Deleonardis: “Così prestano il fianco alle irregolarità in un
territorio dove il fenomeno è fortemente presente come dimostrato dai dati
dell’Ispettorato”
Un anno
e mezzo fa la Cgil Bat, insieme a Cisl e Uil, ha inviato ai Sindaci dei Comuni
della Provincia la bozza di un protocollo sulla legalità negli appalti, una
proposta di accordo mai presa in considerazione seriamente dai primi cittadini,
la cui discussione non è mai decollata perché si riteneva che nel documento ci
fossero “aspetti tecnici irricevibili”. La smentita a questa che, per la Cgil, è
un alibi arriva nelle ultime ore da Milano e dalla vicina Ruvo di Puglia, due
città in cui sono state siglate intese sulla falsa riga di ciò che era scritto
nel protocollo presentato alle amministrazioni nella Bat, se non addirittura
più “spinte”.
Con il protocollo siglato
tra Comune di Milano e sindacati, le gare non potranno più essere al massimo
ribasso, tra gli aspetti più importanti c’è la clausola sociale, la
responsabilità solidale tra appaltante, appaltatore e subappaltatori ed un
meccanismo premiante per le imprese che assicurano un migliore trattamento
economico ai dipendenti. Solo per citare qualche esempio, a Ruvo di Puglia il
protocollo andrà a implementare le norme del nuovo Codice degli appalti con 18
prescrizioni operative che tendono, tra le altre cose, a ridurre fortemente i
criteri di discrezionalità in capo alla stazione appaltante, di modo che la
pubblica amministrazione possa analizzare i fattori di rischio corruzione.
“Dunque, in altre due
città le nostre idee hanno avuto un seguito e nel caso di Ruvo di Puglia
vengono prese in considerazione da un primo cittadino che è anche un
giuslavorista e quindi profondo conoscitore della materia; non solo il Sindaco
si è confrontato con i sindacati ma ha siglato anche l’intesa. Lo stesso non
possiamo dire che sia avvenuto con i nostri Sindaci, ad eccezione di Vittorio
Fata di Bisceglie che nelle ultime ore si è reso disponibile ad approfondire,
dagli altri nessun riscontro ufficiale è pervenuto (se non qualche
dichiarazione di intenti). Tutto ciò accade in un territorio in cui i dati
sulle irregolarità sono più alti della media nazionale”, spiega Giuseppe
Deleonardis, segretario generale Cgil Bat.
Stando ad una rilevazione
dell’ispettorato del lavoro per l’anno 2017, diffusa solo qualche giorno fa,
che prende in considerazione diverse macrocategorie, su più di 120 mila
pratiche verificate le irregolarità totali riscontrate sono pari al 60,06%.
Nella Bat salgono al 63,20%. Nel dettaglio si riscontra il 75,54% di
irregolarità rilevate nell’edilizia, il 68% in attività di servizi di alloggio
e ristorazione ed il 66,67 in sanità ed assistenza sociale.
“Non sfugge – commenta
Deleonardis – che costruzioni, ristorazione e sanità siano i settori in cui è
presente il pubblico che spesso affida questi servizi in appalto all’esterno.
Paradossalmente, invece, nell’industria (e quindi nel privato che non ha
direttamente legami con il pubblico) le irregolarità si attestano al 59,38%. Il
55,92 sono quelle riscontrate in agricoltura. Cosa vogliamo dire con questo
ragionamento? Che le pubbliche amministrazioni, involontariamente, prestano il
fianco alle illegalità nel mondo del lavoro e per questo siamo convinti che sia
il momento, anche alla luce di questi dati, di rilanciare la sfida e la
proposta del protocollo sulla legalità negli appalti. Non ci sono, né ci devono
essere, più alibi. Si può fare e si deve fare”.
In mattinata il
segretario generale della Cgil Bat, Giuseppe Deelonardis, Giuseppe Boccuzzi,
segretario generale Cisl Bari-Bat e Vincenzo Posa, coordinatore Uil Puglia-Bat
sono tornati a scrivere a tutte le amministrazioni della Bat “affinché si
creino momenti di confronto sul protocollo, se c’è davvero la volontà di
intervenire nell’ottica del rispetto delle regole e della creazione di sana
occupazione. Altrimenti siamo legittimati a pensare che questi temi vengano
sbandierati come cruciali ma alla prova dei fatti non si fa nulla per garantire
davvero legalità e trasparenza e la logica resta quella dello scambio quantità
del lavoro a discapito della qualità e dei diritti”, conclude Deleonardis.
Michela
Alicino
Ufficio
stampa Cgil Bat
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