MONTARULI
(UNIBAT): “GLI AMMINISTRATORI COMUNALI E LE ISTITUZIONI NON SE NE RENDONO
CONTO”.
Sempre
attualissimo il tema del degrado urbano che continua ad alimentare una
spaventosa e progressiva decrescita del centro storico della città di Andria.
Il rischio ora è quello di vanificare gli ingenti investimenti di privati, di
imprenditori e di chi ha creduto in una ricrescita del centro antico andriese.
A proposito della
delicatissima situazione è intervenuto uno dei più attenti osservatori anche
del borgo antico andriese, promotore di tantissime iniziative, anche in termini
di proposizione di soluzioni ed accordi di programma, mai ascoltate e
continuamente, ingiustificatamente e colpevolmente ignorate dalla classe
dirigente ed amministrativa locale che ora si trova a combattere il suo stesso
male per anni trascurato e neppure minimamente curato.
Il Presidente
UNIBAT, Savino Montaruli, ha dichiarato: “dopo la vicenda dei dehors che tanti
danni sta causando e causerà agli esercenti che ora vedono vanificati
investimenti addirittura sollecitati ed autorizzati dall’amministrazione
comunale attraverso i suoi uffici che oggi se ne lavano le mani, il centro
storico andriese continua ad assistere ad un progressivo ed inarrestabile
degrado e decrescita ampiamente preventivata in assenza di minimi interventi da
parte delle istituzioni e dell’Ente pubblico distratto e avulso dalla realtà.
Da anni, da tantissimi anni stiamo sollecitando interventi mai ascoltati e mai
realizzati, con un’Amministrazione comunale che continua a scegliersi gli
interlocutori a proprio piacimento, per convenienze, per livello di
compiacimento o peggio, per livello di appartenenza e di servilismo, con
assessori e dirigenti sempre alla ricerca del solo consenso, troppo distratti. Dal
protocollo d’Intesa Esercenti-Associazioni-Comune-Commercianti fino al nostro
progetto di riqualificazione all’interno della Zona Franca Urbana per passare
dalla Smart City con il sistema di viabilità e videocontrollo: abbiamo
presentato, nel corso degli anni, progettualità finalizzate ala realizzazione
di minimi ma fondamentali interventi, quali la dotazione di un Regolamento
Centro Storico, Buffer Zone, Zona Ambientale, che già prevedesse modalità di
intervento di Arredo Urbano, Norme di Speciale Tutela e Linee di Indirizzo per
l’Esecuzione degli Interventi Edilizi, Norme sul Colore, sui Materiali e altri
elementi che caratterizzano l’aspetto
esteriore degli edifici, nel rispetto altresì del Codice dei Beni Culturali.
Tutto ignorato, per pregiudizio e per incapacità di affrontare delicate
tematiche come queste. Oggi gli
esercenti, i residenti, i giovani, i cittadini sono tutti scontenti e delusi
per le condizioni in cui versa quello che avrebbe potuto essere elemento di
rivoluzione culturale, economica e sociale della nostra città che, per il
resto, non riesce ad essere né attrattiva, né ospitale né accogliente e sta
perdendo, definitivamente, qualunque opportunità di crescita, di sviluppo, di
progresso e di utilizzo di quegli strumenti che, al contrario, stanno cambiando
radicalmente le città degli altri territorio, ambiziose e lungimiranti.. Tutto
dunque era scritto e tutto era stato detto. In assenza di tali interventi la
situazione attuale è drammatica ed irreversibile. Al regresso economico e
attrattivo si aggiungono elementi di disturbo sociale e di degrado umano che si
consuma ogni giorno, ogni sera, ogni notte, anche ai piedi dei monumenti cittadini,
a cominciare dalla Cattedrale dove regna assolta anarchia e dove ci aspettavamo
che un minimo di presa di posizione sarebbe stata assunta ma il silenzio,
soprattutto quello di chi ha ruoli e competente istituzionali di intervenire e
risolvere queste emergenze, si sta rivelando il miglior alleato di chi
“gestisce” la città ed il peggior nemico di chi, invece vorrebbe preservarla e
proteggerla. Un modo dequalificante di rappresentare le istituzioni che è
addirittura aggravato dall’essere quasi sinonimo di emulazione all’interno di
altri comuni co-capoluogo della Provincia Bat i quali manifestano le identiche
emergenze ed incapacità amministrative e di governo. Evidentemente - ha
concluso Montaruli – l’incapacità è contagiosa quindi sarebbe meglio che quando
si incontrano i governanti del territorio si rendano conto della condizione in
cui lo hanno ridotto mentre le ambizioni erano altre, ben altre, tutte
vanificate e sprecate”.
Ufficio Relazioni Esterne
UNIMPRESA BAT
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