C’E’ CHI IMPAZZISCE E CHI FA IMPAZZIRE, PER LE TASSE.
Se dovessimo citare la Costituzione Italiana e trovare tante violazioni ad
essa ed ai suoi principi democratici allora dovremmo impiegare secoli e
scrivere intere enciclopedie di quanto e come i nostri diritti sono stati e
continuano ad essere calpestati e violati su più fronti. Un enciclopedia che
mai nessuno riuscirebbe a leggere per intero perché non basterebbe una vita per
farlo. Così come quotidianamente vengono violati i diritti di scegliersi i
propri rappresentanti nelle massime istituzioni così viene imposto ai cittadini
l’obbligo di rendere disponibili, in qualunque momento, al servizio di uno
Stato che da tempo non c’è più, le proprie risorse economiche, i propri
sacrifici di una vita e addirittura se stessi, fisicamente e moralmente. Ma
questo che Stato è?
Se dallo Stato ci spostiamo nelle Istituzioni locali cosa cambia? Niente e
le cose peggiorano ulteriormente anche a causa di incapacità di governare e di
amministrare tutti gli enti. Tares è la parolina magica che circola sulla bocca
di tutti gli andriesi in queste ore e dalle parole si passa ai fatti quando si
leggono le cartelle di pagamento e si scopre che non era uno scherzo.
Nessuno scherzo, semmai un’offesa, un’onta insopportabile che sembra
sfidare qualsiasi sforzo di mantenere la lucidità mentale necessaria per
sopravvivere a tutto questo.
Giustizia? Ma quale giustizia è questa se da un giorno all’altro ci si
permette di stravolgere la vita delle persone e delle famiglie, a loro insaputa?
Con quali criteri, con quali diritti, con quali poteri, con quale arroganza
taluni si permettono di infierire? Quali sono le armi che si stanno sostituendo
alle libere forme di Democrazia? Il terrore, la sopraffazione? L’arroganza? Il
potere che prevale sulla debolezza?
A guardare ciò che accade attorno a noi pare che sia proprio così e i
cittadini sono stanchi di essere perseguitati da ingiustizie e continue
vessazioni. Il virus iniettato che ha prodotto il disagio sociale italiano è
inarrestabile, come un’emorragia che non si ferma e continua senza che alcuna
trasfusione possa sanare il danno.
I cittadini andriesi che stanno leggendo increduli gli importi da sborsare,
non solo per la Tares, sono gli stessi che continuano ad essere ligi al dovere
mettendo ogni giorno le mani nella spazzatura e scendendo a depositarla negli
appositi cassonetti, in pigiama, in pantofole, con la pioggia, con il gelo
sfidando intemperie pur di raggiungere il risultato che Andria ha raggiunto.
Anche tutto questo a cosa è servito se ora alle famiglie tocca pagare molto
di più di quello che pagavano quando Andria era sommersa di rifiuti? Dove sono i benefici di tale sforzo? Se
benefici ci sono stati chi se ne è avvantaggiato? Noi cittadini sicuramente no
o comunque non ancora.
Non sappiamo cosa si possa fare ma di sicuro quelle enormi somme richieste
dal comune di Andria difficilmente crediamo possano entrare nelle casse
comunali ed è inutile e anche da sprovveduti continuare a credere che tutto sia
dovuto e che si possa chiedere ancora sacrifici che nessuno può più fare.
In passato quei sacrifici comunque fatti, a cosa sono serviti Quanto di
quelle risorse sono state sperperate e bruciate in manifestazioni e querelle
inutili e insensate? Noi quei conti li abbiamo visti e siamo rimasti scioccati.
L’articolo 53 della Costituzione della Repubblica Italiana recita: “tutti
sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità
contributiva”.
E’ vero che non tutti o forse pochissimi dei nostri governanti conoscono la
Costituzione, anche se quando le cose interessano loro sanno ben usarla, quindi
se avessero dimenticato cosa dice l’art. 53 sopra citato, invitiamo costoro a
rileggerselo attentamente e meditare su di esso e su quanto sia stato violato.
Il Presidente
Associazione L.A.C. – Andria
signor Vincenzo Santovito
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