La “Via Appia” ed il tentativo di chiarire il suo tracciato. Un progetto, quello del MiBACT supportato dalla Regione Puglia che punta alla riscoperta e valorizzazione della “Regina delle strade”.
A questi tre punti salienti può essere affidata la sintesi del convegno organizzato dal Comune di Spinazzola che si avvale del patrocinio della Regione Puglia e dell’Ente Parco dell’Alta Murgia: “Via Appia-Regina Viarum” che si svolgerà a Spinazzola il 24 novembre alle ore 17.30 presso la sala Innocenzo XII.
Dopo il saluto dei sindaci: Michele Patruno (Spinazzola), Michele Armienti (Poggiorsini) seguiranno gli interventi dei relatori: Cesareo Troia vice presidente dell’Ente Parco dell’Alta Murgia, prof. Fedele Raguso Storiografo e Filologo, Aldo Patruno Direttore Dipartimento Turismo, Cultura e Valorizzazione del Territorio-Regione Puglia. Modera il giornalista Cosimo Forina.
Il tracciato della via Appia che da Venusia (Venosa) portava a Silvium (Gravina di Puglia) come è noto risulta essere tra i più controversi. Almeno tre le ipotesi stimate di cui solo una vorrebbe Spinazzola con Poggiorsini estromesse nel punto in cui l’antica Appia da Palazzo San Gervasio giungeva a Gravina, segnando a Masseria Tripputi ai piedi del Monteserico la statio Ad Pinum, tratto che lo si vuole del tutto inserito oggi in terra di Basilicata.
Lunga 360 miglia l’Appia nel suo tracciato interessa quattro Regioni, numerose Provincie, e molti Comuni. La necessità impronosticabile di tentare di fare chiarezza è giunta, a maggior ragione, dopo la presentazione nell’aprile del 2015 del progetto con cui il MiBACT, come già tentato agli inizi dall’Ottocento, intende operare per la valorizzazione e messa a sistema del cammino lungo l’antico tracciato romano. Proponendo la candidatura della via Appia nel suo insieme per l’iscrizione nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità ai sensi della Convenzione 1972.
Un piano quello del MiBACT che ha avuto come sollecitazione la pubblicazione del libro del giornalista Paolo Rumiz: Appia (Feltrinelli) il quale con Riccardo Carnovalini, Irene Zambon e Alessandro Scillitano ha percorso a piedi la via Appia da Roma a Brindisi.
Rumiz nonostante le sue stesse perplessità sceglie il passaggio in Basilicata, tuttavia non escludendo l’approdo della “Regina Viarum” in Puglia a Spinazzola. Anche perché la storia sin qui tramandata della città la vuole fondata come vicussorta intorno alla statio Ad Pinum di certo ben lontana dalla Masseria Tripputi. L’ipotesi del passaggio dell’Appia nei pressi di Spinazzola che prosegue verso la Rocca del Garagnone e poi verso Gravina è sostenuta da Francesco Maria Pratilli che descrive questo itinerario nella pubblicazione Della via Appia riconosciuta e descritta – Libri IV – (Arnaldo Forni Editore 1745) che lo stesso Rumiz usa come fonte e riferimento in diversi tratti del suo camminamento.
Il progetto di valorizzazione dell’Appia del MiBACT punta a definire gli elevati valori: archeologici, storici, paesaggistici, e quindi culturali di tutto il tracciato. Intende promuovere interventi di recupero e di valorizzazione turistica, la creazione di servizi di accoglienza, nonché l’acquisizione da parte degli enti pubblici di beni immobili di particolare pregio artistico presenti lungo l’itinerario.
Determinazione: quella di favorire iniziative di architettura del paesaggio, recuperare aree degradate collegate al percorso dell’Appia Antica nel rispetto dei princìpi sanciti dalla “Convenzione europea del paesaggio”.
Un’opportunità che la città intende cogliere nella sua interezza, certa di poter ribadire come annunciato all’indomani della presentazione del progetto ministeriale: “Appia Regina Viarum” la sua candidatura e l’inserimento a pieno titolo nella programmazione di sviluppo del territorio ed iscrizione nel patrimonio dell’Unesco.
Cosimo Forina
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