Egregio Presidente Emiliano,
le scrive un gruppo di ex dipendenti e collaboratori impiegati dalla Fondazione “Bonomo” nell’omonimo Centro Ricerche di Castel del Monte (Andria) per sollecitare l’autorevole intervento del “Sindaco di Puglia” riguardo una situazione divenuta oramai insostenibile.
Non l’annoieremo con la stupefacente e assurda cronistoria dell’ex Centro Ricerche Bonomo, già di proprietà della Provincia di Bari e poi passata sotto la responsabilità della Provincia Barletta – Andria – Trani, né ci attarderemo sulle cause della paralisi dell’attività di ricerca che portarono al licenziamento del personale dipendente e alla perdita di commesse già acquisite per un valore di qualche milione di euro.
Le vogliamo, però, raccontare, in estrema sintesi, quello che è accaduto negli ultimi tre anni. Nel 2013 la Provincia Barletta – Andria – Trani istituisce la Fondazione e nell’agosto del 2014 il Centro Ricerche riprende l’attività, attraverso il reintegro – con contratti a tempo determinato – di alcuni ex dipendenti licenziati e l’assunzione di personale tecnico e ricercatori reclutato attraverso avviso pubblico.
Una ventina di persone hanno lavorato – parte fino al 31 maggio 2015, parte fino al 30 giugno 2015 - a quattro progetti finanziati nell'ambito delle risorse comunitarie 2007/2013 con particolare attenzione alla florovivaistica, alla produzione dei cereali, dei pomodori e del frumento.
In dieci mesi, il Centro Ricerche della Fondazione Bonomo ha svolto un ruolo di prim’ordine nella sperimentazione in campo agroalimentare.
Innovazione e ricerca sono concetti ricorrenti nel libro dei buoni propositi degli amministratori pubblici a tutti i livelli. Ma quanti ci credono davvero? Se guardiamo ai numeri che si riferiscono al tristissimo e sempre più diffuso fenomeno della cosiddetta “fuga di cervelli”, la risposta più ovvia è una sola: nessuno!
Nel nostro piccolo, possiamo testimoniarlo apertamente e con convinzione. E sa perché? Un anno fa, in piena campagna elettorale per le Amministrative e le Regionali, mentre i nostri laboratori e le nostre apparecchiature giravano a pieno regime, dal Centro Ricerche sono passati tutti i candidati a caccia di voti o di una qualche forma di consenso. Tutti premurosi, tutti preoccupati, tutti desiderosi di impegnarsi a fondo perché la saracinesca del Centro Ricerche, dal 1° luglio, restasse aperta e, quindi, i contratti fossero prolungati.
Dopo un anno, sa cosa è andato a fondo? Insieme con il Centro Ricerche della Fondazione Bonomo, la nostra dignità di persone, le nostre famiglie. Dove sono finiti quei candidati, poi rieletti e oggi nella maggioranza che sostiene il suo Governo regionale, che hanno citato la Fondazione persino nel proprio programma elettorale e oggi nemmeno rispondono a un sms? E quelli che avevano idee “strepitose” per attivare sinergie con il Parco dell’Alta Murgia e con i privati?
Con la chiusura dei progetti, il 30 giugno 2015, è calato il silenzio e nemmeno l’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio Regionale all’inizio della legislatura è servito – almeno fin qui – a squarciare il muro di sostanziale indifferenza eretto intorno al Centro, alla Fondazione e ai suoi ex dipendenti e collaboratori.
L’ultima beffa? La revoca del comodato d’uso delle attrezzature e delle apparecchiature da parte del Sindaco Metropolitano di Bari.
L’ultimo bluff? Il “tavolo tecnico” apparecchiato dall’ex presidente della Provincia Barletta – Andria – Trani dopo oltre due mesi da una nostra richiesta di incontro e solo in seguito alla nostra decisione di rendere pubblica – attraverso gli organi d’informazione – quella richiesta. Con le sue dimissioni, anche il tavolo è stato “sparecchiato”.
Oggi come oggi, è chiaro che in molti ci hanno preso in giro e altri – come il Comune di Andria, per esempio – non hanno mai manifestato interesse concreto nei confronti del Centro e della Fondazione.
Adesso ci rimane solo Lei, egregio Presidente. Dalla massima autorità politica della nostra terra auspichiamo un intervento forte, deciso e celere per restituire al territorio e all’intera regione quello che per alcuni decenni è stato unanimemente riconosciuto come un fiore all’occhiello nel campo della ricerca in agricoltura e ai suoi attuali ex dipendenti e collaboratori la serenità necessaria per mandare avanti le proprie famiglie.
Confidiamo nel suo sostegno e nella sua sensibilità.
Cordialmente,
GLI EX DIPENDENTI DELLA FONDAZIONE BONOMO
le scrive un gruppo di ex dipendenti e collaboratori impiegati dalla Fondazione “Bonomo” nell’omonimo Centro Ricerche di Castel del Monte (Andria) per sollecitare l’autorevole intervento del “Sindaco di Puglia” riguardo una situazione divenuta oramai insostenibile.
Non l’annoieremo con la stupefacente e assurda cronistoria dell’ex Centro Ricerche Bonomo, già di proprietà della Provincia di Bari e poi passata sotto la responsabilità della Provincia Barletta – Andria – Trani, né ci attarderemo sulle cause della paralisi dell’attività di ricerca che portarono al licenziamento del personale dipendente e alla perdita di commesse già acquisite per un valore di qualche milione di euro.
Le vogliamo, però, raccontare, in estrema sintesi, quello che è accaduto negli ultimi tre anni. Nel 2013 la Provincia Barletta – Andria – Trani istituisce la Fondazione e nell’agosto del 2014 il Centro Ricerche riprende l’attività, attraverso il reintegro – con contratti a tempo determinato – di alcuni ex dipendenti licenziati e l’assunzione di personale tecnico e ricercatori reclutato attraverso avviso pubblico.
Una ventina di persone hanno lavorato – parte fino al 31 maggio 2015, parte fino al 30 giugno 2015 - a quattro progetti finanziati nell'ambito delle risorse comunitarie 2007/2013 con particolare attenzione alla florovivaistica, alla produzione dei cereali, dei pomodori e del frumento.
In dieci mesi, il Centro Ricerche della Fondazione Bonomo ha svolto un ruolo di prim’ordine nella sperimentazione in campo agroalimentare.
Innovazione e ricerca sono concetti ricorrenti nel libro dei buoni propositi degli amministratori pubblici a tutti i livelli. Ma quanti ci credono davvero? Se guardiamo ai numeri che si riferiscono al tristissimo e sempre più diffuso fenomeno della cosiddetta “fuga di cervelli”, la risposta più ovvia è una sola: nessuno!
Nel nostro piccolo, possiamo testimoniarlo apertamente e con convinzione. E sa perché? Un anno fa, in piena campagna elettorale per le Amministrative e le Regionali, mentre i nostri laboratori e le nostre apparecchiature giravano a pieno regime, dal Centro Ricerche sono passati tutti i candidati a caccia di voti o di una qualche forma di consenso. Tutti premurosi, tutti preoccupati, tutti desiderosi di impegnarsi a fondo perché la saracinesca del Centro Ricerche, dal 1° luglio, restasse aperta e, quindi, i contratti fossero prolungati.
Dopo un anno, sa cosa è andato a fondo? Insieme con il Centro Ricerche della Fondazione Bonomo, la nostra dignità di persone, le nostre famiglie. Dove sono finiti quei candidati, poi rieletti e oggi nella maggioranza che sostiene il suo Governo regionale, che hanno citato la Fondazione persino nel proprio programma elettorale e oggi nemmeno rispondono a un sms? E quelli che avevano idee “strepitose” per attivare sinergie con il Parco dell’Alta Murgia e con i privati?
Con la chiusura dei progetti, il 30 giugno 2015, è calato il silenzio e nemmeno l’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio Regionale all’inizio della legislatura è servito – almeno fin qui – a squarciare il muro di sostanziale indifferenza eretto intorno al Centro, alla Fondazione e ai suoi ex dipendenti e collaboratori.
L’ultima beffa? La revoca del comodato d’uso delle attrezzature e delle apparecchiature da parte del Sindaco Metropolitano di Bari.
L’ultimo bluff? Il “tavolo tecnico” apparecchiato dall’ex presidente della Provincia Barletta – Andria – Trani dopo oltre due mesi da una nostra richiesta di incontro e solo in seguito alla nostra decisione di rendere pubblica – attraverso gli organi d’informazione – quella richiesta. Con le sue dimissioni, anche il tavolo è stato “sparecchiato”.
Oggi come oggi, è chiaro che in molti ci hanno preso in giro e altri – come il Comune di Andria, per esempio – non hanno mai manifestato interesse concreto nei confronti del Centro e della Fondazione.
Adesso ci rimane solo Lei, egregio Presidente. Dalla massima autorità politica della nostra terra auspichiamo un intervento forte, deciso e celere per restituire al territorio e all’intera regione quello che per alcuni decenni è stato unanimemente riconosciuto come un fiore all’occhiello nel campo della ricerca in agricoltura e ai suoi attuali ex dipendenti e collaboratori la serenità necessaria per mandare avanti le proprie famiglie.
Confidiamo nel suo sostegno e nella sua sensibilità.
Cordialmente,
GLI EX DIPENDENTI DELLA FONDAZIONE BONOMO
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