Andriesi (e meridionali) a Pontida. Ovvero: una grande festa
di popolo, che per la prima volta ha messo fianco a fianco Nord e Sud, nel nome
di un ideale che dovrebbe accomunare tutti gli italiani.
Un improvvisato commentatore che si atteggia a notista politico
si è lanciato in una delirante ricostruzione della giornata trascorsa dalla
delegazione di Andria in mezzo a “un popolo che non li vuole”.
L’intento di questo giornalista abusivo era forse quello di
risultare simpatico, buttandola sull’ironia e, magari, facendo sarcasmo. Il
risultato – ahimè – è stato semplicemente patetico.
Non ci sembra il caso di scomodare Umberto Eco, con le sue
considerazioni sui “social” (quindi, per estensione, sul web) e sulla varia
umanità che lo frequenta abitualmente, ma appare di tutta evidenza che le
opinioni espresse – legittime, per carità, ma molto discutibili – assomiglino
molto più a elucubrazioni di maniera che a un efficace ritratto – sia pure
canzonatorio – di un fatto di cronaca.
Ci dispiace per l’autore dell’articolo, che per colazione,
evidentemente, preferisce qualcosa di molto più inebriante all’innocuo e banale
caffelatte e che forse utilizza – lui sì – un barcone per andare a fare la
spesa al supermercato dietro l’angolo.
Siamo davvero incuriositi da questo personaggio che ha
perfino il coraggio di firmare le castronerie che scrive. Non foss’altro per
renderci conto se anche lui era a Pontida a prendere nota di quello che
accadeva, confuso tra la folla che applaudiva e scherniva i nostri interventi
sul palco.
Gli vorremmo chiedere, anche, sulla base di quale accurata
indagine demoscopica ha accertato che “tutti i meridionali” hanno provato
dapprima un senso di ribrezzo vedendoci su quel palco, poi vergogna e infine
compassione.
La interpretazione superficiale e approssimativa dei fatti
di Pontida emerge in tutto il suo squallore nella citazione delle dichiarazioni
di Calderoli e di Bossi: il primo ha ampiamente chiarito che il suo sostegno
alla linea politica di Salvini è fermo e convinto;
De André cantava: «Si sa che la gente dà buoni consigli, se
non può più dare il cattivo esempio». Noi non abbiamo bisogno dei consigli di
questo nuovo “guru” della politica da tastiera: la nostra dignità è integra e i
burattinai – ne siamo convinti – muovono i fili di chi scrive per denigrare e
irridere l’unica vera novità del panorama politico cittadino e regionale.
Il coordinatore provinciale BAT Antonio CAMPANA.
Nessun commento:
Posta un commento