Con
l’inaugurazione dell’“Incubatore per l’innovazione e la creatività”, la
struttura che il Comune ha affidato all’Associazione “Future Center”, parte da
Barletta un’inedita esperienza di partenariato sociale, il cui valore è sottolineato
dalla partecipazione dei maggiori rappresentanti delle organizzazioni coinvolte
e degli utenti potenziali. L’appuntamento è domani in viale Marconi, alle ore
9.30, con il tradizionale taglio del nastro da parte del prefetto Clara
Minerva, del sindaco Pasquale Cascella, del presidente della Provincia Barletta
Andria Trani, Francesco Spina, e del presidente dell’Associazione Future Center
Barletta BAT, aggiudicataria della gestione della struttura.
La
portata e gli obbiettivi dell’esperienza, che accomuna i soci fondatori –
organizzazioni imprenditoriali, sindacali, professionali – che a suo tempo
avevano partecipato al “tavolo per lo sviluppo sostenibile del territorio”
presso il CNEL, saranno approfonditi in una tavola rotonda, (coordinata dalla giornalista
Floriana Tolve) dedicata, appunto, al tema del “partenariato economico sociale
per lo sviluppo sostenibile del territorio”, con la segretaria generale della
CGIL Susanna Camusso, l’europarlamentare Elena Gentile, l’assessore regionale
alla Pianificazione Territoriale Anna Maria Curcuruto, il segretario
confederale CISL Giuseppe Farina, il vice presidente per il Mezzogiorno di
Confindustria Alessandro Laterza, il direttore generale di Confapi Massimo
Maria Ambrosini, il presidente di Confartigianato Imprese Puglia Francesco
Sgherza, il Presidente della Camera di Commercio di Bari Alessandro Ambrosi.
Il luogo
in cui sorge l’Incubatore apre le porte a un nuovo modo di vivere la città,
dando spazio e concretezza all’incontro tra gli amministratori pubblici, le
associazioni e il partenariato economico e sociale e i cittadini, lungo un
percorso verso quella che viene definita la “governance partecipata” che
richiede capacità di immaginare e progettare il futuro. Tanto più importante è
conoscere il passato e comprendere la storia che parte dall’emblematico luogo
dell’ex Distilleria.
Il complesso industriale,
nato nel 1882, è stato il più grande stabilimento meridionale di sottoprodotti
della vinificazione, di carrube e di melassa, specializzato nella produzione di
alcool, la cui storia ha concretamente e simbolicamente caratterizzato il
rapporto tra agricoltura e industria e reso complementare campagna e città.
Il tempo ha compromesso
questo rapporto: l’espansione urbana, le nuove attività industriali dislocate
in altre aree, i bisogni abitativi della comunità e i cambiamenti della stessa
agricoltura hanno determinato una fase di crisi irreversibile che ha comportato
la chiusura della Distilleria.
Agli inizi degli anni
Ottanta, con il nuovo piano regolatore della città, l’area dell’ex Distilleria
fu destinata a zona di espansione residenziale. La paventata distruzione di un
bene culturale e architettonico caratteristico della evoluzione urbanistica
suscitò una forte reazione di associazioni locali e cittadini che indussero il
21 agosto 1990 il Ministro per i Beni Culturali ad apporre un Decreto di tutela
per l’antica fabbrica.
L’intera area fu quindi
acquisita nel 2004 al patrimonio comunale.
Si sono avvicendati,
negli anni, visioni e studi che investono l’area, così come numerosi sono stati
gli interventi di iniziativa pubblica che sono stati progettati e in buona
parte realizzati sugli edifici di contorno dell’edificio principale della
distilleria. Tra questi, l’edificio T che ospita l’Incubatore per
l’innovazione e la creatività, luogo della partecipazione e della
co-progettazione della città. Contiguo vi è l’edificio muro, che ospita il
Giovani Open Space (GOS), laboratorio urbano a disposizione della popolazione
giovanile, attrezzato con un auditorium, aule laboratorio, sale musicali e
spazi ricreativi. Il percorso continua verso l’Orto botanico che
l’Amministrazione conta di affidare (appena definite alcune verifiche disposte
dalla magistratura) ad attive esperienze ambientali. Un edificio con 16 alloggi
di edilizia residenziale pubblica, destinati specificamente agli anziani in
condizioni di difficoltà economica, è stato recentemente sottratto a una
occupazione abusiva. Ed è di prossima riqualificazione un edificio per utenze
differenziate. Un parcheggio interrato è stato, infine, progettato a servizio
dell’adiacente nodo di scambio ferroviario (tra la linea ferroviaria adriatica
e quella verso le aree interne della Murgia, la Ferrotramviaria del Nord barese
e la connessione diretta per l’aeroporto).
Queste progettualità e
realizzazioni per lungo tempo si sono sviluppate senza approfondire la
rifunzionalizzazione organica complessiva degli edifici e delle aree esterne
dell’ex Distilleria, in particolare con il necessario intervento di recupero
del corpo centrale della distilleria. Questa lacuna è stata segnalata dalla
Soprintendenza per i Beni Culturali e Monumentali al Comune, che per ogni
parere da emettere sui nuovi singoli progetti ha posto la condizione del
recupero del corpo centrale, considerato un raro esempio di archeologia
industriale e testimonianza della storia contemporanea della città.
Di qui la decisione della
Amministrazione di porre posto tra i suoi obiettivi di mandato la progettazione
per il recupero del corpo centrale della Distilleria e degli edifici attigui
che ha recentemente condotto a candidare al bando aree urbane degradate della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, un progetto di rigenerazione per
l’insieme dell’area urbana assai degradata, pur essendo nel cuore della nuova
città, in modo da restituire alla intera comunità questo patrimonio e
salvaguardare un bene comune che rafforza l’identità del territorio e della sua
gente. La funzione principale prevista del progetto è individuata in una struttura
culturale polivalente di grande rilievo e di significativa valenza sociale
anche per la sua elevata qualità architettonica e per la stretta relazione con
la nuova struttura ferroviaria di scambio.
L’Incubatore della ex
distilleria rappresenta, quindi, l’occasione per sperimentare soluzioni
prospettiche e visionarie, con una formula di partecipazione all’altezza di un
territorio che si candida ad offrire una più alta qualità della vita e uno
sviluppo sostenibile che si innesti in dinamiche europee.
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