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giovedì 19 dicembre 2013

TRINITAPOLI : Tares o Tarsu , tutta la verità !


Il caso volle è questa la frase che spesso si sente dire da chi subisce una sventura e/o una sciagura. La sciagura di Trinitapoli è da attribuire alla politica portata avanti dei Sindaci del passato che con le loro sciagurate scelte hanno ridotto sul lastrico la nostra Città. Tra i sindaci non è esente chi risiede ancora oggi in consiglio comunale. L’attuale consigliere comunale di minoranza Brandi Giuseppe che ha svolto il ruolo di assessore ai Lavori Pubblici nella passata amministrazione a guida Di Gennaro.

Il titolo degli articoli pubblicati da BAT COMUNICA hanno un significato e lasciano una profonda ferita in tutti quei cittadini che conoscono la verità, su quanto maldestramente portato avanti in tutti questi anni nellaaaaaa pubblica amministrazione a guida centro-sinistra.
I danni rivengono da lontano e lo abbiamo detto e ridetto. Le motivazioni sono semplici : la Legge, consentiva, fino al 2011, le anticipazioni di cassa –accondiscendeva i mutui – assentiva di fare mutui per pagarsi i mutui –  permetteva di fare feste e festicciole al punto di spendere e spandere 200.000,00 euro per una serata e tante altre storture che andavano dal “fitto selvaggio (pur essendo il Comune proprietario di case comunali) alla realizzazione di opere pubbliche come il Viale Vittorio Veneto dal costo di oltre 3.000.000,00 di euro, al vascone altri milioni di euro, alla questione degli IPOGEI e alla realizzazione di strutture inutili e senza calcolo della gestione.
Qualcuno si prendeva il lusso di realizzare una fontana da sindaco e demolirla da assessore.            Si prendeva il lusso di partecipare a tutte le Fiere campionarie e ad affidare incarichi a manca e a dritta. Non è piaciuto l’atteggiamento dell’ex sindaco Brandi nell’ultimo consiglio comunale con il suo voto contrario al riconoscimento dei debiti fuori bilancio per prestazioni professionali di vari avvocati che riguardavano debiti  a partire dagli anni 80 a tutt’oggi.  A tal proposito non è da trascurare il parere del Revisore Unico dei Conti il quale, pur apprezzando il lavoro svolto dal competente ufficio e lo sforzo dell’Ente per la sistemazione di situazioni pregresse di potenziale pregiudizio degli equilibri economico-finanziario, pur rilevando la tardività del riconoscimento, tenuto conto che gran parte dei debiti fuori bilancio che si intende riconoscere erano conoscibili e/o conosciuti da anni addietro come si evince da documenti in atti.
Il Revisore rivolge l’invito a proseguire nell’azione di risanamento dei conti dell’Ente e a porre in essere ogni ulteriore azione per la definitiva sistemazione dei rapporti economici pendenti.
Oggi, costoro, li ritroviamo in consiglio comunale per sentirli parlare della TARES o TARSU, che dir si voglia, dimenticando che in tutti questi anni nessuno ha mai pensato di adeguare l’aliquota al costo della vita. Nessuno a pensato alle nuove generazioni creando il DEBITO PUBBLICO.
Ma andiamo alla seduta del Consiglio Comunale : se il consiglio comunale fosse stato celebrato il 28/Ottobre/2013, non staremmo qui a parlare.
Purtroppo per i detentori del caos-predeterminato si è dovuto svolgere dopo quella data.
Infatti,  il Governo a Novembre li (ri)mette in gioco e “proclama” che si poteva mantenere la TARSU al posto della TARES, infischiandosi di quanto era stato fatto dalla burocrazia.
L’amministrazione e gli UFFICI (tanto difesi, a chiacchiere, in aula, dalla minoranza) erano obbligati a perseguire la strada della TARES, i debiti sono tanti e bisogna pagarli. Chiunque stesse li ad occupare le sedie amministrative o dirigenziali.
Ci sforziamo di far capire, con i nostri concetti, alla gente e ai consiglieri di minoranza che differenza c’è tra TARES e TARSU :
Sono soggetti al versamento tutti i proprietari o occupanti di beni immobili che generano i rifiuti. Sono escluse, di conseguenza, le aree che non possono produrli come quelle pertinenziali o accessorie alle abitazioni private e le aree condominiali. Le modalità di calcolo sono le stesse della Tarsu.
Non riesce a comprendere Brandi (sono parole sue riportate nell’articolo TARES, scoppia la protesta) la “sperequazione” di costo del servizio tra San Ferdinando e Trinitapoli, entrambe servite dalla SIA  e si addentra in un paragone tra quello che pagherebbero i cittadini di San Ferdinando e quelli di Trinitapoli. Ignorando che la differenza è dovuta : primo per la estensione del territorio e secondo per il numero del personale in servizio.


< Dimenticando che a quel costo si è giunti, anche, grazie alla sua gestione sindacale allorquando vide impegnati i socialmente utili frutto di altre vertenze di lavoro e salati costi per le tasche dei cittadini. Populisti e demagoghi sono stati gli interventi soprattutto sull’assenza di alcuni componenti della maggioranza, come se nel recente passato e sotto la sua legislatura non v’è stata la defezione di tre consiglieri comunali e lo scioglimento del consiglio con revoca del sindaco da parte della stessa maggioranza. Non ha risparmiato la “responsabilità” e colpa di aver  proposto 1.800.000,00 euro per il costo del servizio. Poi rientrato a 1.480.000,00 euro. Queste accuse rivolte all’ex assessore Di Benedetto Giacinto, da parte di Brandi, lo rendevano CREDIBILE e  deciso nelle sue asserzioni, senza motivare seriamente su quanto andava ad affermare. In quell’aula si passa con faciloneria dall’accurata accusa alla giustificazione sommaria. Vero è che non si ha il coraggio di affrontare seriamente la questione di chi si assenta dai consigli comunali senza una giustificata motivazione.  Quello che vogliamo sottolineare è,  che il Governo, formato dal PD e Nuovo Centro Destra, non può scaricare sui Sindaci e amministrazioni locali il fallimento di una politica, quella si , disastrosa. Dobbiamo prendere atto che la TARES fa pagare di più a chi produce più monnezza e tra quelli che producono più rifiuti ci sono alcune categorie che non hanno il diritto di lamentarsi. Il  duro lavoro svolto da questa NOBILE amministrazione porterà frutti alla Città di Trinitapoli e sicuramente allontanerà lo spettro del DISSESTO che, non lo dimentichiamo mai, è frutto della sciagurata politica della sinistra. Il non dissesto significa aiutare le imprese e tutte le attività che hanno prestato lavoro per conto del Comune di Trinitapoli. Il DISSESTO significa far fallire tutti : imprese – attività – operatori e la Città di Trinitapoli.-

Nicola DI Feo
Segretario UGL Trinitapoli

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