La scorsa settimana la Provincia Bat ha vissuto quella che
comunemente viene indicata come emergenza rifiuti. "Il gran rifiuto"
dell'Amiu di Trani di accogliere i compattatori provenienti da Barletta e da
Bisceglie, qualificato come increscioso dal Sindaco Cascella, si è scoperto poi
essere stato conseguenza di negligenza dell’ATO, il cui dirigente è il
barlettano Antonio Dibari, che ha ignorato la comunicazione inviata tempestivamente
dall’Amiu sia all'Ato che alla Barsa di Barletta ed al Comune di Bisceglie di
non poter accogliere i loro rifiuti sino al 31 gennaio.
Tralasciando negligenze e pseudosoluzioni ordinarie (come il conferimento in discarica a Trani) e straordinarie (come quello nella discarica di Andria), è sulle reazioni ed i comportamenti dei primi cittadini, interessati della questione, che vorrei focalizzare l’attenzione.
Cascella ha affermato di accogliere favorevolmente l’iniziativa
del sindaco di Andria, nella sua qualità di presidente dell’Ambito Territoriale
Ottimale (ATO), di convocare una seduta d’urgenza dell’assemblea dei Sindaci in
cui affrontare e finalmente risolvere razionalmente il problema della
disciplina dei flussi di rifiuti da avviare a smaltimento.
La riunione si è consumata venerdì scorso e così come riportato
nel comunicato pubblicato sul sito ufficiale del comune di Barletta
‘l’assemblea ha esaminato le problematiche emerse nei giorni scorsi, concordando
sul principio che gli impianti di Bacino debbano gestire prioritariamente i
rifiuti raccolti nei Comuni della Provincia, dando mandato ai legali di
impugnare l’ordinanza regionale in materia. Si è quindi stabilito che dal 1°
febbraio i rifiuti raccolti nelle città di Barletta e Bisceglie torneranno a
conferire presso la discarica di bacino di Contrada Puro Vecchio nel Comune di
Trani’.
Da cittadina di Barletta, in primis, ed in qualità di portavoce per
la nostra provincia del Comitato nazionale Legge Rifiuti Zero, mi chiedo come
si possa essere favorevoli ad operare nell’emergenza e non denunciare la
mancanza di incontri pianificati e aperti a tutti, utili a risolvere davvero
razionalmente la questione rifiuti. L’ATO è appunto l’organismo deputato a sovraintendere alla
delicata materia della gestione dei rifiuti nella correttezza del ciclo di
conferimento agli impianti.
Sindaci che hanno il dovere di portare la raccolta differenziata
al 65% dovrebbero iniziare a ragionare su impianti in grado di riciclare i
materiali differenziati perché la separazione senza riciclo è priva di senso.
Senza tali sani impianti (compostaggio e riciclo) sul territorio viene meno
inoltre la posizione assunta dall’assemblea che rivendica la necessità da parte
degli impianti oggi presenti nella nostra provincia (discariche) di gestire i
rifiuti dei Comuni rientranti nella Bat. L’indifferenziato deve seguire il
principio di prossimità e il differenziato no?
Eppure, in Italia, il recepimento della Direttiva Rifiuti,
avvenuto con il decreto legislativo n. 205/2010, prevede "per le frazioni
di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata destinati al riciclaggio ed
al recupero (...) di favorire il più possibile il loro recupero privilegiando
il principio di prossimità agli impianti".
Oltre che razionale la gestione dovrebbe essere anche sostenibile
e legittima.
Sempre il Sindaco Cascella ha comunicato che ‘senza rispettare le
regole e i principi di condivisione tra i Comuni dell’Ato si rischia di
compromettere la corretta e responsabile conduzione di un servizio così
delicato con inevitabili gravi ripercussioni sull’igiene, il decoro urbano e i
costi per i cittadini’.
Bene, risulta necessario ancora una volta ricordare che il
conferimento in discarica e l’incenerimento dei rifiuti non hanno niente di
sostenibile dal punto di visto economico, ambientale e sanitario, né tanto meno
favoriscono igiene e decoro urbano. Solo l’applicazione della strategia rifiuti
zero può portare benefici, anche economici, ai cittadini.
Inoltre, come già denunciato da Alessandro Zagaria, portavoce
Comitato nazionale Legge Rifiuti Zero per la Regione Puglia, le operazioni di
trattamento in discarica, così come avviene a Trani, della solo
trito-vagliatura dell’indifferenziato se non è accompagnata dal processo di
stabilizzazione della frazione umida, risultano illegittime. La circolare
ministeriale del 6 agosto 2013 emessa dal Ministro dell’Ambiente Orlando impone
infatti di applicare urgentemente le disposizioni contenute nella
direttive della C.E. che riconosce come trattamento adeguato dei rifiuti in
discarica la tecnica della trito-vagliatura solo se accompagnata dalla
stabilizzazione della frazione umida, onde evitare la formazione del percolato
in falda e l’immissione di biogas in atmosfera.
Ed infine, suscita indignazione l’appello di un primo cittadino al
rispetto di regole e principi di condivisione tra Comuni senza alcun
riferimento al coinvolgimento e alla partecipazione dei cittadini in scelte
così importanti. Quello che non smetteremo mai di pretendere è l'informazione
continua e trasparente alle comunità in materia di ambiente e rifiuti (secondo
quanto prescritto dalla Carta di Ottawa per la promozione della salute del 21
novembre 1986, dal D. Lgs n. 502/2006, art. 13, dalla Carta di Aalborg del
1994), affinché i cittadini siano messi in grado di controllare i determinanti
di salute per la promozione della salute stessa e di partecipare alla
formazione delle decisioni istituzionali per la gestione dei rischi ambientali
e sanitari in tutte le fasi connesse al ciclo dei rifiuti (Convenzione di
Aarhus 26.6.1998, Direttiva 2003/35/CE, Direttiva “2008/98/CE).
Sabrina Salerno
Portavoce del Comitato nazionale Legge Rifiuti Zero per la
provincia Barletta-Andria-Trani
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