«Le notizie apparse negli ultimi giorni,
a mezzo stampa, stanno generando una gran confusione sia nel corpo studentesco
dell'Ita sia nelle famiglie degli studenti. Continue ed incessanti le
telefonate e le richieste di chiarimenti delle famiglie, preoccupate e timorose
per i propri figli iscritti all'Istituto Agrario».
Questo un primo commento del Dirigente al
Settore Caterina Navach che ha aggiunto: «Famiglie e studenti che
quotidianamente tranquillizziamo, come già ampliamente accaduto nelle riunioni
tenutesi con i rappresentanti d’Istituto: l'Umberto I non scompare, non muta
indirizzo, non cambia sede e il corpo docente a tempo indeterminato resta in
servizio. L'accorpamento al Lotti è puramente un'operazione
"matematica" che consente di statalizzare la stessa scuola pur in
assenza del limite minimo di 600 studenti previsto per l'autonomia scolastica.
Gli studenti a settembre riprenderanno le lezioni nella sede di piazza S. Pio,
svolgeranno le esercitazioni nel podere “Agresti” e troveranno in aula il corpo
docente a tempo indeterminato; per la prima volta dopo anni ci sarà un
dirigente scolastico ed un DSGA, che saranno gli stessi del Lotti - ha concluso
il Dirigente Navach -.»
Sull’argomento è intervenuto anche
l’Assessore alle Politiche Attive del Lavoro, Politiche Scolastiche e della
Pubblica Istruzione, Formazione Professionale, Rapporti con le Associazioni
Provinciali Giovanni Patruno.
«La Provincia ha portato l'Istituto
Tecnico Agrario da scuola con meno di 180 studenti ad oltre 300 iscritti e
frequentanti in soli tre anni; continuarne la gestione sarebbe stato motivo di
orgoglio e motivazione per noi tutti però alla luce del d.l. 78/2010 convertito
in Legge n.122/2010, che ha imposto un tetto di spesa per il lavoro flessibile,
di fatto ha reso impossibile garantire la copertura delle cattedre non
assicurate dal corpo docente a tempo indeterminato. A ciò si è aggiunta l’impossibilità
ex lege per le province di procedere ad assunzioni a tempo indeterminato. La
situazione – ha proseguito Patruno - è stata arginata con una soluzione tampone
per l'anno scolastico 2013/2014 affidando al Centro Ricerche Bonomo la gestione
dell'Istituto, ma tale situazione non è riproponibile. Alla luce del quadro
sopra descritto la scuola era "condannata" alla chiusura per impossibilità
di funzionamento. La scelta di statalizzare, istruita concordemente all'Ufficio
Scolastico Regionale prima e con il MIUR poi, sempre e comunque sotto la
supervisione della Regione Puglia, consentirà dal prossimo anno scolastico non
solo di salvaguardare le posizioni esistenti per gli studenti ma di assicurare
loro un titolo di studio di valore statale e non più solo parificato; un quid
pluris insomma per la scuola e non una deminutio come dai timori ingenerati
nelle famiglie in questi giorni - ha concluso l’Assessore Patruno.»
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