“Questa mattina abbiamo partecipato all’audizione indetta in V Commissione inerente lo stabilimento Timac AGRO Italia Spa sito in Barletta - dichiarano i Consiglieri del Movimento Cinque Stelle Viviana Guarini e Cristian Casili - e abbiamo ribadito l’importanza del rispetto del principio di assunzione di responsabilità”.
Un confronto tra i diversi enti, quali Regione, Arpa, Asl, Comune e Provincia, quello tenutosi questa mattina in V Commissione.
“La vicenda riguardante la Timac è articolata e complessa, e basta guardare allo storico - ribadiscono Guarini e Casili - per rendersi conto che sono ormai anni che la vicenda va avanti. L’area è contaminata, ma nonostante la necessità di bonifica, è ancora tutto bloccato a causa della mancata individuazione del soggetto inquinante responsabile”.
“Tuttavia riteniamo di dover far luce su quelle che ci sembrano essere delle mancate assunzioni di responsabilità da parte della Regione, ricordando infatti che al momento del rilascio dell’ AIA, gli enti erano già a conoscenza di una situazione di potenziale contaminazione determinata dal ciclo produttivo dell’Azienda, tale da rendere necessarie indagini ambientali, così come riportato anche in Bollettino Ufficiale datato 15 Dicembre 2011”, puntualizzano duramente i consiglieri pentastellati. E proseguono: “E’ per questo che questa mattina abbiamo chiesto come mai l’AIA sia stata rilasciata nonostante queste prescrizioni, sottolineando che prevenire sarebbe stato meglio che curare, e che ancora oggi la Regione, accogliendo soltanto parzialmente le valutazioni tecniche rese da Provincia, Comune e direzione scientifica, continua a mostrare un atteggiamento cauto, tale da sembrare quasi protettivo nei confronti dell’azienda stessa”.
“Ad oggi occorre quindi mettere in atto non solo un monitoraggio serio ma anche, laddove non sia stato fatto, uno studio di caratterizzazione dell’inquinamento della falda per individuare gli attori responsabili”.
“Diversamente da quanto asserito dal Presidente Caracciolo ad inizio audizione - aggiungono - crediamo fortemente che la responsabilità degli organi regionali non sia solo quella di tutelare la salute ambientale e dei cittadini, ma anche quella di contribuire all’individuazione dei responsabili dell’inquinamento, proprio nel rispetto del principio che è alla base della stessa tutela ambientale: chi inquina paga”.
“Teniamo - concludono infine Guarini e Casili - a dissociarci dalle parole dure che il Presidente ha utilizzato riferendosi ai comitati locali, accusandoli di essere fautori di un “terrorismo psicologico che mina il lavoro serio degli enti”, e sottolineando invece come spesso sia proprio il lavoro costante e approfondito di questi comitati locali non solo a tenere alta l’attenzione della cittadinanza verso il rispetto dell’ambiente, ma soprattutto a stimolare una presa di coscienza di fenomeni che dovrebbero interessare sempre la cittadinanza tutta”.
Un confronto tra i diversi enti, quali Regione, Arpa, Asl, Comune e Provincia, quello tenutosi questa mattina in V Commissione.
“La vicenda riguardante la Timac è articolata e complessa, e basta guardare allo storico - ribadiscono Guarini e Casili - per rendersi conto che sono ormai anni che la vicenda va avanti. L’area è contaminata, ma nonostante la necessità di bonifica, è ancora tutto bloccato a causa della mancata individuazione del soggetto inquinante responsabile”.
“Tuttavia riteniamo di dover far luce su quelle che ci sembrano essere delle mancate assunzioni di responsabilità da parte della Regione, ricordando infatti che al momento del rilascio dell’ AIA, gli enti erano già a conoscenza di una situazione di potenziale contaminazione determinata dal ciclo produttivo dell’Azienda, tale da rendere necessarie indagini ambientali, così come riportato anche in Bollettino Ufficiale datato 15 Dicembre 2011”, puntualizzano duramente i consiglieri pentastellati. E proseguono: “E’ per questo che questa mattina abbiamo chiesto come mai l’AIA sia stata rilasciata nonostante queste prescrizioni, sottolineando che prevenire sarebbe stato meglio che curare, e che ancora oggi la Regione, accogliendo soltanto parzialmente le valutazioni tecniche rese da Provincia, Comune e direzione scientifica, continua a mostrare un atteggiamento cauto, tale da sembrare quasi protettivo nei confronti dell’azienda stessa”.
“Ad oggi occorre quindi mettere in atto non solo un monitoraggio serio ma anche, laddove non sia stato fatto, uno studio di caratterizzazione dell’inquinamento della falda per individuare gli attori responsabili”.
“Diversamente da quanto asserito dal Presidente Caracciolo ad inizio audizione - aggiungono - crediamo fortemente che la responsabilità degli organi regionali non sia solo quella di tutelare la salute ambientale e dei cittadini, ma anche quella di contribuire all’individuazione dei responsabili dell’inquinamento, proprio nel rispetto del principio che è alla base della stessa tutela ambientale: chi inquina paga”.
“Teniamo - concludono infine Guarini e Casili - a dissociarci dalle parole dure che il Presidente ha utilizzato riferendosi ai comitati locali, accusandoli di essere fautori di un “terrorismo psicologico che mina il lavoro serio degli enti”, e sottolineando invece come spesso sia proprio il lavoro costante e approfondito di questi comitati locali non solo a tenere alta l’attenzione della cittadinanza verso il rispetto dell’ambiente, ma soprattutto a stimolare una presa di coscienza di fenomeni che dovrebbero interessare sempre la cittadinanza tutta”.
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