CONTINUANO
AD AUMENTARE I COSTI DELLE MATERIE PRIME E DEI SERVIZI. NEI BAR PRONTO
L’ADEGUAMENTO DEL COSTO DELLA TAZZINA DI CAFFE’.
MONTARULI
(UNIMPRESA): “PREZZI BLOCCATI DA NOVE ANNI. I BARISTI INCASSANO MA SOLO LE
PERDITE.”
Sono giunti i dati periodici UNIBAT sui costi
di gestione delle aziende e il dato più eclatante è quello relativo ai costi
per la produzione e vendita al pubblico della tazzina di caffé; costi aumentati
negli ultimi quattro anni di oltre il 60%, che si aggiunge all’aumento del 40%
che venne registrato tre anni fa, senza che questi aumenti si siano mai riversati
sui consumatori che continuano a gustare una tazzina di caffé, contornata dal
classico bicchiere di acqua minerale, da tutti i tipi di zucchero e
dolcificanti a scelta, talvolta anche dal cioccolatino e qualche altro
accessorio il tutto al modico prezzo di 70/80 centesimi di euro.
Tradizionalmente il costo della tazzina di
caffé è sempre stato equivalente a quello del quotidiano la cui lettura è un
altro servizio completamente gratuito garantito nei pubblici esercizi, insieme
all’uso di tavolini, sedie, posacenere, impianti di riscaldamento o
condizionamento, spazi all’aperto e al chiuso e qualche altro servizietto di
contorno erogato generosamente per “spirito di servizio”.
Rispetto al costo del giornale, che andrebbe
anche aumentato visto il ruolo che la carta stampata continua ad offrire quale
elemento materiale di trasmissione e divulgazione della cultura e della
conoscenza oltre che delle notizie ed informazioni, quello della tazzina di
caffé rimane enormemente inferiore.
Il Direttore di Federazione, Savino Montaruli,
ha dichiarato: “riguardo il prezzo della tazzina di caffè, bisogna ricordare che
già dagli inizi del 2013 si stava assumendo la decisione di apportare il giusto
aumento ad un listino fermo dal 2008. Si preferì lasciare i prezzi invariati
nonostante ci fu l’aumento dell’iva e della tassazione locale con aumenti
progressivi che hanno portato la tassa rifiuti, ad Andria, in pochissimi anni
addirittura quasi a triplicarsi, anche a causa di un’inaudita incoscienza
istituzionale oltre che di mal governo cittadino. Oggi le cose sono peggiorate
e la chiusura di pubblici esercizi che si registra, dopo decenni che avevano
visto queste forme di attività assolutamente indenni da attacchi di crisi,
inducono ad assumere i necessari provvedimenti non più procrastinabili. Nei
prossimi giorni ci saranno incontri tematici organizzati dalla Federazione con
le relazioni di Gruppo che porteranno alla decisioni conformi alle direttive
impartite dalla base. I consumatori, quindi, potranno continuare a gustare la
sana, buona e tradizionale tazzina di caffé ad un costo che potrebbe superare
di pochissimo quello attuale, con i maestri baristi consapevoli di svolgere
oltre che un fondamentale ruolo imprenditoriale nella città di Andria anche un
ruolo sociale che tiene conto di condizioni estremamente difficili in cui versa
questo territorio dove a proliferare continua ad essere l’assenza di politiche di
sviluppo. Questo vale un po’ per tutti i comuni della cosiddetta Green Bat” –
ha concluso Montaruli.
Area Comunicazione UNIBAT
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