INTANTO OLTRE IL 75% DEI
COMMERCIANTI E ARTIGIANI DELLA BAT NON HANNO PAGATO.
DA UNIMPRESA BAT ANNUNCIANO:
“LA SCADENZA DELLA TARES 2013 E’ SOLO ORDINATORIA”.
Anche
nelle città della provincia Bat si discute della Tares senza parlare del peggio
che deve ancora venire e che già da quest’anno si chiama Iuc che comprende la
tassa sugli immobili (ex Imu), Tari che comprende la tassa sui rifiuti e Tasi
che comprende la tassa sui servizi indivisibili ma che comprenderà anche la
copertura del costo di servizi quali la pubblica illuminazione, l’anagrafe o la
manutenzione delle strade cioè quelli che le amministrazioni comunali
dovrebbero garantire all’intera collettività e che non siano a domanda
individuale; una quota che riguarderà non solo i proprietari degli immobili ma
anche sugli occupanti cioè sui locatari che vedranno di fatto aumentare il
costo delle locazioni.
Tutte
queste altre richieste di pagamento per l’anno 2014 potrebbero arrivare fra
brevissimo tempo e quindi rendere ancor più gravosa la condizione debitoria di
famiglie. Come dire: “il peggio deve ancora venire”.
In
realtà la richiesta di pagamento di questi tributi e tasse non corrisponde
affatto né alla qualità né alla quantità dei servizi ricevuti in cambio,
soprattutto se proporzionati all’entità della tassazione. Proprio i
commercianti sono coloro che più stanno vivendo nell’incertezza l’approssimarsi
della scadenza della Tares 2013, che si unisce ad altre che incombono, come
quella prossima del 17 febbraio, altrettanto gravosa, del versamento dei
contributi previdenziali e assistenziali INPS. Un vero e proprio incubo che in
tutta Italia sta generando varie forme di protesta e anche appelli allo sciopero
fiscale.
Nella
Provincia di Barletta – Andria – Trani la situazione non cambia e a distanza di
alcune settimane dalla scadenza ordinaria adottata in alcuni comuni e quando
manca solo qualche settimana alla scadenza prorogata, stabilita da altri
comuni, già si parla del mancato pagamento Tares da parte di oltre il 75% dei
commercianti e artigiani della Sesta Provincia i quali stanno continuando a
ricevere avvisi di pagamento con cifre che a volte superano anche le decine di
migliaia di euro l’anno per singola attività, trascurando che in città come
quella di Andria gli effetti avrebbero dovuto essere opposti visto che
l’impegno per la raccolta differenziata è stato massimo.
Non
sappiamo se la definizione di sciopero fiscale sia la più appropriata ma
sicuramente bene sta facendo l’Associazione di Categoria UNIMPRESA BAT nel
continuare a tenere incontri, riunioni e contatti con i commercianti,
soprattutto con quelli che più delle altre categorie vengono inspiegabilmente
colpiti dalla tassazione con disparità di trattamento nella determinazione
delle tariffe che nessuno ancora si è degnato di spiegare visto che neanche il
legislatore riesce a farlo.
Richieste
di pagamento della Tares mediante il calcolo sulla base dei metri quadrati
delle superfici degli esercizi commerciali e non sulla base degli incassi
realizzati; il calcolo Tares sulla base della produzione presuntiva dei rifiuti
con il metodo normalizzato invece che mediante l’introduzione di coefficienti
di produttività determinati sulla base di campagne di pesatura che rispecchino
la reale produzione di rifiuti; scelte che non hanno tenuto affatto conto delle
prassi virtuose adottate in comuni che stanno facendo la raccolta
differenziata, dove i commercianti si vedono addirittura tassare superfici che
sono al servizio di tale raccolta differenziata. Tutti elementi che devono far
riflettere sulla subdola e scandalosa operazione posta in essere per la
demolizione definitiva delle micro e piccole imprese che da anni ormai hanno
anche perso qualsiasi forma di rappresentanza diffusa. Micro e piccole imprese
addirittura incentivate alla chiusura definitiva con un misero, miserabile e
offensivo indennizzo di qualche centinaia di euro al mese in attesa
dell’altrettanto misera e ridicola pensione.
Bene,
sicuramente bene, sta continuando a fare UNIMPRESA BAT nell’informare
correttamente i commercianti e gli artigiani che le scadenze degli avvisi di
pagamento sono solo “ordinatorie”, il che significa che, esattamente come è
scritto sugli avvisi inviati ai contribuenti: “in caso di mancato pagamento di
quanto richiesto con l’avviso, verrà emesso un sollecito a mezzo raccomandata
a.r. e successivamente (quindi solo successivamente cioè fra molti mesi), se
non verrà effettuato il pagamento, si procederà alla riscossione coatta a mezzo
di ingiunzione fiscale o ruolo coattivo con addebito di sanzioni, interessi e
spese”, ferma restando altresì la possibilità, nel frattempo, di ravvedersi in
tempi lunghi mediante la semplice applicazione di una piccola maggiorazione (in
genere entro un anno).”
Non
vivere con ansia la prossima scadenza quindi significa avere anche la
possibilità di vedersi riconosciute le giuste istanze finalizzate
all’accertamento di situazioni molto ambigue e poco chiare e soprattutto per
evitare che i soliti messaggi allarmistici che celano strategie
politico-strumentali possano prendere il sopravvento sulla realtà e sulle
procedure che mirano a salvaguardare i diritti reali delle famiglie e delle
imprese.
Non
farsi intimorire e valutare con attenzione significa maggiore garanzia per i
contribuenti anche se potrebbe significare il crollo definitivo dei bilanci
comunali che vedrebbero venire meno, nei tempi prestabiliti, l’introito delle
enormi somme iscritte nei medesimi ma che mai, in quella misura, saranno incassate
e forse, una volta tanto, oltre alle serrande dei negozi chiuderebbero anche i
portoni dei palazzi.
Area
Comunicazione Sociale
UNIMPRESA BAT
Nessun commento:
Posta un commento