La situazione è drammatica, ma per gli agricoltori della Piana di Loconia può trasformarsi in un incubo: a rischio non è solo il raccolto, ma gli stessi impianti irrigui. Danni per milioni di euro.
Le nostre campagne hanno sete. Ma questa volta la colpa non è delle alte temperature e della mancanza della pioggia, ma di una sbagliata programmazione da parte di chi non è in grado di organizzare un servizio irriguo degno di questo nome, ma soprattutto pensa di continuare a distingue gli agricoltori in quelli di serie A, ai quali garantire i servizi, e quelli di serie B, ai quali chiedere solo il pagamento di servizi inesistenti.
Stamattina mi sono voluto rendere conto di persona e sono stato con gli agricoltori della Piana di Loconia - una frazione Canosa di Puglia nota per la coltivazione della percoca e albicocca – e mi sono reso conto che la situazione è tragica per la mancanza di acqua, derivante da una decisione presa nei giorni scorsi quando è stata riorganizzata la suddivisione delle acque da irrigazione. Gli agricoltori di Loconia devono, o meglio dovrebbero, prelevare le acque dal Locone, il Consorzio Terre di Apulia ha garantito che questa cosa è possibile, perché l’acqua c’è, ma le vasche vanno riempite e se non si autorizza la possibilità che almeno due volte si possa prendere l’acque dalla traversa Santa Venere le vasche non si riempiono e quindi i terreni restano a secco. Cosa che accade puntualmente ogni lunedì, mentre negli altri giorni arrivano quasi 700 litri. Un’inezia a fronte dei 1.000, per esempio garantiti ogni giorni agli agricoltori della Capitanata.
Al danno la beffa! Agli agricoltori è stato richiesto tutto insieme il saldo acqua 2016, perché lo scorso anno il Consorzio non aveva emesso le cartelle, ma per garantire l’attuale campagna irrigua è stato chiesto un ulteriore sacrificio: anticipare il 50% del consumo di quest’anno in base alle stime dello scorso anno. Insomma, migliaia e migliaia di euro che gli agricoltori hanno versato senza alcun beneficio visto che in piena campagna agricola sono senza acqua e con gli impianti a rischio di funzionamento.
Ora è chiaro che la soluzione tecnica esiste, ma per attuarla serve la volontà politica. Per questo oggi stesso ho scritto all’Assessorato regionale all’Agricoltura e al responsabile dell’autorità idrografica subappennino, che ha sede a Caserta, e che decide sulla distribuzione perché venga rivista immediatamente la decisione assurda.
Invito l’assessore Di Gioia a non sottovalutare questo che sta accadendo.
Qui si sta davvero scherzando col fuoco!
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