“Il nuovo Codice di comportamento e la responsabilità disciplinare del
personale del comparto enti locali dopo la riforma Brunetta e la legge anticorruzione”
è questo il titolo del seminario promosso dal Responsabile della Prevenzione della
Corruzione della Provincia di Barletta - Andria - Trani, il Segretario Generale
Maria De Filippo, tenutosi questa mattina presso l’Aula Consiliare dell’Ente.
“Sono evoluzioni normative ed
organizzative che guardiamo e recepiamo con favore – ha esordito nella sua
introduzione il Presidente della Provincia Francesco Spina -, perché è oramai
minoritaria quella componente politica che può ritenerle di ostacolo.
Come sempre accade, però, – ha continuato
il Presidente -, anche in questo caso ci sono aspetti che fanno da contrappeso
a questo percorso. Il riferimento è ai costi organizzativi e strumentali in
termini di personale e risorse economiche necessarie talvolta utilizzate per
attività che stento a ricondurre ad una efficace lotta alla corruzione.
L’idea nuova che mi sento di sostenere –
ha voluto sottolineare con forza il Presidente Spina -, è la democratizzazione
della gestione dei servizi. Potrà essere impopolare, specie in questa fase, ma
la bontà di quanto affermo lo dimostra la tradizione italiana: le risposte
migliori ed i risultati si sono avute quando si è affermato il primato della
politica. Si potranno citare le esperienze di politici cattivi o corrotti, ma
la verità è che ad essere sbagliato è il sistema. La provocazione che oggi
lanciamo è che la corruzione va combattuta in maniera strutturale e sistematica con provvedimenti che non
abbiano solo l’effetto di produrre unicamente oneri sulle amministrazioni
pubbliche o si traducano con la mera pubblicazione dello stipendio di un
amministratore o di un dipendente pubblico; rasentando la violazione del
diritto alla privacy non si incide concretamente sulla corruzione, nessuna
mazzetta trova traccia sulla dichiarazione dei redditi del corrotto. Perciò
l’auspicio è che i nostri organi decisionali condividano azioni che incidano in
maniera più strutturale e sistematica per rispondere alle esigenze di una
comunità che possa crescere nel rispetto delle regole ma con buon senso ed
equilibrio”.
Gli ha fatto eco il relatore, prof. Vito
Tenore, magistrato della Corte dei Conti e docente di Diritto del Lavoro
Pubblico.
“Tra le tante criticità – ha detto il
prof. Tenore -, il problema di fondo
nella PA è l’eccesso di norme non sempre ben fatte o ben coordinate e le
resistenze legate ai retaggi del passato. Ho fatto parte della Commissione
Brunetta che ha lavorato sulla riforma oggetto di questa giornata di
approfondimento. Brunetta ha valorizzato il merito: c’è chi è meritevole e chi
è mediocre, chi lavora e fa il suo dovere e chi lo fa molto meno; Il testo
della legge è uno di quelli meglio realizzati. Brunetta ha ripristinato la
gerarchia delle fonti, nel rapporto di forza tra legge e contratto collettivo,
ha depotenziato il ruolo dei sindacati, specie quelli dei livelli decentrati,
ha migliorato il sistema disciplinare per colpire comportamenti poco etici,
illegali o di reato affinchè oltre alla responsabilità penale e patrimoniale, ci sia una reazione interna della pubblica
amministrazione, quella disciplinare, per licenziare chi delinque, sanzionare
chi sbaglia”.
Richiamando il primato della politica e
l’idea lanciata da vice presidente dell’ANCI Puglia nell’ambito del grande
disegno di legge costituzionale che ipotizza anche la soppressione delle
Province, il Presidente della Provincia Francesco Spina ha, inoltre,
sottolineato che: “Piuttosto che abolire le Province bisognerebbe sopprimere e
ricondurre alla competenza provinciale tutti quegli enti nei quali anche come
sindaci partecipiamo, organismi dove si nasconde maggiormente l’insidia della
corruzione e nei quali partecipiamo senza avere potere decisionale essendo tale
attività appannaggio di burocrati, con tutto il rispetto, la stima e l’affetto
che porto a tali figure essendo, tra l’altro, figlio di un pubblico dipendente.
Si tratta di luoghi in cui talvolta le scelte seguono logiche
affaristico-lobbistiche poste in essere da chi dirige quelle strutture -
funzionari, dirigenti o consulenti -, figure competenti che però non rispondono
direttamente a nessuna comunità per il loro operato.
Non condivido la forma elettorale di
secondo livello, come è quella attuata per la nuova governance istituzionale
delle Province o come quella, ad esempio, dei parlamentari scelti dall’alto.
Meccanismi che se non sembra abbiano direttamente a che fare con la lotta alla
corruzione sono, invece, gli snodi principali per lottare contro le forme
degenerative perché quando le decisioni politiche non attraversano i percorsi
della democrazia partecipativa, aumentano i rischi che le stesse scelte vengano
occultate o sopraffatte da logiche di altra natura, che si annidi il pericolo
della corruzione. Così poi è più facile colpire il politico, per l’utilizzo
della macchina blu o del telefonino, piuttosto colui che vive di corruzione e
si arricchisce attraverso percorsi ed azioni corruttive di cui casomai lo
stesso politico si serve o è complice.
E’, questa, una riflessione – ha concluso
il Presidente della Provincia Francesco Spina - che lancio ai livelli
parlamentari, agli organi legislativi, richiamando anche una maggiore
attenzione per i problemi dei micro territori per scelte che nel medio lungo
periodo indirizzano le grandi forme di sviluppo delle comunità per il progresso
sociale e civile”.
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