La Conferenza donne
democratiche di Trinitapoli ricorda la giornata internazionale contro la
violenza sulle donne
Il 25 novembre è la giornata celebrativa contro la violenza
sulle donne a ricordo dell’assassinio delle sorelle Mirabel, avvenuto nel 1960
a Santo Domingo ad opera del dittatore Trujillo e per ricordare le dolorose
uccisioni di donne nei nostri giorni.
Solo in Italia da gennaio ad oggi sono state uccise 128
donne.
E’ un’occasione per riportare al centro del dibattito
sociale, politico e culturale il tema
della violenza di genere e della tutela dei diritti della donne.
La Conferenza delle Donne Democratiche punta al cambiamento
nei rapporti tra uomini e donne attraverso un mutamento culturale e
relazionale.
E’ una lunga strada ancora da percorrere anche se l’idea
della parità tra uomini e donne tutti sembrano averla accettata.
Ma allora perché gli uomini continuano ad ammazzare le
donne?
Fa paura e spavento che le donne comincino a crederci per
davvero e rivendicare anche per loro la
libertà, nelle elementari declinazioni dell’esercizio di un autonomo potere
volitivo: decidere della propria vita senza impedimenti di sorta, percorrere ed
abbeverarsi ai nuovi modelli culturali , esprimere la propria personalità nelle
sue più elementari sfaccettature.
Fa paura che le donne
siano ostinatamente determinate ad uscire dagli angusti ruoli a cui sono
relegate dalla cultura maschilista o più banalmente determinate a liberarsi dal binomio donna corpo. Una
cultura ancora resiliente di uomini che
pretendono di possedere e controllare la loro donna, in un
ruolo subalterno senza ma e senza
condizioni.
Un semplice rifiuto scatenano brutalità primordiali di
possessione. Ancora oggi le disubbidienti vengono inseguite da uomini con
l’accetta.
Cos’è tutto questo?
Immaturità? Incapacità di accettare che la realtà è
cambiata?
Sono cambiate le leggi; il mondo del lavoro e dello studio hanno conosciuto nuovi
orizzonti ed offrono nuove possibilità di emancipazione al femminile; i
rapporti affettivi,familiari sono frutto di proprie autodeterminazioni e non
imposte ed, infine, perché no, anche il potere è donna.
Occorre una nuova stagione di lotta, puntare
all’educazione ed alla costruzione di un
nuovo modello comportamentale che abbatti la cultura del MACHO.
Noi Donne Democratiche dobbiamo lottare ancora perché tra
l’uomo e la donna vi sia confronto tra pari, vi siano due persone che si
ascoltino e si parlino, che si fronteggino e che rendano la vita più vera, più
partecipata.
“Lottare “ non è un’espressione retorica ma una condizione
di cambiamento. Lottare contro il nostro nemico che non è l’uomo, ma la
mentalità maschilista condivisa da secoli anche dalla donna, che solo in rari
casi ne ha messo in discussione. Lottare è per ottenere una vera e non
apparente parità, conseguire leggi e strumenti che apprestino una tutela
effettiva, reale, concreta.
Partendo proprio da questo Anniversario, si rende quanto mai
urgente riportare sul tavolo la nostra proposta di legge, in chiave di
politiche di genere , nota come 50/50, che è stata bocciata dal Consiglio
regionale della Puglia nel novembre 2012.
Riteniamo che non sia giusto far un grande regalo al silenzio circa il
nostro impegno, che ha portato ad uno
straordinario risultato di 30.000 firme in tre mesi. Infatti, martedì 26 novembre 2013 la
Conferenza delle Donne Democratiche si riunirà nella sede regionale a Bari per
l’adozione di iniziative a riguardo.
Infine, ricordo a
tutti che, il primo atto del parlamento di questa legislatura è stata la
ratifica della Convenzione di Istanbul, che definisce la violenza sulle donne
come una violazione dei diritti umani.
E’ stato inoltre approvato il decreto legge che rafforza le
tutele della donna sul piano penale e avvia un piano nazionale anti violenza
con la promozione di politiche di accoglienza e prevenzione, dal sostegno alla
rete dei centri antiviolenza, dal servizio di accoglienza alle campagne di
educazione al rispetto nelle scuole,
I primi passi sono stati compiuti e rendiamo merito al PD
che ne è stato protagonista con tutte le donne democratiche.
Il mio impegno, in qualità di
portavoce cittadino della Conferenza delle Donne Democratiche di Trinitapoli,
continua ed è unito a quello di tutte le donne democratiche e di chi vuole
collaborare ed essere partecipe per il cambiamento. La forza sta nel lottare insieme,
nell’intraprendere azioni collettive per i diritti ed il benessere di tutte.
Un piccolo inciso a quelle donne
che credono che sia sufficiente correre
da sole per cambiare la società basandosi sul successo personale. E’ una enorme
stupidaggine perché confondono il successo personale con l’azione politica
volta a creare le condizioni per il successo
a pari merito con l’uomo. Se oggi tu donna puoi
gridare …. “ È un mio diritto!”,
ebbene questo è stato possibile perché noi tutte abbiamo lottato per
ottenerlo. Credere di poter farcela da sola non serve a niente; la fede nel
proprio ego non sposta le montagne ma le lascia lì dove sono.
La Portavoce della Conferenza
delle Donne Democratiche
Mina Giannino
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