Salta in Provincia il tavolo convocato dal Presidente Spina
sulla vertenza “Euronics” a causa dell’assenza della proprietà.
La proprietà decide di non presentarsi al tavolo
convocato dal presidente della Bat in Provincia e l’incontro per parlare del
futuro e delle sorti di venti lavoratori salta. Non solo, il legale
rappresentante Raffaele La Torre
esprime le sue idee tramite un comunicato inoltrato direttamente alla sede di
piazza San Pio X.
“Ci troviamo di fronte ad un atteggiamento
inaccettabile – commentano Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat e Tina
Prasti, segretaria Filcams Cgil Bat – da parte della proprietà che decide di affrontare,
anzi sarebbe più corretto dire non affrontare, la questione della chiusura dello
store ubicato nel centro commerciale Mongolfiera di Andria e soprattutto di non
interessarsi del futuro dei venti lavoratori che dal primo marzo saranno in
mezzo ad una strada. La Torre
in una missiva inviata alla Provincia spiega che non partecipa all’incontro non
per mancanza di volontà ma perché allo stato non esistono condizioni favorevoli
per il rilancio del punto vendita. Dice, inoltre, di scrivere con molto ‘rammarico’,
peccato che facendo saltare il tavolo con la sua assenza non ha neanche provato
ad incontrare le istituzioni, il Presidente Francesco Spina ed il Sindaco di
Andria Nicola Giorgino, che tra l’altro ringraziamo per l’interesse mostrato, e
non ha neanche voluto tentare con loro e con noi di affrontare la questione. Tutti
insieme avremmo potuto trovare delle soluzioni, o almeno provarci”.
“È evidente che la proprietà non era interessata ad
occuparsi della vicenda. È altrettanto evidente che il fine ultimo per loro non
è il lavoro ma il profitto, il mero profitto. Anzi, si è tentato di far cadere
le responsabilità della stessa chiusura sui lavoratori quando, probabilmente,
le cause della chiusura del negozio sono riconducibili alla gestione dello
stesso. Inoltre, La Torre
parla anche del ricorso al contratto di solidarietà che, a suo dire, non
avrebbe sortito gli effetti sperati, dimenticando però di aggiungere che lo
stesso contratto di solidarietà è stato ridotto al minimo negli ultimi mesi e completamente
sospeso nel mese di dicembre. Evidentemente le cose non andavano poi così male.
La chiusura di un punto vendita costituisce sempre una sconfitta per un
imprenditore, scrive La Torre
nella missiva. Per un dipendente rappresenta, invece, un autentico dramma,
aggiungiamo noi, del quale la proprietà, non presentandosi al tavolo, ha
dimostrato di non volersi occupare. Ma noi ed i lavoratori non ci arrediamo –
spiegano i due sindacalisti – e stiamo valutando anche la possibilità di
scioperare: un’azione che certamente non creerebbe un disagio all’azienda,
visto che ormai gli scaffali sono vuoti e quindi non c’è null’altro da vendere,
ma solo ed esclusivamente agli stessi addetti che così rimarcherebbero il
concetto di non avere alcuna intenzione di gettare la spugna, cosa che non
hanno mai fatto continuando, invece, a lavorare con impegno e dando prova di
grande maturità, nonostante la spada di Damocle dei licenziamenti”.
Nessun commento:
Posta un commento