Dopo un’estate caldissima per via delle temperature africane
siamo a constatare che a 9 mesi circa dalle elezioni comunali poco e niente si
muove nel panorama politico locale.
Nelle passate tornate elettorali con largo anticipo si
partiva con il toto nomi e il clima politico diventava rovente, oggi invece
accade il contrario, nessuno parla ufficialmente di elezioni e candidature,
tutti giocano a carte coperte. Perché ?
Le strategie potrebbero essere tante, ma non è di questo che
vogliamo parlare, piuttosto vorremmo esaminare le probabili motivazioni
generali . Facciamoci una domanda : Conviene candidarsi a sindaco di Trinitapoli
per il 2016? E a consigliere comunale?
La domanda è di difficile risposta, ma qualche indicazione
per trovare la risposta è possibile fornirla. Per esempio : Conviene guidare una città che ha dovuto approvare un piano
di rientro quinquennale a dir poco pesante, in termini di limitazioni di spesa
?
Infatti riuscire a chiudere un bilancio in pareggio e tenere la cassa
corrente fuori dal rosso fisso, diventa sempre più difficile. Al tutto si
aggiunge l’oggettiva difficoltà a reperire fondi da enti quali regione e stato,
per via delle quote di compartecipazione che quasi sempre vengono richieste, da
tali enti. Questo vuol dire che se dobbiamo intercettare fondi europei, statali
o regionali, in molti casi ci viene chiesto di mettere dal bilancio comunale
una quota e visti i conti, non è cosa semplice. Per esempio se richiedi 1 000 000 € per fare
una piazza, spesso la regione ti chiede di metterne il 25 % o anche di più.
Questo vuol dire trovare in bilancio 250 000 €.
Conviene guidare una città che basa la spina dorsale della
propria economia sull'agricoltura e l’agricoltura per quasi l’80 % sulla produzione di uva ?
Quest’anno il prezzo
dell’uva è per il momento ai minimi storici. La acuirsi quest’anno della crisi
agricola, potrebbe non far ripartire il settore edilizio, come anche il
commercio ne risentirebbe. In pratica le famiglie guadagnano poco e spendono
meno.
Conviene guidare una città la cui popolazione chiede ai
propri amministratori di ridurre le tasse senza tagliare i servizi ?
Infatti i
cittadini di Trinitapoli esigono un taglio dalla tassa sui rifiuti,
gradirebbero un alleggerimento dell’Imu e vorrebbero un servizio di nettezza
urbano migliore. Questo senza nuovi trasferimenti statali, tutto insieme, non è
facile da realizzare. Ma sappiamo anche che il PIL dell’Italia non cresce
abbastanza (PIL 0,2 %) e forse non crescerà proprio, a fine anno. Quindi lo
stato, potrebbe non far pagare L’ICI sui terreni e l’IMU ai cittadini,
tagliando i servizi sanitari, ed i cittadini meno abbienti ricorrerebbero ai
comuni per vedersi erogare servizi fondamentali, mentre i comuni subirebbero
tagli ai trasferimenti senza aver nulla in cambio. In pratica il governo
taglierebbe una tassa odiata dai cittadini, insieme a servizi essenziali. I
comuni si vedrebbero diminuire le entrate derivanti dall’ICI e dall’Imu, e
vedrebbero aumentare le richieste di servizi essenziali dei cittadini. In poche
parole un vero incubo essere il sindaco di un qualsiasi comune e quindi anche
di Trinitapoli.
Ora noi ci chiediamo un candidato sindaco serio può
promettere simultaneamente : la diminuzione delle tasse ai cittadini, la
capacità di reperire fondi europei e regionali per far partire nuovi cantieri e
continuare a fornire almeno i servizi essenziali ?
Sicuramente molti candidati sindaci, circondati da agguerriti
candidati consiglieri lo prometteranno. Ma noi saremmo curiosi di
sapere come lo realizzeranno ? Bhè ! Cari
concittadini a questa domanda scommettiamo che non avremo nessuna risposta. Ne noi
e ne voi.
Forse per i cittadini è arrivato il momento di sporcarsi le
mani con la politica e ritornare a gestire senza deleghe la cosa pubblica, perché
i tempi che verranno potrebbero essere più duri dei giorni appena trascorsi e
il sindaco che verrà eletto nel 2016, rimarrà incarica fino al 2021. Quindi invece
di aspettare che i soliti nomi di entrambi gli schieramenti si candidino,
sarebbe opportuno per i cittadini, cominciare a cercare tra di loro l’alternativa
alla guida del paese.
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