Una lama lucente, sotto un’elsa
cesellata. Tra storia e leggenda, si narra che la spada esposta a Palazzo Della
Marra in occasione della mostra “La spada e la battaglia”, la cui inaugurazione
è prevista per domani alle 17.30, potrebbe essere realmente appartenuta a
Ettore Fieramosca il cui nome è inciso sul lato anteriore.
Proveniente dal Museo Nazionale di
Capodimonte, la spada, intagliata e ornata dettagliatamente, rappresenta il
fulcro della mostra non solo per il personaggio a cui è legata ma anche per le
caratteristiche che la rendono unica nel suo genere come la sezione del pomo cruciforme
e le proporzioni degli ornamenti che le conferiscono eleganza. Attorno alla
spada ruotano le altri armi da difesa esposte nella sala al primo piano del
Palazzo Della Marra, appartenenti alla collezione di armi di Ferdinando
Cafiero, conservate nel Museo Civico di a Barletta. Spuntoni, alabarde e
picche, sono solo alcune delle tipologie presenti e rappresentano un tipico
esempio di armi in asta che venivano usate dai soldati di ventura durante le
continue battaglie che hanno visto i nostri territori campi di contesa tra l'esercito spagnolo e
quello francese. Non mancano elmi, corazze e scudi, anch’essi provenienti dalle
collezioni di Cafiero a cui appartengono anche buona parte degli arredi, dei
mobili, dei manufatti e dei dipinti che compongono la stanza che idealmente
rappresenta lo studio del Gran Capitano Consalvo da Cordova. Qui, lo si può
immaginare intento a scrivere la lettera destinata a Luigi Dentice Barone di
Vigiano il 14 febbraio, all'indomani della Disfida, per informarlo della vittoria.
“Al magnifico sigr. Loyse Dentice Baron de
Vigiano magnifice vir fidelis regie ac reginalis nobis charissime - si legge
nel documento autografo presentato per la prima volta in una pubblicazione
realizzata in occasione del IV Centenario della Disfida di Barletta del 1903
- essendo la suberbia de francisi tanta
che niente, o, multo poco vi pare vogliano, o, se possano comparar ad essi li
homini de altre natione et specialmente la gente Ytaliane: havendo essi in
questi di fatta elettione de tredici stanno appresso noi ch' sono circa cento
homini de arme ch' voliano gbatter uno per uno con ditti francesi non de meno
reduttese ad egual numero de tredici consertato da l una et l altra banda le
cose conveniente al gbatter, heri se condussero fra Andri et Corata alloco
deputato dove, essendo devenuti ale mano, quantungue francesi fossero stati
delli più valenti homini loro et se
havessero
demostrato gagliardamente, no demeno fo tanta la animosità et gagliardia delli
13 talliani, ch' in meno spatio de un ora amazzorno uno francese, un'altro
fererno a morte, et li altri undici buttaro per terra et li presero et li
haveno condutti cqua in Barletta”. Questa è la vera magia della mostra in cui
ogni pezzo che la compone consente di rivivere i momenti di una storia che ha
reso e continua a rendere Barletta la “città della Sfida”.
E proprio in omaggio alla celebre
battaglia del 13 febbraio 1503 sarà indetto un concorso artistico-letterario
rivolto agli alunni delle scuole primarie e secondarie della Provincia Barletta
Andria Trani che dovranno produrre elaborati grafici, testi poetici,
argomentativi o teatrali ispirati alla figura di Ettore Fieramosca.
Una sfida nella sfida, insomma, che
sarà rievocata anche con un connubio di arti visive grazie al progetto (Di)sfide
Contemporanee: un tripudio di video, foto ed effetti cinematografici,
articolati in due momenti che, dal 30 ottobre al 14 dicembre, animeranno il
Castello di Barletta a cura del Cineclub Canudo. “The Warriors of Beauty”
dell’artista francese Pierre Coulibeuf, “From Milk to Z” del duo italo-spagnolo
Elastic Group formato da Alexandro Ladaga e Silvia Manteiga e l’animazione 3D
“Idle Status” di Raffaele Fiorella e Igor Imhoff, saranno proiettati sulle mura
esterne del castello dal 30 ottobre al 30 novembre.
Dal 15 novembre al 14 dicembre, le
opere video dell’artista americano Peter Campus, considerato uno dei pionieri
della videoarte, saranno mostrate in anteprima nell’esposizione “De Bello
Naturae” affianco a opere, per la maggior parte inedite, della fotografa
americana Kathleen J. Graves e ai paesaggi elettronici di Antonio Trimani. La
mostra, concepita e realizzata da Daniela Di Niso e Antonio Musci e curata da
Bruno Di Marino, è incentrata sul tema del conflitto e della sfida attraverso
un uso creativo e delle nuove tecnologie da cui, seppur nella loro autonomia,
scaturisce un’idea dell’arte che vive una fase di passaggio, di conflitto e di
rigenerazione, sospesa tra passato, presente e futuro.
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