Le nocive politiche di spending rewiev messe in atto dal Governo Monti nel 2012 interessarono anche l’amministrazione della giustizia con l’esclusivo fine di risparmiare qualche euro. Il tutto, come è ovvio, a discapito degli/lle utenti e degli/lle operatori/trici del settore.
Tale ”riforma” prevedeva, tra l’altro, l’accorpamento degli uffici del Giudice di Pace. Anche il nostro territorio non restò estraneo al provvedimento, con il previsto accorpamento dell’ufficio di Andria a quello di Trani.
L’accorpamento poteva, comunque, essere evitato qualora le amministrazioni comunali si fossero fatte carico dei costi della struttura (compresi quelli del personale).
L’amministrazione comunale si attivò in tal senso con enfasi, dichiarando la propria disponibilità a fornire personale adeguato e mezzi all'ufficio.
Peccato che a tale annuncio non sia seguito un serio impegno.
L'amministrazione, infatti, dopo aver inizialmente sostituito gli operatori ministeriali, anche con personale assunto dal Comune di Andria con contratto a tempo determinato (peraltro scelto in maniera molto discutibile), è dovuta tornare sui suoi passi, adibendo di fatti a tali funzioni soltanto tre dipendenti comunali. Nonostante l’impegno ed il notevole spirito di servizio dei tre dipendenti, i quali pagano inevitabilmente la poca esperienza nel settore giustizia atteso che solo pochi mesi fa ricoprivano incarichi di tutt’altra natura, allo stato, non è garantita la piena efficienza delle attività di ufficio.
A nulla sono valse le varie sollecitazioni indirizzate all’amministrazione.
Ci ritroviamo, quindi, con un Ufficio del Giudice di Pace vicino al collasso e con il solito impegno assunto e non mantenuto fino in fondo, con ritardi che si aggiungono ad altri ritardi. Il tutto a discapito di chi giornalmente ci lavora, nonché dei diritti delle persone.
Quella che si è venuta a creare è una situazione incresciosa che va risolta senza ulteriore indugio. Non si può continuare a creare illusioni con progettualità prive di contenuti concreti, messe in atto solo per dar sfogo alla propria mania di protagonismo.
Tale ”riforma” prevedeva, tra l’altro, l’accorpamento degli uffici del Giudice di Pace. Anche il nostro territorio non restò estraneo al provvedimento, con il previsto accorpamento dell’ufficio di Andria a quello di Trani.
L’accorpamento poteva, comunque, essere evitato qualora le amministrazioni comunali si fossero fatte carico dei costi della struttura (compresi quelli del personale).
L’amministrazione comunale si attivò in tal senso con enfasi, dichiarando la propria disponibilità a fornire personale adeguato e mezzi all'ufficio.
Peccato che a tale annuncio non sia seguito un serio impegno.
L'amministrazione, infatti, dopo aver inizialmente sostituito gli operatori ministeriali, anche con personale assunto dal Comune di Andria con contratto a tempo determinato (peraltro scelto in maniera molto discutibile), è dovuta tornare sui suoi passi, adibendo di fatti a tali funzioni soltanto tre dipendenti comunali. Nonostante l’impegno ed il notevole spirito di servizio dei tre dipendenti, i quali pagano inevitabilmente la poca esperienza nel settore giustizia atteso che solo pochi mesi fa ricoprivano incarichi di tutt’altra natura, allo stato, non è garantita la piena efficienza delle attività di ufficio.
A nulla sono valse le varie sollecitazioni indirizzate all’amministrazione.
Ci ritroviamo, quindi, con un Ufficio del Giudice di Pace vicino al collasso e con il solito impegno assunto e non mantenuto fino in fondo, con ritardi che si aggiungono ad altri ritardi. Il tutto a discapito di chi giornalmente ci lavora, nonché dei diritti delle persone.
Quella che si è venuta a creare è una situazione incresciosa che va risolta senza ulteriore indugio. Non si può continuare a creare illusioni con progettualità prive di contenuti concreti, messe in atto solo per dar sfogo alla propria mania di protagonismo.
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