La caratteristica principale dei Centro di Raccolta, in tutte le città
in cui essi vengono realizzati, è quella di sorgere in prossimità di abitazioni
e spesso si trovano anche vicini a scuole e parrocchie. Il perché è molto
semplice: sono funzionali sia a supportare il sistema di raccolta ‘porta a
porta’ che, con il venir meno dei cassonetti per strada, non permette al
cittadino di conferire, nel momento a lui più comodo, una determinata quantità
di rifiuto differenziato raccolto sia a raccogliere quelle tipologie di
materiali non coperte dal sistema di raccolta domiciliare.
I rifiuti così raccolti sono stoccati in container ermetici e dotati
di sistema di copertura posizionati su pavimentazione impermeabile in attesa di
essere conferiti agli impianti di recupero secondo una tempistica che si andrà
a definire nel Regolamento del Centro. Insomma circa 5/8 container monitorati
aiuteranno i cittadini non solo nel loro compito di differenzazione dei rifiuti
prodotti ma anche a migliorare il decoro urbano. Se il sistema porta a porta
infatti elimina dalle strade cassonetti spesso lasciati aperti, dati alle
fiamme e considerati come punto di abbandono di qualsivoglia genere di rifiuto,
il centro di raccolta offre la possibilità di eliminarli e di evitare le micro
discariche abusive che infestano il nostro territorio. Se sino ad ora abbiamo
avuto dunque abbandono all’aria aperta di rifiuti indifferenziati con rischi
per l’ambiente e per la salute, con il Centro avremo stoccaggio al chiuso di
materie differenziate e pronte ad essere riciclate con conseguente tutela dell’ambiente
e della salute.
Questi punti fermi rendono incomprensibili le dichiarazioni di chi è
contrario alla realizzazione di tale Centro.
I problemi legati alla salute e all’ambiente per i quali ciascun
comitato ed ogni parroco dovrebbe lottare insieme alla propria gente sono
altri. Il territorio di Barletta ospita una cementerai che brucia ogni anno 65.000
tonnellate di rifiuti e si appresta ad ospitare in località San Procopio una
discarica di rifiuti speciali non pericolosi. Inceneritori e discariche
inquinano le matrici ambientali quali aria, suolo e falde acquifere con gravi
ripercussioni sulla nostra salute eppure su Buzzi Unicem e discarica di San
Procopio il silenzio è generale. Il Comune di Barletta è impegnato
nell’istituzione dell’ATO BAT (ambito territoriale ottimale) che si occuperà
dell’impiantistica legata alla gestione dei rifiuti e dell’ARO1 (ambito di
raccolta ottimale) che si occuperà dei servizi di spazzamento, raccolta e
conferimento eppure nessuno tranne noi del coordinamento Rifiuti Zero denuncia
la mancanza di coinvolgimento della popolazione in decisioni che avranno enormi
ripercussioni sulla nostra salute e sull’ambiente che ci ospita.
Il sistema ‘porta a porta’ ed il Centro di raccolta sono due virtuose
pratiche di gestione dei rifiuti in quanto sicure e utili all’aumento della
percentuale di raccolta differenziata di qualità ma non sono sufficienti. Per
questo ribadiamo che l’unica strategia in grado di assicurare sostenibilità
ambientale e sanitaria e favorire sana occupazione è la Strategia Rifiuti Zero:
bisogna ridurre la produzione di rifiuti, differenziare e riciclare o compostare
quelli prodotti e rifiutare qualsiasi pratica di incenerimento e conferimento
in discarica.
Chiediamo al Sindaco Cascella e alla sua maggioranza se l’unico
obiettivo del nuovo sistema di raccolta domiciliare supportato dal Centro
Comunale di Raccolta sia evitare l’ecotassa o se tali scelte siano l’inizio di
un percorso in grado di garantire i diritti alla salute e a vivere e lavorare
in un ambiente sano. Invitiamo comitati e parroci ad affrontare i disastri
ecologici che seppur ubicati in determinate zone della città hanno
ripercussioni nefaste per l’intera comunità. Pretendiamo momenti di
coinvolgimento della popolazione che riguardano le tematiche ambientali
frequenti e pianificati con i diversi soggetti sociali interessati al bene ed
al benessere generale.
Sabrina Salerno
Portavoce coordinamento LIP Rifiuti Zero provincia Bat
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