“L’euforia
con cui il sindaco e gli assessori hanno accolto la pronuncia della Corte dei
Conti non è giustificata. E’ come festeggiare mentre la nave affonda”. A
dichiararlo è Pasquale Lamacchia,
consigliere comunale di “Vie nuove”, il quale sottolinea che “la Corte dei
conti ha accettato la proposta di piano
di rientro, (circa 5 milioni di euro in 2 anni) presentato dalla maggioranza ma
ha anche rilevato la sussistenza di passività potenziali e l’oggettiva mancanza
di un significativo taglio delle spese inutili. E, non a caso, ha disposto un
monitoraggio assiduo dei conti fino a dicembre 2015, costringendo il nostro
Ente ad un “dissesto di fatto”. “A portare il Comune di Trinitapoli in questa
situazione – prosegue il consigliere di opposizione – sono state le scelte operate dall’amministrazione Di Feo negli
ultimi due esercizi finanziari, come stigmatizzato nella relazione del
magistrato contabile, Rossana De Corato, nel corso dell’adunanza del 19 dicembre
2013, presso la Corte dei Conti a Bari. Inoltre, la Corte dei conti ha rilevato
la sussistenza di passività potenziali e l’oggettiva mancanza di un
significativo taglio delle spese inutili. Per cui non serve agli esponenti
della maggioranza, ad eccezione di Filannino, Marzucco e Di Benedetto, affannarsi,
con comunicati stampa non rispondenti alla verità, a cercare di nascondere le
proprie responsabilità e tentare di far ricadere la colpa della situazione
gravissima sul passato”. “La verifica straordinaria della Corte dei Conti parte
sì dal 2010, ma se allora era ancora possibile evitare il default finanziario,
l’amministrazione Di Feo – afferma Lamacchia -
ha fatto precipitare la situazione con l’inserimento nel bilancio di
un’entrata “fittizia” nel 2011, di 800 mila euro, riveniente dal recupero
dell’Ici da Atisale, non incassata; la stessa situazione si è ripresentata nel
2012 ma il Comune, ad oggi, non ha ancora incassato quella somma (è ancora in
corso un contenzioso). A ciò si aggiungono il massiccio uso dell’anticipazione
di cassa e dei fondi vincolati e la
mancata ricognizione dei crediti attivi e cioè di quelle somme che il Comune
avrebbe dovuto incassare e che ancora non incassa da anni”. “Pertanto –
continua - l’amministrazione Di Feo è
stata costretta ad aumentare al massimo tutte le tasse e i tributi ai cittadini
onesti che già pagano regolarmente. “E
non è finita - avverte Lamacchia: oltre
al danno dell’aumento della Tares 2013, i cittadini subiranno la beffa di
un’ulteriore aumento per il 2014. In più la Regione Puglia ha stabilito che la
nuova ecotassa per il nostro Comune sarà aumentata al massimo, e cioè 25,82 euro per tonnellata di rifiuti
conferiti in discarica (7.000 nel nostro caso) per la bassa percentuale di
raccolta differenziata. “Pertanto l’unico rimedio – conclude Lamacchia - sono
le dimissioni: e per l’anno 2014 si risparmierebbero subito circa 200 mila euro
di indennità e staff e 400 mila euro sul
servizio di raccolta e smaltimento rifiuti”.
Gaetano
Samele
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