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venerdì 29 gennaio 2016

BARLETTA : UN INCUBATORE DELLA PARTECIPAZIONE ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE

Con l’inaugurazione dell’“Incubatore per l’innovazione e la creatività”, la struttura che il Comune ha affidato all’Associazione “Future Center”, parte da Barletta un’inedita esperienza di partenariato sociale, il cui valore è sottolineato dalla partecipazione dei maggiori rappresentanti delle organizzazioni coinvolte e degli utenti potenziali. L’appuntamento è domani in viale Marconi, alle ore 9.30, con il tradizionale taglio del nastro da parte del prefetto Clara Minerva, del sindaco Pasquale Cascella, del presidente della Provincia Barletta Andria Trani, Francesco Spina, e del presidente dell’Associazione Future Center Barletta BAT, aggiudicataria della gestione della struttura.
La portata e gli obbiettivi dell’esperienza, che accomuna i soci fondatori – organizzazioni imprenditoriali, sindacali, professionali – che a suo tempo avevano partecipato al “tavolo per lo sviluppo sostenibile del territorio” presso il CNEL, saranno approfonditi in una tavola rotonda, (coordinata dalla giornalista Floriana Tolve) dedicata, appunto, al tema del “partenariato economico sociale per lo sviluppo sostenibile del territorio”, con la segretaria generale della CGIL Susanna Camusso, l’europarlamentare Elena Gentile, l’assessore regionale alla Pianificazione Territoriale Anna Maria Curcuruto, il segretario confederale CISL Giuseppe Farina, il vice presidente per il Mezzogiorno di Confindustria Alessandro Laterza, il direttore generale di Confapi Massimo Maria Ambrosini, il presidente di Confartigianato Imprese Puglia Francesco Sgherza, il Presidente della Camera di Commercio di Bari Alessandro Ambrosi. 
Il luogo in cui sorge l’Incubatore apre le porte a un nuovo modo di vivere la città, dando spazio e concretezza all’incontro tra gli amministratori pubblici, le associazioni e il partenariato economico e sociale e i cittadini, lungo un percorso verso quella che viene definita la “governance partecipata” che richiede capacità di immaginare e progettare il futuro. Tanto più importante è conoscere il passato e comprendere la storia che parte dall’emblematico luogo dell’ex Distilleria.
Il complesso industriale, nato nel 1882, è stato il più grande stabilimento meridionale di sottoprodotti della vinificazione, di carrube e di melassa, specializzato nella produzione di alcool, la cui storia ha concretamente e simbolicamente caratterizzato il rapporto tra agricoltura e industria e reso complementare campagna e città.
Il tempo ha compromesso questo rapporto: l’espansione urbana, le nuove attività industriali dislocate in altre aree, i bisogni abitativi della comunità e i cambiamenti della stessa agricoltura hanno determinato una fase di crisi irreversibile che ha comportato la chiusura della Distilleria.
Agli inizi degli anni Ottanta, con il nuovo piano regolatore della città, l’area dell’ex Distilleria fu destinata a zona di espansione residenziale. La paventata distruzione di un bene culturale e architettonico caratteristico della evoluzione urbanistica suscitò una forte reazione di associazioni locali e cittadini che indussero il 21 agosto 1990 il Ministro per i Beni Culturali ad apporre un Decreto di tutela per l’antica fabbrica.

L’intera area fu quindi acquisita nel 2004 al patrimonio comunale.
Si sono avvicendati, negli anni, visioni e studi che investono l’area, così come numerosi sono stati gli interventi di iniziativa pubblica che sono stati progettati e in buona parte realizzati sugli edifici di contorno dell’edificio principale della distilleria. Tra questi, l’edificio T che ospita l’Incubatore per l’innovazione e la creatività, luogo della partecipazione e della co-progettazione della città. Contiguo vi è l’edificio muro, che ospita il Giovani Open Space (GOS), laboratorio urbano a disposizione della popolazione giovanile, attrezzato con un auditorium, aule laboratorio, sale musicali e spazi ricreativi. Il percorso continua verso l’Orto botanico che l’Amministrazione conta di affidare (appena definite alcune verifiche disposte dalla magistratura) ad attive esperienze ambientali. Un edificio con 16 alloggi di edilizia residenziale pubblica, destinati specificamente agli anziani in condizioni di difficoltà economica, è stato recentemente sottratto a una occupazione abusiva. Ed è di prossima riqualificazione un edificio per utenze differenziate. Un parcheggio interrato è stato, infine, progettato a servizio dell’adiacente nodo di scambio ferroviario (tra la linea ferroviaria adriatica e quella verso le aree interne della Murgia, la Ferrotramviaria del Nord barese e la connessione diretta per l’aeroporto).
Queste progettualità e realizzazioni per lungo tempo si sono sviluppate senza approfondire la rifunzionalizzazione organica complessiva degli edifici e delle aree esterne dell’ex Distilleria, in particolare con il necessario intervento di recupero del corpo centrale della distilleria. Questa lacuna è stata segnalata dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Monumentali al Comune, che per ogni parere da emettere sui nuovi singoli progetti ha posto la condizione del recupero del corpo centrale, considerato un raro esempio di archeologia industriale e testimonianza della storia contemporanea della città.
Di qui la decisione della Amministrazione di porre posto tra i suoi obiettivi di mandato la progettazione per il recupero del corpo centrale della Distilleria e degli edifici attigui che ha recentemente condotto a candidare al bando aree urbane degradate della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un progetto di rigenerazione per l’insieme dell’area urbana assai degradata, pur essendo nel cuore della nuova città, in modo da restituire alla intera comunità questo patrimonio e salvaguardare un bene comune che rafforza l’identità del territorio e della sua gente. La funzione principale prevista del progetto è individuata in una struttura culturale polivalente di grande rilievo e di significativa valenza sociale anche per la sua elevata qualità architettonica e per la stretta relazione con la nuova struttura ferroviaria di scambio.

L’Incubatore della ex distilleria rappresenta, quindi, l’occasione per sperimentare soluzioni prospettiche e visionarie, con una formula di partecipazione all’altezza di un territorio che si candida ad offrire una più alta qualità della vita e uno sviluppo sostenibile che si innesti in dinamiche europee.

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