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martedì 13 gennaio 2015

PSICOLOGIA : Se ci pensi scopri che ti droghi pure te

Oramai si pensa che non è tutto frutto di predisposizione personale, di impegno, allenamento, c’è sempre un sospetto doping, si dice agli amici scherzando: “ma ti sei dopato?”.
A volte è vero, anche gli amici si dopano, certo non te lo dicono, lo sanno che è vergognoso, non è leale, è da personalità fragile, è da falliti.
Interessante il testo del brano musicale dei Nobraino dal titolo “Endorfine” che illustra come in qualche modo tutti si dopano: “Si droga il tipo che fa le gare con la bicicletta
Si droga quello con la sigaretta e la slot machine
Si drogan tutti durante l’ora dell’aperitivo
Si droga il prete con tutto quel vino
Se ci pensi scopri che ti droghi pure te
Si droga quello per sopportare l’ansia ed il dolore
Si droga l’altro che vuole dormire, che male c’è?
Si droga il nonno da quando non gli tira più l’uccello
Si droga mamma per restare bella
Forse, non tutti sanno che durante gli sforzi fisici intensi e prolungati il cervello rilascia endorfine neurotrasmettitori con proprietà simili a quelle della morfina
I benessere che ne deriva è uno dei fattori che spinge molte persone ad allenamenti frequenti ed estenuanti
Ed il dottore si droga sempre prima di operare, si droga tutte le sante mattine con il caffè
Ma più di tutti sono drogati quel li innamorati che si strafanno di carezze e baci.” (1)
Si potrebbe pensare che il sospetto doping vi è ovunque e su chiunque, soprattutto dove si fanno imprese, dove si eccelle.
Ciò è successo anche in pratiche che sembrano immuni, quali le belle imprese in montagne a contatto con la natura, leggendo la rivista “LO SCARPONE” ho potuto leggere del primo caso di doping nello sci alpinismo, certo la tendenza sarebbe di nascondere, come tenersi un drogato in casa, per non essere giudicati per non mettere questo sport sotto le lenti di ingrandimento dei giudici, dell’opinione pubblica, ecco cosa si legge di questo caso sulla rivista “LO SCARPONE”: “Primo caso di doping conclamato nella storia degli sport alpinistici. Il sei volte campione del mondo francese di scialpinismo Patrick Blanc, 36 anni, è stato sorpreso nel dopogara alla Patrouille des Glaciers con tracce di eritropoietina - l’ormone che stimola la produzione dei globuli rossi - nelle urine.
L’UIAA ha quindi avviato un provvedimento disciplinare nei suoi confronti - squalifica per due anni dalle gare.’
Anche riguardo all’Himalaya, Reinhold Messner ha denunciato l’uso-abuso di medicinali che ha trasformato in farmacia ogni campo base degli Ottomila. (1)
     Per autoemotrasfusione (AET) (anche indicata con i termini: doping ematico, emodoping, eritrocitemia indotta) si intende il prelievo di sangue da un atleta e la successiva reinfusione nello stesso individuo di globuli rossi (più raramente di sangue intero) al fine di aumentare la capacità del sangue di trasportare ossigeno.
     Per molto tempo è stata utilizzata la emotrasfusione omologa, cioè la trasfusione di sangue compatibile con quello del soggetto ricevente, ma proveniente da un altro individuo. Tale tecnica è stata abbandonata perché dipendeva necessariamente dalla presenza di un donatore ed esponeva maggiormente ai rischi infettivi e di incompatibilità legati alla trasfusione. Gli sport nei quali è stata prevalentemente usata o sperimentata l’AET sono quelli di fondo, a prescindere dalla specialità (sci, maratona, ciclismo) essendo attività fisiche la cui pratica è resa possibile grazie a fonti energetiche di tipo ossidativo, che utilizzano, cioè, l’ossigeno del sangue.
     La necessità di ridurre al minimo le complicanze legate alla trasfusione di sangue e il notevole sviluppo delle tecniche di biologia molecolare e di ingegneria genetica hanno reso disponibile l’eritropoietina, un fattore di crescita di origine renale che regola la produzione dei globuli rossi.
     L’effetto collaterale più importante delle trasfusioni di sangue è il rischio di infezioni, che è stato ridotto dalla sostituzione della trasfusione omologa con l’AET ed eventualmente dall’uso dell’eritropoietina.
     Eritropoietina ricombinante. In seguito all’isolamento e alla purificazione dell’eritropoietina da urine umane nel 1977, è stato possibile negli anni Ottanta identificare il gene da cui dipende la sintesi di questo ormone ed ottenerne il prodotto mediante tecniche di ingegneria (eritropoietina ricombinante o epoietina).
     E’ prudente non sottovalutare i pericoli potenziali di questo farmaco, legati essenzialmente all’aumento dell’ematocrito e della viscosità del sangue: ipertensione, insufficienza cardiaca, ictus cerebrale, infarto miocardico.
     Secondo una indagine promossa nel 1988 dal CONI e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, il 7% degli atleti italiani ricorrerebbe a pratiche di AET. Queste percentuali si raddoppiavano se il doping veniva considerato come fatto occasionale.
     Grande scalpore suscitò nel 1985 la rivelazione del Comitato Olimpico Statunitense secondo cui 7 dei 24 membri della squadra olimpica ciclistica USA, tra cui 4 premiati, avevano ricevuto trasfusioni di sangue per migliorare le loro prestazioni nelle Olimpiadi di Los Angeles.
     Condannato dalla Commissione Medica del Comitato Internazionale Olimpico nel 1976, il ricorso alla AET è oggi ufficialmente vietato, insieme a quello dell’eritropoietina (3).
 A seguito di un controllo incrociato sangue-urine a sorpresa, effettuato su 50 atleti alla vigilia dei campionati del mondo di Edmonton 2001, tra i dieci casi sospetti – secondo la Iaaf – di ulteriori accertamenti, quello del trentaseienne Roberto Barbi, è risultato l’unico caso di positività ed il primo caso mondiale di EPO nell’atletica. In un intervista apparsa sulla Gazzetta dello Sport il 28 agosto 2001, Leonardo Ricci, il suo trainer, racconta di una conversazione in cui l’atleta ha confermato la sua colpevolezza, puntando il dito su uno sconosciuto che gli avrebbe offerto delle fiale durante il ritiro di St. Moriz (4).


(1)   Endorfine – Nobraino
(2)   LO SCARPONE, DICEMBRE 2008 – 25, p. 25.
(3)   Simone M., Doping. Il cancro dello sport., Edizioni FerrariSinibaldi, Milano, 2014, pp.69-73.
(4)   Simone M.,  Psicologia dello sport e dell'esercizio fisico. Dal benessere alla prestazione ottimale, Sogno Edizioni , Genova, 2013 , p. 127.


Matteo SIMONE

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

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