"CON FOGGIA E LECCE LA BAT TRA LE 15 PROVINCE CON PIÙ
DISOCCUPATI"
Con quella di Foggia e di Lecce la Bat risulta essere, secondo il
recente rapporto Istat relativo al primo trimestre del 2014, la Provincia con
più disoccupati tra le 15 Province italiane che vivono questa condizione
negativa.
Una condizione che impone immediatamente una riflessione che pare
non sia stata finora presa neanche in considerazione quindi ci si chiede se le
politiche del lavoro attuate sul territorio siano state efficaci o meno ma il
dramma è che, se escludiamo l’azione attiva dell’Ente Provincia di Barletta
Andria Trani, nei comuni della Bat esse sono praticamente inesistenti.
Un deficit culturale, politico, amministrativo e dirigenziale che
avrebbe dovuto incitare proprio quei comuni, cioè tutti, incapaci a programmare
azioni reali e concrete per lo sviluppo occupazionale, a fare rete e
soprattutto ad inserirsi in un circuito virtuoso mentre hanno continuato ad
isolarsi pilotando le risorse pubbliche verso azioni che nessun risultato hanno
mai dato in termini generali se non per singoli soggetti che ne hanno tratto
solo beneficio in termini di consensi elettorali e di propaganda. Ruolo
assolutamente passivo è stato inoltre svolto da quelle cosiddette Agenzie che
ormai si sono trasformate in incubatori del nulla e del niente se non per
dispensare incarichi e benefici improduttivi.
Già da anni le percentuali di disoccupazione in questo territorio
sono sempre state di almeno 10/13 punti percentuali superiori a quelle già
drammatiche registrate nel resto del Paese anche se di queste percentuali ne esiste
una quota relativa al lavoro sommerso in quanto sempre quelle amministrazioni
incapaci di attuare politiche occupazionali sono addirittura talvolta contro il
lavoro al punto che a quanti si accostino all’Ente per usufruire di benefici e
benefits viene richiesto uno stato di disoccupazione per accedervi e questo
significa spesso incitare e indurre chi un minimo di lavoro regolare lo ha a
rifugiarsi nel sommerso per usufruire dei benefici riservati ai senza reddito e
questo è un male tipico della politica che dovrebbe, invece, premiare chi il
reddito comunque lo produce ma tale reddito sia insufficiente e vada quindi
sostenuto con altre azioni di intervento e di sostegno sociale ed economico.
Tornando al dramma disoccupazione derivante dal rapporto Istat il
nostro territorio si posiziona tra le quindici Province in Italia col più alto
tasso di disoccupazione generale facendo registrare il 22% e noi ci aggiungiamo
che il tasso di inoccupazione giovanile ha superato il 58% a fronte di una
percentuale che in Italia non supera il 42,7%.
Poiché questi sono dati direttamente correlati all’efficienza o
meno delle politiche attuate sia a livello centrale che territoriale è altresì
vero che essi sono anche lo specchio della capacità o meno dei territori di
essere attrattori di investimenti con conseguente creazione di occupazione
reale e buona quindi in assenza di questi investimenti ne consegue che
evidentemente le politiche del lavoro attuate sinora vanno completamente
ridisegnate così come vanno incentivate laddove inesistenti specie se si tiene
conto delle enormi quantità di fondi pubblici spesi senza risultati perché
orientati a tamponare situazioni di emergenza momentanea piuttosto che
finalizzati per mantenere equilibri che nulla hanno a che fare con le reali esigenze
ed aspettative del territorio e segnale lampante di queste inefficienze sono
anche rappresentate dai risultati derivanti dal comparto della Formazione.
Le mancate risposte alle continue sollecitazioni nel creare un
Piano di Emergenza Sociale che vedesse insieme tutte le componenti attive sui
territori sono ulteriore segnale di quanto il sistema sia poco propenso a
cedere pezzi di rappresentanza e tenda a mantenere invece in modo assoluto
pezzi di potere precostituito che rimangono a tutto quasi esclusivo beneficio e
vantaggio del sistema chiuso.
Chi continua a pensare che possano essere singoli settori a mutare
la situazione sbaglia ancora e non comprende che il rilancio può avvenire solo
con un’azione sistemica e omogenea che investa il sistema economico
territoriale nel suo insieme, a partire dal comparto agricolo fino all’edilizia
passando per l’artigianato, l’industria, il commercio e i servizi avanzati
quindi il turismo perché le potenzialità le conosciamo tutti, le capacità pure
ma ancora manca quell’azione di coordinamento e di incentivazione mirata perché
diventa difficile pensare di attrarre investitori importanti e qualificati in
una terra che evidentemente mostra segnali di scarsissima attrattiva e non
provvede a risolvere questioni, come quella ambientale o urbanistica o della
carente rete dei servizi integrati, che sono imprescindibili e prioritari.
Gli enormi sprechi ed inutilizzi dei fondi pubblici ed europei ne
sono ampia dimostrazione e l’ultima opportunità vanificata proprio dall’assenza
di programmazione dello sviluppo locale cioè quella della Zona Franca Urbana ne
è la lampante dimostrazione.
Un’intera classe politica e dirigente sarà ricordata non tanto per
lo spreco di denaro pubblico quanto per lo spreco e l’inutilizzo di opportunità
che questo territorio ha avuto a disposizione in enorme quantità ma che non ha
visto né ha saputo o voluto cogliere.
Savino Montaruli
Presidente
UNIMPRESA BAT
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