaggio
culturale di questo tipo, si potrebbe innescare una reazione a catena che
interesserebbe tutti gli altri prodotti tradizionali dell’agroalimentare
italiano con danni non quantificabili per la nostra agricoltura. Si tratta di
capire se dietro questa decisione di adottare il bollino rosso per
contrassegnare l’olio extravergine d’oliva, colore decisamente negativo
peraltro già utilizzato per segnalare situazioni di pericolo in altri ambiti
come quello sanitario e stradale, ci sia una vera e propria strategia di
attacco alla coltura mediterranea. Comunque venga vista questa etichettatura,
non si può non evidenziare che essa è una contraddizione culturale che si
oppone anche alla tradizione e alla storia. Da Omero ai giorni nostri all’olio
di oliva sono state sempre riconosciute qualità terapeutiche, nutritive e
rigenerative. Numerose sono le citazioni presenti nella letteratura antica in
cui si riconoscono le proprietà dell’olio extravergine di oliva capace di
curare le più svariate patologie.
Ebbene
ricordare che nei Giochi Olimpici, iniziati nel 776 a.C., ai vincitori delle
varie gare veniva consegnato, come premio, un ramoscello di olivo, in segno di
fratellanza e di pace, e delle anfore, le anfore Panatenaiche, ripiene di olio
di prima qualità, il primo olio “certificato”, per nutrirsi e per curare il
corpo e la prestanza fisica. Se ciò non bastasse, l’importanza dell’olio
nell’antichità emerge anche dal fatto che Solone, uno dei sette grandi saggi,
emanò nel VI sec. a.C. la prima legge per la tutela dell’albero dell’olivo, per
cui chi tagliava un albero d’olivo veniva condannato a morte, e Tucidide nel V
secolo a.C. sosteneva che «i popoli del Mediterraneo erano usciti dalla
barbarie quando avevano imparato a coltivare l’olivo e la vite».
Spetta
ora ai diversi livelli istituzionali assumere ogni necessaria ed urgente
iniziativa. E' questo ciò che chiediamo alla Regione Puglia per tutelare una
produzione di pregio enogastronomico e di fondamentale valenza per l'economia
dei nostri produttori agricoli e che tocca la nostra identità, non a caso
rappresentata simbolicamente nello stemma regionale.
Al
Governo nazionale non possiamo che affidare, invece, l'intervento deciso nei
rapporti bilaterali e in sede UE.
Luigi
Roccotelli
Assessore
alle Politiche Agricole e Forestali
Provincia
di Barletta - Andria - Trani
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