Tutti ricordiamo le parole
pronunciate in campagna elettorale dal Sindaco Cascella e dagli esponenti
politici della sua maggioranza,contro qualsiasi ipotesi di nuove varianti e di
ulteriori colate di cemento su una città sfigurata da anni di “selvaggia”
edificazione.
I lupi che da sempre governano
questa città(con la complicità dell’opposizione in Consiglio Comunale),in
campagna elettorale hanno indossato la maschera da agnellini,cercando di far
credere ai cittadini che quelle pratiche facessero parte di un passato che
ormai ci lasciavamo alle spalle.
Dopo la vittoria la maschera
è stata tolta e i lupi sono tornati,come è tornato un passato fatto di
criticità create dalla stessa classe politica e mai risolte, che oggi chiedono
il conto.
Infatti anche nell’ultimo
Consiglio Comunale sono tornati a palesarsi problematiche retaggio della
vecchia amministrazione,che non solo ci ha lasciato in eredità oltre 10 milioni
di euro di debiti ripianati con aumento di Tares e Irpef,ma anche l’ennesima
cementificazione in una città assediata dalla logica del profitto a tutti i
costi.
Perché il provvedimento
votato in Consiglio Comunale di nuove costruzioni nel quartiere Patalini non è altro che l’ennesima variante camuffata
da programma di riqualificazione.
Il fatto che
l’amministrazione abbia demandato agli uffici comunali dell’area tecnica di
verificare le condizioni tecniche di compatibilità della proposta,è un trucco
per cercare di far ingoiare questo ennesimo intervento edilizio.
Tutto questo è qualcosa di
già visto,con un’idea di sviluppo urbanistico basato sulla sottrazione e privatizzazione di porzioni di territorio, ad
uso e consumo di quel “Partito del mattone” trasversale alle forze politiche.
Questa logica di sottrazione
e privatizzazione è stata usata alcuni anni fa proprio nel quartiere
Patalini,attraverso lo strumento del PRU(piani di recupero urbano),con cui aree
destinate a verde pubblico(mai realizzate) sono state trasformate in nuovi
edifici.
Da quella furia edificatrice
fu salvata,grazie alla mobilitazione dei residenti,solo un’area che era già
stata in parte riqualificata dagli abitanti,destinata successivamente a parco
pubblico.
Oggi quell’area dopo i primi
lavori non è stata ancora completata e
mai restituita alla fruizione dei cittadini.
Non
vorremmo svegliare dal suo torpore politico l’assessore all’Edilizia Pelle però
crediamo che il quartiere Patalini e l’intera città non abbiano bisogno di una
nuova cementificazione in cambio di una
rotonda e di qualche strada,ma di una riconversione ecologica del tessuto
urbano della città ,che risponda ai bisogni reali dei
cittadini e che sappia ridare centralità alla difesa dei beni comuni.
Questo
è quello che dovrebbe prefiggersi anche il nuovo Piano Urbanistico Generale,se
solo i lupi non governassero questa città.
Angelo Dileo-Collettivo EXIT
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