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mercoledì 29 gennaio 2014

BAT : GLI EFFETTI DELLA CRISI SULLE IMPRESE, MOGLI E FIGLI PRENDONO IL POSTO DEI LAVORATORI DIPENDENTI.

MA IN QUESTO CASO PROGRESSO NON C’E’.

La crisi divide ma a volte può anche unire ed ecco che le imprese sono le prime a cogliere “l’opportunità” del ricongiungimento familiare sul posto di lavoro. Ma stiamo parlando di progresso? Di sviluppo? Di futuro? A nostro avviso assolutamente no visto che non si tratta affatto di un’opportunità bensì di una estrema necessità di sopravvivenza aziendale.
Sono ormai tantissime le micro e piccole imprese che tornano alla “familiarità” licenziando quei pochi dipendenti che ancora potevano permettersi e cedendo quei posti di lavoro, assolutamente precari e non retribuiti, a mogli e figli.
Siano esse imprese a sede fissa, negozi di vicinato, pubblici esercizi, bar, ristoranti, pizzerie, osterie e tavole calde piuttosto che attività di commercio ambulante su aree pubbliche non fa alcuna differenza perché la necessità spinge tutti a trovare questi estremi e “curiosi” oltre che insufficienti rimedi.
Le situazioni più incresciose sono proprio quelle che si registrano sui mercati dove la presenza delle donne sul posto di lavoro dovrebbe spingere le amministrazioni inadempienti, cioè quasi la totalità, ad attrezzare le aree con quel minimo di servizi, anche igienici, tali da consentire una civile e dignitosa permanenza, anche delle donne, sul posto di lavoro, specie se ora si moltiplica il numero delle “signore al lavoro” ma nulla di tutto questo viene realizzato ed ecco che le condizioni delle aree mercatali, a cominciare da quelle a noi più prossime cioè dei comuni della provincia di Barletta-Andria-Trani, in primis proprio quelli cocapoluogo, sono disastrose e al limite della tollerabilità, pronte per essere tutte dismesse ed immediatamente interdette all’esercizio delle attività.
Altro che studi, ricerche, costosi convegni, incontri e progetti per conciliare i tempi della lavoro e quelli della famiglia. Queste cose appartengono a chi non è mai stato per le strade e non conosce la realtà mentre si ostina a programmare con i propri simili il futuro degli altri senza tenere conto e considerazione delle reali condizioni del “malato”.
La collaborazione familiare, a titolo gratuito, viene altresì agevolata da una recente Circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la nr. 10478/2013, nella quale si afferma che: “i familiari e gli affini entro il 3° grado di parentela possono aiutare i parenti imprenditori ad espletare occasionalmente l’attività, anche a prescindere della contestuale presenza del titolare nei luoghi dell’attività. I detti familiari (che possono anche essere studenti, pensionati e/o lavoratori dipendenti presso altri datori di lavoro) possono coadiuvare l’imprenditore senza che sia posto in essere un rapporto di lavoro subordinato entro il limite di 90 giorni o di 720 ore in un anno solare. Pertanto, la collaborazione posta in essere nelle attività di commercio, artigianato e agricoltura prescinde da ogni iscrizione alla Gestione previdenziale di competenza (INPS), fermo restando l’obbligo infortunistico (INAIL)”.

                                                                                 UFFICIO AMMINISTRATIVO

                                                                                         UNIMPRESA BAT

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