GLI IMPRENDITORI
CONTINUANO AD INVESTIRE, NOI LI SOSTENIAMO E LI STIMOLIAMO MA EVITIAMO CHE LA
FAVOLA FINISCA SUBITO.
INTANTO SAREBBE
MEGLIO APRIRE I BAGNI PUBBLICI IN PIAZZA CATUMA.
Grazie
all’impegno degli imprenditori andriesi, alla loro capacità di riconversione,
alla loro forte motivazione, capacità di investimenti, innata propensione alla
novità, voglia di fare, di reagire e di non arrendersi, il centro storico di
Andria è cambiato, è profondamente cambiato diventando un contenitore di grande
“interesse”, non solo economico ma anche e soprattutto sociale. Dal punto di
vista economico siamo stati noi per primi a sollecitare, a sostenere ed a
stimolare gli investitori verso quella scelta, anche se il nostro orientamento
verso la creazione di determinate forme di impresa diversificata e fatta di
veri e propri percorsi commerciali integrati non ha sortito l’effetto sperato e
il nostro progetto elaborato nell’ambito della Zona Franca Urbana, che
rappresentava una misura perfetta per essere utilizzata al massimo in tal
senso, è venuta meno anche perché è venuta meno, anche questa volta purtroppo,
quell’idea di fare comune senza pregiudizi o preclusioni ma anche in questo
caso il ruolo del “Pubblico” è venuto meno ignorando quello che poteva invece
veramente fare la differenza ma va bene lo stesso visto che anche questa volta
il privato ha avuto la capacità di sopperire a quelle resistenze e fatto fronte
a quelle carenze ormai sistematiche e radicate.
Sviluppo
economico e produttivo che si è quindi orientato verso una certa tipologia di
esercizi che, a decine, in pochi mesi hanno avviato le loro attività nel centro
antico andriese puntando su un target che sta sicuramente portando grandi
vantaggi a quelle imprese che hanno puntato sul consumo veloce ed immediato
guardando ad un certo mondo cioè a quello dei giovani e ai loro “bisogni”.
Proprio
per introdurre l’elemento “sociale” diverso e diversificato da quello economico
ma solo apparentemente perché da quest’ultimo fortemente condizionato, la
nostra preoccupazione, fondata anch’essa, è che quel fenomeno che vede
popolarsi in modo spropositato il centro storico ma solo nelle tardissime ore
serali, possa non essere poi in realtà un fenomeno di interesse culturale ma
diventare da baraccone perché le premesse, purtroppo ci sono tutte e non sono
solo preoccupazioni preconcette ma reali situazioni di “disagio”, per usare un
eufemismo, vissute e verificate tutti i giorni da chi quei luoghi li conosce,
li frequenta, li osserva e li vive pure.
Quegli
episodi che prima d’ora erano classificati, sbagliando nella loro
minimizzazione, di “intolleranza” di “diseducazione” di “maleducazione” e di
“provocazione” oggi sono molto di più e i recenti fatti di cronaca che parlano
di spaccio di droghe e di frequenti situazioni gravissime derivanti dall’abuso
di assunzione di sostanze, tra le quali in modo abbondante quella di alcol, non
possono essere messe in discussione; sono reali e sono tutte lì, sotto gli
occhi di tutti quelli che vogliono vedere e che vedono.
Lasciamo
quindi il motto del tutto va ben a chi li occhi li chiude per vedere solo ciò
che piace vedere, quindi non parliamo delle valutazioni “politiche” di quelle
situazioni ma guardiamo, invece, a chi non vuole fermarsi alla superficiale e
sommaria valutazione.
Dallo
spaccio di cocaina ed eroina, tralasciando la ormai consueta e diffusa
abitudine all’uso e spaccio massiccio di cosiddette droghe leggere fino al
consumo esagerato di alcol da parte di minori con un pubblico e disinvolto
consumo all’aperto di prodotti anche di scarsissima qualità fino alla
prostituzione minorile che è sempre stato un fenomeno oltremodo sottaciuto in
una città sempre di più divisa in grandi e piccole caste, sono fenomeni in
fortissima e preoccupante crescita.
Se
consideriamo che il dato più drammatico che affligge il nostro Paese e la
nostra città, quello legato alla disoccupazione giovanile che ormai supera il
50%, constatiamo invece che i maggiori acquirenti e consumatori di sostanze, di
beni durevoli, di beni di consumo, di tecnologia e di servizi alla persona sono
proprio i giovani, quei giovani “statisticamente” disoccupati quindi sarebbe
lecito chiedersi: ma queste facoltà economiche da dove provengono? Spaccio,
prostituzione, utilizzo improprio delle risorse e dei beni familiari? Quali
altre forme di “approvvigionamento?”.
Evidentemente
la questione assume un’importanza ancor più rilevante e richiede un
ragionamento molto più complesso ed articolato. Allora, perché tanto silenzio?
Perché non parlarne?
Martedì
prossimo un altro coraggioso imprenditore, uno dei nostri tanti coraggiosi
imprenditori che hanno trovato anche la nostra vicinanza umana e di sostegno
all’impresa, inaugurerà un punto di eccellenza proprio in Piazza Catuma e nelle
prossime settimane altri lo faranno. Sono quegli stessi imprenditori con i
quali ci confrontiamo, ci rapportiamo e dialoghiamo a sono loro a dirci che la
città di Andria mostra le sue capacità di sviluppo e di crescita ma rimane
purtroppo sempre la città delle contraddizioni, della mentalità che non avanza,
della cultura che fa passi indietro e del degrado che prolifera.
Vedere
in quei luoghi ragazzini e ragazzine che in modo spregiudicato tirano giù i
pantaloni, se uomini, o si accovacciano in modo indecente, se femmine, per fare
i loro bisogni in ogni luogo, all’aperto, incuranti di tutto e di tutti, allora
bisogna capire cosa sta accadendo e se quelli siano, invece segnali precisi e
richieste di aiuto.
Non
è disfattismo ma realismo duro e crudo e le testimonianze, fisiche, di tutto
questo, sono a disposizione.
Oltre
ad aprire gli occhi, quindi, cominciamo almeno a riaprire quelli che sono
stati, un tempo,i bagni pubblici che erano proprio nei pressi di Piazza Catuma.
Almeno
aprendo i bagni si toglierà l’alibi a qualcuno per farla ovunque lasciando
quello che tutti vedono.
Il Presidente UNIMPRESA
BAT
Savino
Montaruli
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