Nella mattinata di ieri i Carabinieri
di Barletta hanno disposto il sequestro giudiziario preventivo dello
stabilimento Timac Agro Spa, sito in via Trani. Siamo dinanzi ad una
situazione di urgenza, nel corso di indagini preliminari, che porterà
il pubblico ministero, entro 48 ore dalla ricezione del verbale del
luogo in cui il sequestro è stato eseguito e se non dispone la
restituzione delle cose sequestrate, a richiede al giudice la
convalida e l'emissione del decreto motivato.
Come per la Buzzi Unicem è la
magistratura a procedere per verificare la correlazione fra
inquinamento ambientale ed aziende insalubri al fine di individuare i
responsabili ed applicare il principio “chi inquina paga”.
Questo accade in una città che vede la
classe politico-amministrativa trincerarsi dinanzi ad un protocollo
sul monitoraggio ambientale generico volto unicamente a valutare la
presenza e la consistenza di alcuni dei numerosi veleni sprigionati
da attività insalubri non solo nelle matrici ambientali ma anche in
quelli umani ed animali, senza che questi vengano legati alle
industrie presenti sul territorio.
Già dallo scorso agosto le
comunicazioni dei funzionari degli enti competenti per la tutela
dell’ambiente e della salute contenevano una fotografia del sito in
cui si producono fertilizzanti chimici che avrebbe dovuto far
scattare innumerevoli campanelli d’allarme, evidenziando le stesse
che “il sito Timac del Comune di Barletta in data 15 dicembre 2008
è stato posto sotto l’attenzione delle amministrazioni pubbliche,
in quanto l’Agenzia regionale per l’ambiente della Puglia ha
accertato che nel sito in oggetto i livelli di contaminazione da
piombo, rame e zinco del sottosuolo e da cromo esavalente, floruri,
solfati e tricloroetano delle acque sotterranee sono superiori ai
valori di soglia di contaminazione».
Nonostante ciò, in un susseguirsi di rimpalli su cause e responsabilità, il sindaco Cascella con l’intera maggioranza ritenne necessario chiedere ai competenti organi della Regione Puglia un annullamento parziale o quantomeno una sospensiva del provvedimento di Messa in Sicurezza Operativa.
Nonostante ciò, in un susseguirsi di rimpalli su cause e responsabilità, il sindaco Cascella con l’intera maggioranza ritenne necessario chiedere ai competenti organi della Regione Puglia un annullamento parziale o quantomeno una sospensiva del provvedimento di Messa in Sicurezza Operativa.
A Barletta il prossimo consiglio
comunale è stato convocato per venerdì 17 giugno alle ore 17,30 per
l’approvazione del Rendiconto di gestione esercizio 2015. Nessuna
traccia, dunque, della proposta di deliberazione di iniziativa
popolare “monitoraggio ambientale legato alle aziende insalubri”
che, in occasione del consiglio comunale dello scorso 18 marzo,
dinanzi alla certezza di essere approvata con modifiche mirate a
trasformarla in una mera dichiarazione favorevole ad un generico
monitoraggio ambientale, fu rinviata in extremis grazie alla
pressione dei rappresentanti del Forum Salute e Ambiente di Barletta
presenti in aula.
Fu dunque deciso dall’amministrazione
comunale di rinviare a data da destinarsi la discussione sul
monitoraggio ambientale con il proposito di avviare un percorso di
partecipazione con le associazioni e i comitati ambientalisti.
Era palese che tale mossa era solo un
maldestro tentativo da parte della maggioranza di prendere tempo e
cercare di affrontare il più tardi possibile la discussione su uno
dei nodi principali che affliggono la nostra città e cioè la
presenza di siti industriali che inquinano.
Dal consiglio comunale sulle due
deliberazioni di iniziativa popolare dello scorso 18 marzo abbiamo
denunciato più volte l’indecente comportamento dell’intera
amministrazione Cascella.
Un’amministrazione che fa finta di
nulla e non ritiene doveroso diffondere i primi dati allarmanti che
provengono dal monitoraggio ambientale promosso con Regione Puglia ed
altri enti non rendendoli fruibili alla cittadinanza. Atteggiamento
dal quale si evince quello che da anni ormai affermiamo e cioè la
presenza di una grave crisi ecologica e, dunque, sanitaria.
Anche in questa occasione ascolteremo
le solite frasi di rito da parte del Sindaco Cascella e dell’intera
classe politica, trincerandosi dietro le indagini della magistratura
senza proporre uno straccio di proposta politica che getti le basi
per cercare di invertire la rotta.
Pe questo come Forum abbiamo promosso
un percorso autonomo che ci ha portato alla presentazione della
delibera di iniziativa popolare sul monitoraggio legato alle aziende
insalubri, sottoscritta da 1200 cittadini, che, come previsto dallo
Statuto comunale, pretendiamo sia portata in consiglio comunale per
la sua discussione e approvazione senza stravolgimenti, come da
volontà popolare.
Il Consiglio Comunale monotematico
potrebbe essere l’occasione per aprire una discussione che
coinvolga i cittadini sul disastro ambientale in cui è sprofondata
la nostra città.
Ma siamo consapevoli che ci troviamo a
dover fronteggiare un muro sollevato da una classe politica non
disposta ad ascoltare le istanze che provengono dai settori sociali
della città e che è nostro compito continuare a portare avanti
questa battaglia fin dentro i luoghi del potere.
Sandra Parente- Forum Salute e
Ambiente
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