SU ALCUNE SPECIALITA’
TIPICHE COME LA CARNE E SALSICCIA AFFUMICATA E I PREPARATI RIMANE IL RAMMARICO
DI AVER ASCOLTATO TANTE MISTIFICAZIONI.
L’ultima volta, nel
2014, l’Associazione di Categoria – Sindacato Macellai UNIMPRESA BAT, è
intervenuta per rassicurare i consumatori allarmati dalle notizie diffuse circa
l’allarme Batterio escherichia coli nelle carni bovine non disossate
refrigerate ed imballate sotto vuoto, provenienti dai Paesi Bassi. Anche in
quella occasione gli approfondimenti dell’Associazione di Categoria si
rivelarono molto appropriati e rassicuranti, al punto che quell’allarmismo si
verificò essere ingiustificato.
Quell’allarme seguiva
i precedenti come quello della “carne diossina” del 2008 o della “psicosi della
B.S.E”., la cosiddetta Mucca Pazza del 2000 o “l’influenza aviaria del febbraio
2006”.
Un attacco ad una
catena di distribuzione che non accettò allora e non accetta neppure oggi di
trovarsi al centro di discussioni che non sempre fanno chiarezza sull’argomento
ma alimentano timori e paure che sono spesso decontestualizzate.
L’ultimo allarme, in
ordine di tempo, riguarda quanto diffuso dall’Agenzia per la ricerca sul cancro
dell’Organizzazione mondiale della sanità la quale parla di alta pericolosità
per prosciutto, salsicce, salami, bresaola, fesa di tacchino, wurstel, carni in
scatola e comunque tutte le carni processate, anche affumicate, ma anche la
carne rossa ‘fresca’, seppure a un livello più basso, anche se le carni rosse
non lavorate vengono inserite fra le “probabilmente pericolose” e già questo la
direbbe lunga sul grado di allarmismo che si vorrebbe diffondere per motivi
molti dei quali ancora tutti da chiarire.
Se da parte del
Codacons addirittura si parlerebbe di valutare se sospendere le vendite facendo
appello al quel principio di precauzione che invece non si decide di adottare,
ad esempio, per le antenne, per le fonti di inquinamento elettromagnetico e per
altre tantissime reali fattispecie di pericoli per la salute umana, da altre
parti si prendono le difese dei commercianti affrontando con razionalità la
questione.
A tal proposito è
intervenuto il Presidente Unimpresa Bat, Savino Montaruli, il quale ha
dichiarato:
“ancora una volta si
tenta di mettere in crisi un settore strategico per il nostro territorio che
vanta un numero eccezionale di esercizi. Nei dieci comuni della Provincia Bat
contiamo oltre 400 macellerie delle quali 137 nella sola città di Andria, tutte
di altissima qualità che vendono carni fresche, lavorate, insaccati ed oltre
600 esercizi di salumeria che distribuiscono anche insaccati ed altri tipi di
carni lavorate, anche preconfezionate. Un Settore, quindi, che non può,
periodicamente, subire un sistema di informazione spesso contaminato e
disturbato da elementi del tutto esterni ed estranei alle problematiche.
L’allarme carni rosse, nella nostra provincia, non preoccupa più di tanto i
commercianti i quali affermano di essere consapevoli dell’eccellente qualità
delle carni poste in vendita così come i consumatori sono consapevoli di ciò
che acquistano nei piccoli esercizi specializzati di vicinato. Ritengo – ha
detto Montaruli – che la si debba smettere di criminalizzare il prodotto
mentre, semmai, bisogna fare più attenzione alla formazione del consumatore ed
è questo che anche i colleghi delle Associazioni degli Utenti debbono fare
invece di invocare inutili, dannosi e strumentali divieti. Da parte della
Categoria posso affermare senza ombra di smentita che i primi formatori sono
proprio gli stessi esercenti e che la formazione si fa nelle botteghe più che nei
congressi o nei sondaggi, spesso pilotati. Leggo anche – ha proseguito il
Presidente – che si stia facendo mistificazione attorno a talune specialità
tipiche del nostro territorio, come ad esempio la carne e salsiccia affumicata,
criminalizzate impropriamente e senza tenere conto che le quantità prodotte,
messe in vendita e consumate sono minime e comunque tale consumo non
rappresenta affatto una consuetudine alimentare anche perché la procedura di
preparazione è talmente complessa e minuziosa, talmente attenta ed artigianale
che anche gli stessi macellai ne producono, chi la produce, in quantità molto
modeste. Non sappiamo cosa possa celarsi dietro quest’altro allarmismo diffuso
che vorrebbe addirittura ricomprenderne le carni rosse, di certo gli attacchi
ai nostri prodotti tipici, anche nel caso di quelli agricoli, sembrerebbe voler
lasciar spazio a prodotti di importazione o industriali che non appartengono né
alla nostra cultura né al nostro gusto tanto raffinato che evidentemente
burocrati e politici poco avveduti non hanno mai conosciuto.” – ha concluso il
leader sindacale andriese.
Area Amministrativa
UNIMPRESA BAT
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