Lo scorso 3 febbraio abbiamo protocollato una formale
richiesta di incontro con il Primo Cittadino per avere ragguagli e chiarimenti
su quanto accaduto con la richiesta dei pagamenti della Tares per l’anno 2013.
Noi cittadini, esponenti di associazioni siamo preoccupati anche perché a breve
ci aspettiamo l’ulteriore batosta dei pagamenti di Tasi, Tari, Iuc e Tares per
l’anno 2014
Pensavamo che dopo la protesta spontanea cittadina del 21
luglio 2011 le cose fossero cambiate e quel cambiamento lo intravedemmo proprio
qualche giorno dopo quella protesta spontanea che vide in piazza migliaia di
cittadini che si videro aumentare l’allora Tarsu di oltre il 40%,
ingiustificatamente e senza alcuna forma di preavviso.
Fu un momento di alta democrazia e di enorme
partecipazione popolare, libera, indipendente e soprattutto pacifica.
Dopo quella giornata fantastica e memorabile per la città
di Andria partirono da Palazzo San Francesco decine e decine di migliaia di
lettere datate 26 luglio 2011 con alcune spiegazioni circa quello che sarebbe
accaduto negli anni avvenire e soprattutto comunicando con parole di
rassicurazione rispetto al fatto che dall’anno successivo i cittadini e
contribuenti si sarebbero visti ridurre o comunque ridistribuire più equamente
la tassazione sui rifiuti.
Da quel 26 luglio 2011 di acqua sotto i ponti ne è
passata e si è verificato il miracolo di vedere i cittadini andriesi impegnati
senza alcun risparmio di energie nell’effettuare la raccolta differenziata
facendo in modo che altri, forse non parimenti meritevoli, ritirassero premi a
go go per il risultato appartenente alla città.
Quell’acqua che è passata sotto i ponti della burocrazia
e del politichese avrebbe dovuto trasportare intere flotte di navi cariche di agevolazioni
e di prevedibili e promessi abbattimenti delle somme da pagare ma le pietre
molari hanno girato a vuoto perché non c’era grano da macinare per produrre
quella buona farina che non è mai arirvata. Ecco perché la batosta Tares 2013 è
arrivata inaspettata, improvvisamente e come un boccone di piombo che ancora
non va e non può andare mai giù.
Certo è facile e comodo giocare allo scaricabarile ma
come tutti sanno noi non abbiamo posizioni preconcette da salvaguardare quindi
non ci interessa dove il malfatto sia stato concepito.
Oggi quello che vogliamo è avere l’incontro richiesto e
soprattutto che si mantenga fede, in tutti i sensi, proprio a quelle parole
scritte nella missiva inviata a tutte le famiglie andriesi quel 26 luglio, in
seguito alla storica manifestazione del 21 luglio 2011 della quale sono stato
promotore e protagonista con altre migliaia e migliaia di liberi cittadini.
Noi non abbiamo certo fretta di pagare quello che ci
viene richiesto ingiustamente e comunque prima di tutto vogliamo i chiarimenti
richiesti in quanto siamo stufi di continuare ad essere trattati da sudditi ai
quali poco o niente interessa delle programmazioni faraoniche spettacolari e
costosissime festivaliere che se qualcuno vuole proprio organizzare lo faccia a
proprie spese e non con i nostri soldi che devono essere investiti per il bene
della comunità e per alleggerire il carico fiscale. Cominciamo dai 424.500 euro del Festival fino
alle altre centinaia di migliaia di euro bruciati per altre manifestazioni che
nulla hanno mai portato a beneficio dei cittadini e della città.
L’incontro che vogliamo sia il momento di verifica e di
confronto per capire e per comprendere ciò che sta accadendo e soprattutto per
evitare ulteriori sgradite sorprese con l’arrivo delle altre tasse, perciò
vogliamo che l’incontro sia a porte aperte e senza filtri.
Ma voi l’articolo 53 della Costituzione Italina lo
conoscete? Volete applicarlo?
Il Presidente
Associazione L.A.C. – Andria
signor Vincenzo Santovito
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