Dopo l’anteprima nazionale al
Piccolo Teatro di Bari e un mini tour in Basilicata, “La macìara. Si possono
guarire le mani?”prosegue il suo percorso il 31 gennaio 2015 (porta 20:30 –
ingresso 21:00) al Teatro Mimesis di Trani (via Pietro Palagano 53). L’evento è
organizzato in collaborazione con il Cielo di Carta – Scuola di Teatro di Trani.
Un tempo, neanche troppo lontano,
in Basilicata, le donne si mettevano sull’uscio di casa e raccontavano storie
ai bambini, alle altre donne e ai contadini che tornavano dai campi. Storie
divertenti o macabre, che importava. Alla gente piaceva ascoltare. Oggi si è
persa quest’abitudine. Le parole sono diventate suoni distratti che ci attraversano
per caso, senza più il peso dell’emozione.
Con “La macìara. Si possono guarire
le mani?”, la compagnia Notterrante propone un racconto dalle atmosfere
arcaiche, sull’ambigua figura della macìara. La storia, scritta da Mariella
Soldo, vuole andare al di là della tradizione e del cliché, cercando di
recuperare il lato umano di questo personaggio popolare. Il racconto è ambientato
in un villaggio immaginario della bassa Lucania, ai confini con la Puglia e a
ridosso della seconda guerra mondiale.
Maria non è una donna come le altre.
Sul suo viso mai un tratto di esasperata femminilità. Il suo corpo ha l’odore
delle terre arse e delle campagne desolate del sud. Un giorno sposa Rocco il
pastore. Nascono due figli: Lucietta e Franceschino.
Il testo scava nei sentimenti
contraddittori di questi personaggi, cercando di sradicarli dalla propria terra
e di andare nel profondo, senza l’ombra del giudizio o dell’analisi
antropologica. Si scava anche nell’animo femminile e nella sua complessità, nei
dolori soffocati di madri che non possono parlare, di figlie che non sanno
ascoltare, ma anche di uomini che affogano nella terra e di bambini che
subiscono violenze.
Un racconto di dolcezza e di brutalità
fisica, di amore coniugale e incestuoso, di vendetta, di odio, di invidia, ma
anche di bellezza.
L’attrice Barbara De Palma dà vita,
attraverso letture drammatizzate, monologhi e canti popolari, a tutti i
personaggi di questa storia. Con viola e violino, Stefania Ladisa accompagna la
voce dell’attrice in questo viaggio attraverso un tempo mitico e ancestrale, in
cui la forza della tradizioni superava il buonsenso.
INGRESSO
RISERVATO AI SOCI
Prenotazione obbligatoria al 346.8259618
Posto Unico Numerato € 10,00
Prenotazione obbligatoria al 346.8259618
Posto Unico Numerato € 10,00
“Stringo
le mani. Le mie mani hanno bisogno di cura. Guarite le mie mani. Vi pago, un
soldo a dito. Tremano e non sanno vivere le mie mani.
Ogni
vena un dolore, ogni riga una storia. Dicono in giro che io prendo le vite.
Dicono in giro che io sono una macìara, una di quelle femmine che deve morire.
Ma quando scendo dal letto e mi strappo dai sogni divento terra. Terra come
tutti. Come voi. Incrostata, divento una donna. Donna”.
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