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News dalle Città della BAT

lunedì 17 novembre 2014

ANDRIA : CENTRO STORICO, SIA VERO SVILUPPO E NON FENOMENO DA BARACCONE.

GLI IMPRENDITORI CONTINUANO AD INVESTIRE, NOI LI SOSTENIAMO E LI STIMOLIAMO MA EVITIAMO CHE LA FAVOLA FINISCA SUBITO.
INTANTO SAREBBE MEGLIO APRIRE I BAGNI PUBBLICI IN PIAZZA CATUMA.

Grazie all’impegno degli imprenditori andriesi, alla loro capacità di riconversione, alla loro forte motivazione, capacità di investimenti, innata propensione alla novità, voglia di fare, di reagire e di non arrendersi, il centro storico di Andria è cambiato, è profondamente cambiato diventando un contenitore di grande “interesse”, non solo economico ma anche e soprattutto sociale. Dal punto di vista economico siamo stati noi per primi a sollecitare, a sostenere ed a stimolare gli investitori verso quella scelta, anche se il nostro orientamento verso la creazione di determinate forme di impresa diversificata e fatta di veri e propri percorsi commerciali integrati non ha sortito l’effetto sperato e il nostro progetto elaborato nell’ambito della Zona Franca Urbana, che rappresentava una misura perfetta per essere utilizzata al massimo in tal senso, è venuta meno anche perché è venuta meno, anche questa volta purtroppo, quell’idea di fare comune senza pregiudizi o preclusioni ma anche in questo caso il ruolo del “Pubblico” è venuto meno ignorando quello che poteva invece veramente fare la differenza ma va bene lo stesso visto che anche questa volta il privato ha avuto la capacità di sopperire a quelle resistenze e fatto fronte a quelle carenze ormai sistematiche e radicate.
Sviluppo economico e produttivo che si è quindi orientato verso una certa tipologia di esercizi che, a decine, in pochi mesi hanno avviato le loro attività nel centro antico andriese puntando su un target che sta sicuramente portando grandi vantaggi a quelle imprese che hanno puntato sul consumo veloce ed immediato guardando ad un certo mondo cioè a quello dei giovani e ai loro “bisogni”.
Proprio per introdurre l’elemento “sociale” diverso e diversificato da quello economico ma solo apparentemente perché da quest’ultimo fortemente condizionato, la nostra preoccupazione, fondata anch’essa, è che quel fenomeno che vede popolarsi in modo spropositato il centro storico ma solo nelle tardissime ore serali, possa non essere poi in realtà un fenomeno di interesse culturale ma diventare da baraccone perché le premesse, purtroppo ci sono tutte e non sono solo preoccupazioni preconcette ma reali situazioni di “disagio”, per usare un eufemismo, vissute e verificate tutti i giorni da chi quei luoghi li conosce, li frequenta, li osserva e li vive pure.
Quegli episodi che prima d’ora erano classificati, sbagliando nella loro minimizzazione, di “intolleranza” di “diseducazione” di “maleducazione” e di “provocazione” oggi sono molto di più e i recenti fatti di cronaca che parlano di spaccio di droghe e di frequenti situazioni gravissime derivanti dall’abuso di assunzione di sostanze, tra le quali in modo abbondante quella di alcol, non possono essere messe in discussione; sono reali e sono tutte lì, sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere e che vedono.
Lasciamo quindi il motto del tutto va ben a chi li occhi li chiude per vedere solo ciò che piace vedere, quindi non parliamo delle valutazioni “politiche” di quelle situazioni ma guardiamo, invece, a chi non vuole fermarsi alla superficiale e sommaria valutazione.
Dallo spaccio di cocaina ed eroina, tralasciando la ormai consueta e diffusa abitudine all’uso e spaccio massiccio di cosiddette droghe leggere fino al consumo esagerato di alcol da parte di minori con un pubblico e disinvolto consumo all’aperto di prodotti anche di scarsissima qualità fino alla prostituzione minorile che è sempre stato un fenomeno oltremodo sottaciuto in una città sempre di più divisa in grandi e piccole caste, sono fenomeni in fortissima e preoccupante crescita.
Se consideriamo che il dato più drammatico che affligge il nostro Paese e la nostra città, quello legato alla disoccupazione giovanile che ormai supera il 50%, constatiamo invece che i maggiori acquirenti e consumatori di sostanze, di beni durevoli, di beni di consumo, di tecnologia e di servizi alla persona sono proprio i giovani, quei giovani “statisticamente” disoccupati quindi sarebbe lecito chiedersi: ma queste facoltà economiche da dove provengono? Spaccio, prostituzione, utilizzo improprio delle risorse e dei beni familiari? Quali altre forme di “approvvigionamento?”.
Evidentemente la questione assume un’importanza ancor più rilevante e richiede un ragionamento molto più complesso ed articolato. Allora, perché tanto silenzio? Perché non parlarne?
Martedì prossimo un altro coraggioso imprenditore, uno dei nostri tanti coraggiosi imprenditori che hanno trovato anche la nostra vicinanza umana e di sostegno all’impresa, inaugurerà un punto di eccellenza proprio in Piazza Catuma e nelle prossime settimane altri lo faranno. Sono quegli stessi imprenditori con i quali ci confrontiamo, ci rapportiamo e dialoghiamo a sono loro a dirci che la città di Andria mostra le sue capacità di sviluppo e di crescita ma rimane purtroppo sempre la città delle contraddizioni, della mentalità che non avanza, della cultura che fa passi indietro e del degrado che prolifera.
Vedere in quei luoghi ragazzini e ragazzine che in modo spregiudicato tirano giù i pantaloni, se uomini, o si accovacciano in modo indecente, se femmine, per fare i loro bisogni in ogni luogo, all’aperto, incuranti di tutto e di tutti, allora bisogna capire cosa sta accadendo e se quelli siano, invece segnali precisi e richieste di aiuto.
Non è disfattismo ma realismo duro e crudo e le testimonianze, fisiche, di tutto questo, sono a disposizione.
Oltre ad aprire gli occhi, quindi, cominciamo almeno a riaprire quelli che sono stati, un tempo,i bagni pubblici che erano proprio nei pressi di Piazza Catuma.
Almeno aprendo i bagni si toglierà l’alibi a qualcuno per farla ovunque lasciando quello che tutti vedono.


Il Presidente UNIMPRESA BAT

                                                                                                          Savino Montaruli

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