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martedì 25 marzo 2014

MARGHERITA DI SAVOIA : “La legalità non è elastica. Quello che è abusivo resta tale”

La sorprendente attività del Movimento Schittulli se, per un verso, disorienta chi segue le vicende politiche salinare, dall’altro, presenta elementi di assoluta positività perché alimenta il dibattito nell’asfittico scenario politico salinaro ed introduce elementi di confronto su temi che toccano da vicino rilevanti interessi pubblici.
Qualche malizioso commentatore potrebbe avanzare il sospetto che tale effervescente attività sia dettata da una sopravvenuta avversione nei confronti del Sindaco Marrano, reo di aver rotto il sodalizio politico con il Movimento prendendo atto delle dimissioni degli assessori che alla stesso facevano riferimento, però non si può negare che le proposte (e le critiche) recentemente avanzate ed enfaticamente rivolte al “rilancio delle attività commerciali” abbiano avuto il merito di avviare un dibattito non privo di interesse.
A tal proposito ritengo che si debba dare alle parole il significato proprio, soprattutto quando queste evocano principi fondamentali per la convivenza civile. Il principio di legalità richiamato dal Movimento nell’ultima sua esternazione, non può ridursi ad una categoria astratta, multiforme ed adattabile, suscettibile di rappresentare anche il suo esatto contrario. Se tale principio, che nel linguaggio giuridico definisce la subordinazione dei pubblici poteri alla legge e la nullità di ogni atto autoritativo non conforme ad essa, viene inteso nell’uso comune, come semplice rispetto della legge da parte di tutti, si tratta di stabilire se i provvedimenti adottati dal Sindaco in materia di gestione ed uso del territorio ed in tema di attività commerciale rappresentano un uso del potere legittimo e necessitato, oppure integrano un eccesso di potere amministrativo dettato, come sostiene il Movimento, da una “dannosa e cieca repressione in nome di un concetto di legalità statico incapace di rispondere alle dinamiche della società e dell’economia salinara”.
Solo chi ha una concezione distorta della legalità può definire dannosa e cieca repressione la decisione di eliminare un abusivismo intollerabile ed offensivo del decoro della città. Aver avuto il coraggio e la forza di porre in esecuzione provvedimenti di rimozione, in precedenza inutilmente assunti dalla Carlucci e dal Commissario straordinario, è un merito che va riconosciuto a Paolo Marrano. Non è stato un atto dispotico ma una decisione giusta, assunta nel doveroso rispetto della legge, nell’interesse della città  e degli operatori economici tutti, compresi coloro che sono stati attinti da tali provvedimenti. Deturpare un bene collettivo è un’offesa non solo all’estetica, ma alla economia della città,  che ha nel turismo la prima fonte di reddito e  la unica occasione di sviluppo.
Si può criticare l’Amministrazione Marrano per una serie innumerevole di inadempienze e ritardi, ma non per aver eliminato quelle brutture sul lungomare costituite da chioschi e manufatti di vario tipo, collocati stabilmente su suolo pubblico “a gratis”. Non vi possono essere, a tal riguardo, visioni dinamiche ed evolutive delle norme: quello che è abusivo resta tale e va eliminato perché offende il cittadino onesto e colpisce gli interessi della comunità. Non vi sono concetti dinamici di legalità; essi rappresentano solo un espediente per eluderla.
Un diverso approccio, poi, merita il tema del commercio (Pescherie e Ortofrutta) che va regolamentato, anche qui eliminando gli abusi di chi vende senza autorizzazione amministrativa, venendo incontro alle esigenze di chi lavora e paga le tasse.
Si regolamenti la materia in modo da consentire, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, di esporre la merce sugli ingressi degli esercizi ed in loro prossimità. Vedere un banco ben allestito di frutta e verdura non offende il decoro della città, mette allegria ed anche qualche soldo nelle asfittiche casse comunali.
Avv. PIETRO DI BENEDETTO

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