Merito indiscusso dell'amministrazione comunale uscente del Sindaco di Andria, avv. Nicola Giorgino, è il trasferimento della Biblioteca comunale “G. Ceci” dalla vecchia sede di Via Torino alla sede nuova di Piazza Sant'Agostino. Merito indiscusso e indiscutibile, perchè il Comune ha rescisso il contratto di affitto di Via Torino, che costava parecchie centinaia di Euro l'anno alle finanze comunali, spostando la Biblioteca in un immobile proprio, in Piazza Sant'Agostino nell'ex sede della Pretura di Andria, nonché nell'ex sede della Scuola Media Statale “Gaetano Salvemini”.
È merito indiscusso e indiscutibile del Sindaco, avv. Nicola Giorgino, l'aver dato alla nostra città una sede molto più dignitosa per tutte quelle funzioni che competono a una Biblioteca pubblica del terzo millennio. Sale specifiche di lettura di giornali, quotidiani, riviste, periodici di attualità, cultura, storia, letteratura, architettura, religione, scienze e tecnica. Sale più che attrezzate di strumenti informatici. Persino salette di laboratorio riservate ai bambini più piccoli. Aggiungiamo un ampio salone per incontri, convegni, dibattiti, conferenze, concerti. Non mancano spazi adeguati per gli studenti delle scuole medie superiori e universitari. Un ampio cortile interno fa da cornice ai vari ambienti. Confesso: nella nostra città non si era mai visto una Biblioteca comunale sì fatta. Finalmente si è trasformata in un vero contenitore culturale, come a Milano, a Roma, a Napoli, ma anche a Bari, Barletta e Trani. Un traguardo che auspicavo già parecchi anni fa. Il sogno di tanti nostri predecessori come lo storico Pietro Petrarolo, il prof. Antonio Quacquarelli, lo storico Pasquale Barbangelo, Riccardo Loconte e il prof. Francesco Suriano.
Che splendida cosa la sua presenza nel cuore del centro storico! È il modo migliore per il tanto agognato recupero della parte più antica della nostra città. Un numero sempre più crescente di cittadini – ragazzi, adolescenti, giovani, adulti, pensionati, studenti d'ogni età e d'ogni ordine e grado, universitari, ma anche mamme e bambini – frequentano quotidianamente la Biblioteca comunale. Per raggiungerla, attraversano ovviamente le vie principali del borgo antico. Molti di loro osservano le sue molteplici caratteristiche. Ammirano le sue bellezze fatte di vie strette, viuzze, vicoli, piazzette, archi. Scoprono splendidi bassorilievi, facciate superbe dei secoli passati. Le scoprono per la prima volta e se ne innamorano!
Ma dice un antico adagio popolare: non tutto è oro quello che luccica.
Dico la verità: splendida la sede nuova, ma vecchia la gestione. La “Giuseppe Ceci” è tornata indietro di alcuni decenni. Con esattezza, prima della breve stagione politica e amministrativa del già Sindaco di Andria, dott. Giannicola Sinisi (1994-1995). Perché dico questo?
Perché l'apertura della Biblioteca comunale è stata ridotta drasticamente. Oggi funziona come un qualsiasi altro ufficio comunale: apertura mattutina fino al venerdì, mentre solo due volte (martedì e giovedì) apre anche il pomeriggio. Così facendo, la frequenza giornaliera è molto limitata. La maggioranza degli studenti, che di mattina vanno a scuola o all'università, è esclusa. Questo proprio non va. Le pizzerie, i pub, le bracerie si aprono di sera, non di mattina. Altrimenti fallirebbero, chiuderebbero definitivamente. Questo vale anche per la nostra Biblioteca comunale.
A tal proposito ripeto la stessa osservazione fatta all'epoca dal Sindaco Giannicola Sinisi: se vogliamo educare i ragazzi e i giovani al bello, alla cultura, alla letteratura, alla storia (anche quella locale), al sapere, bisogna dar loro tutti gli strumenti, gli spazi e il tempo adeguati al loro ritmo di vita.
A Milano, già negli anni '80, persino le piccole biblioteche pubbliche rionali aprivano alle 9.00 fino alle 23.00, tutti giorni escluso il sabato e la domenica. E se, da sempre, Milano è stata ed è modello di riferimento sociale, culturale ed economico, lo può essere anche per la migliore gestione della “G. Ceci”.
E se il personale è insufficiente? Lo si rafforza, trasferendolo da altri uffici comunali che non hanno le stesse esigenze.
prof. Riccardo Suriano
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