Impressiona
l’entità del taglio di oltre 2 milioni di euro che, secondo una elaborazione
pubblicata oggi dal “Sole 24 ore” sull’ “effetto-manovra”, il Comune di
Barletta potrebbe subire nel 2015.
Un ulteriore taglio, per
giunta di tale entità, sarebbe - è bene dirlo subito con estrema chiarezza -
arduo da gestire ancora in termini di contenimento delle spese. Vogliamo
credere si tratti soltanto di una simulazione volta a considerare i gravi
effetti che la legge di stabilità 2015 potrebbe avere sui Comuni italiani, in
particolare su quelli del Sud già alle prese con le conseguenze più pesanti
della crisi e con serie esigenze di coesione sociale.
Il
colpo risulterebbe ancora più penalizzante a cospetto dell’altro dato, quello
che farebbe vedere il bicchiere mezzo pieno: la buona capacità di riscossione
delle entrate fiscali e di utilizzo dei cosiddetti “residui attivi”, che induce
lo stesso giornale a collocare il Comune di Barletta sulla fascia virtuosa dei
Comuni a cui si consentirebbe di alleggerire il peso del patto di stabilità con
maggiori spazi finanziari per gli investimenti del 2015.
Ai
cittadini di Barletta piacerebbe che il bicchiere fosse ben più pieno, perché
di investimenti la città ha urgente bisogno. Ma la cautela è d’obbligo: se si dovesse
continuare a tagliare così, inevitabilmente ci sarebbero meno risorse sia per
gli investimenti sia per la riduzione della pressione fiscale locale.
Impellente
è, dunque, la necessità di porre un deciso altolà ai balletti di cifre del
disegno di legge di stabilità, in modo da acquisire elementi certi e
trasparenti su cui operare le nuove scelte per l’insieme del bilancio comunale del
2015.
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