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giovedì 18 febbraio 2016

TRINITAPOLI : I soccorritori del 13enne morto dopo il calcetto. "Non siamo arrivati in ritardo"

I parenti del giovane avevano denunciato i ritardi nell'arrivo dell'ambulanza e la mancanza di un defibrillatore. L'Associazione volontari soccorritori: "Arrivati cinque minuti dopo la chiamata"

"E' assolutamente falsa la circostanza che l'ambulanza del 118 dell'Associazione volontari soccorritori sia arrivata con 30 minuti di ritardo, poiché la stessa risulta, documentalmente, arrivata dopo circa cinque minuti dalla chiamata effettuata dalla centrale operativa del 118". E' quanto precisa in una nota il presidente della Avs, Antonietta De Rosa in riferimento alle circostanze riguardanti la morte a Trinitapoli di un 13enne che si è sentito male negli spogliatoi di un campetto di calcio di proprietà comunale e dato in gestione a un privato, al termine di una partita di calcetto con amici.

A denunciare l'accaduto era stato lo zio del bambino, il quale aveva raccontato che nell'immediatezza dei fatti accaduti "non è stato utilizzato un defibrillatore nella struttura sportiva" e "tantomeno nessuno strumento è stato utilizzato dagli operatori della prima autoambulanza giunta sul posto che era anche senza medico a bordo". "Il mezzo con il medico a bordo - ha raccontato lo zio - è giunto circa mezz'ora dopo l'allarme dato telefonicamente al 118 dai genitori del piccolo". In tal senso i familiari del bambino hanno presentato denuncia ai carabinieri.

"La 
stessa ambulanza - scrive il presidente dell'Avs - era contemporaneamente impegnata in un altro soccorso con codice rosso, sempre a Trinitapoli in via Cellini, per un arresto cardiocircolatorio'". "Altro aspetto da smentire - aggiunge - riguarda la presunta assenza di un defibrillatore a bordo: la nostra ambulanza è dotata di due defibrillatori e uno è stato utilizzato, come da protocollo, per cercare di rianimare con diversi tentativi il piccolo".

Fonte Reppubblica

Regione Puglia, l'assessore Negro dopo la morte del 13enne di Trinitapoli


“Mille defibrillatori da assegnare a scuole, centri sportivi e di aggregazione pubblici per salvare un’infinità di vite umane”. L’idea dell’assessore regionale al Welfare, Salvatore Negro, e del consigliere regionale, Ruggiero Mennea presidente del comitato permanente di Protezione civile, sta per diventare realtà e diventa drammaticamente d’attualità dopo la morte del 13enne di Trinitapoli, che due giorni fa si è sentito male in un centro sportivo della sua città non dotato di questo strumento di soccorso. In attesa che la magistratura chiarisca eventuali responsabilità nella triste vicenda, dalla Regione Puglia parte comunque un impegno concreto, che segue quello andato in porto già nell’ottobre 2013 con l’acquisto di 200 defibrillatori.
“Credo che sia dovere di un ente pubblico rispondere con immediatezza alle criticità del territorio, soprattutto  se c’è in gioco la vita delle persone”, dice Mennea. “E’ impensabile solo l’idea di accettare casi di morti improvvise che, forse, potevano essere evitate. Peraltro, le nuove politiche di delocalizzazione dell’assistenza sanitaria si basano anche sulla prevenzione”.
“La Regione Puglia – precisa l’assessore Negro - intende dotare di defibrillatori tutti i luoghi di aggregazione pubblici, come scuole e centri sportivi, ma anche provvedere alla formazione di chi dovrà utilizzarli. Questa operazione sarà attivata in un periodo di massimo due anni e che sarà finanziata attraverso il Fesr”

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