A MARZO E’ SCADUTO IL TERMINE PER IL RAVVEDIMENTO INTERMEDIO.
SE LA SENTENZA DOVESSE TARDARE ANCORA I CITTADINI SAREBBERO “COSTRETTI” A PAGARE UN CONTO SALATISSIMO.
IO CI SONO!: “INTERVENGA IL GARANTE DEL CONTRIBUENTE”.
Il rinvio della sentenza del Tar addirittura a data da destinarsi mentre avrebbe già dovuto esprimersi sul ricorso del Ministero “contro” gli aumenti tariffari per IMU-TARI e TASI 2015 nel comune di Andria non passa inosservato e suscita preoccupazione in cittadini ed associazioni che ora chiedono l’intervento del Granate del Contribuente in quanto ulteriore ritardo nella pronuncia significherebbe la reale possibilità di una vera e propria beffa in quanto i contribuenti quindi i cittadini si troverebbero, nel caso molto improbabile se non impossibile dovesse avere ragione il comune quindi essere sanata l’illegittimità di aver deliberato in ritardo le nuove tariffe, a non poter più usufruire del ravvedimento operoso per decorrenza dei termini e ciò significherebbe un conto salatissimo da pagare.
A marzo scorso è scaduto il termine, per quanti decisero di pagare sulla base delle tariffe senza l’applicazione dell’aumento incerto, per avvalersi del cosiddetto ravvedimento intermedio ma anche del ravvedimento “lungo”(entro un anno) con sanzione del 3,75 per cento (1/8 del 30 per cento) qualora la sentenza dovesse giungere appunto dopo un anno dalla data di impugnazione del provvedimento.
Perché far perdere ai contribuenti tutte queste possibilità di ravvedimento? A cosa è dovuto un si tale ritardo nella pronuncia del Tar rispetto ad una questione di una portata enorme sia in termini di impatto sull’opinione pubblica che in termini economici di introiti piuttosto che di mancati introiti per le casse comunali?
Le Associazioni andriesi, in primis l’Associazione “Io Ci Sono!” che da tempo si sta occupando anche di questa incresciosa questione, invocano l’intervento del Granate del Contribuente per chiarire cosa stia realmente accadendo e per dare certezza al contribuente, come prevede la norma vigente.
Ad oggi non si conosce neppure la data del rinvio della discussione del ricorso, almeno ufficialmente, e questo è un atteggiamento assolutamente ingiustificato ed irrispettoso per le parti in causa. Il silenzio dell’Ente pubblico cioè del comune di Andria anche a questo proposito è incomprensibile o forse addirittura sospettoso. Per evitare ulteriori strumentalizzazioni e per mettere fine alla controversia, posto che comuni come quello di Andria hanno deliberato gli aumenti delle aliquote e delle tariffe dei tributi locali oltre il termine per il rispetto del limite per la deliberazione del C.C. cioè quello del 30 luglio 2015 quindi dovrebbe essere naturale e scontato che il comune sia soccombente in questa vicenda e che bene avrebbero fatto i cittadini che hanno pagato con le vecchie aliquote, lo stesso Ente dovrebbe immediatamente porsi il problema della soluzione immediata del “caso” al fine anche di porre rimedio al gravissimo “buco” di bilancio costituito dalle minori entrate e non trasformare tali minori entrate in ulteriore debito avendo attinto da quel capitolo di spesa in realtà esistente solo sul piano contabile ma di fatto inconsistente come fondo.
Se tutto questo ai burocrati appare “normale” per i cittadini ed i contribuenti (che pagano politici e burocrati) le cose stanno diversamente quindi è il momento di mettere la parola fine a questa che sta diventando una vera e propria farsa.
Associazione ”Io Ci Sono!” – Andria
SE LA SENTENZA DOVESSE TARDARE ANCORA I CITTADINI SAREBBERO “COSTRETTI” A PAGARE UN CONTO SALATISSIMO.
IO CI SONO!: “INTERVENGA IL GARANTE DEL CONTRIBUENTE”.
Il rinvio della sentenza del Tar addirittura a data da destinarsi mentre avrebbe già dovuto esprimersi sul ricorso del Ministero “contro” gli aumenti tariffari per IMU-TARI e TASI 2015 nel comune di Andria non passa inosservato e suscita preoccupazione in cittadini ed associazioni che ora chiedono l’intervento del Granate del Contribuente in quanto ulteriore ritardo nella pronuncia significherebbe la reale possibilità di una vera e propria beffa in quanto i contribuenti quindi i cittadini si troverebbero, nel caso molto improbabile se non impossibile dovesse avere ragione il comune quindi essere sanata l’illegittimità di aver deliberato in ritardo le nuove tariffe, a non poter più usufruire del ravvedimento operoso per decorrenza dei termini e ciò significherebbe un conto salatissimo da pagare.
A marzo scorso è scaduto il termine, per quanti decisero di pagare sulla base delle tariffe senza l’applicazione dell’aumento incerto, per avvalersi del cosiddetto ravvedimento intermedio ma anche del ravvedimento “lungo”(entro un anno) con sanzione del 3,75 per cento (1/8 del 30 per cento) qualora la sentenza dovesse giungere appunto dopo un anno dalla data di impugnazione del provvedimento.
Perché far perdere ai contribuenti tutte queste possibilità di ravvedimento? A cosa è dovuto un si tale ritardo nella pronuncia del Tar rispetto ad una questione di una portata enorme sia in termini di impatto sull’opinione pubblica che in termini economici di introiti piuttosto che di mancati introiti per le casse comunali?
Le Associazioni andriesi, in primis l’Associazione “Io Ci Sono!” che da tempo si sta occupando anche di questa incresciosa questione, invocano l’intervento del Granate del Contribuente per chiarire cosa stia realmente accadendo e per dare certezza al contribuente, come prevede la norma vigente.
Ad oggi non si conosce neppure la data del rinvio della discussione del ricorso, almeno ufficialmente, e questo è un atteggiamento assolutamente ingiustificato ed irrispettoso per le parti in causa. Il silenzio dell’Ente pubblico cioè del comune di Andria anche a questo proposito è incomprensibile o forse addirittura sospettoso. Per evitare ulteriori strumentalizzazioni e per mettere fine alla controversia, posto che comuni come quello di Andria hanno deliberato gli aumenti delle aliquote e delle tariffe dei tributi locali oltre il termine per il rispetto del limite per la deliberazione del C.C. cioè quello del 30 luglio 2015 quindi dovrebbe essere naturale e scontato che il comune sia soccombente in questa vicenda e che bene avrebbero fatto i cittadini che hanno pagato con le vecchie aliquote, lo stesso Ente dovrebbe immediatamente porsi il problema della soluzione immediata del “caso” al fine anche di porre rimedio al gravissimo “buco” di bilancio costituito dalle minori entrate e non trasformare tali minori entrate in ulteriore debito avendo attinto da quel capitolo di spesa in realtà esistente solo sul piano contabile ma di fatto inconsistente come fondo.
Se tutto questo ai burocrati appare “normale” per i cittadini ed i contribuenti (che pagano politici e burocrati) le cose stanno diversamente quindi è il momento di mettere la parola fine a questa che sta diventando una vera e propria farsa.
Associazione ”Io Ci Sono!” – Andria
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