“La storia ha consegnato alla città di
Barletta un insieme straordinario di beni e di testimonianze che narrano di un
ruolo che la città può - deve - continuare ad assolvere”. Così il sindaco
Pasquale Cascella alla presentazione del Circuito del Contemporaneo di Puglia,
il progetto culturale collocatosi ai primi posti del recente bando della Regione Puglia, svoltasi
lunedì scorso nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di
Roma, da parte della curatrice, Giusy Caroppo, con la direttrice del Polo
Museale della Puglia, Mariastella Margozzi, i presidenti della Fondazione
Santomasi Mario Burdi e dell’associazione Eclettica Stefano Faccini, il
curatore della sezione The life of things
Marco Petroni, l’artista Sergio Racanati per Outside(r), il gallerista Giampaolo Abbondio e altri partner della
particolare “impresa culturale”.
Il progetto prenderà avvio proprio dal
Castello di Barletta il 24 aprile con “Victory of Democracy” di Andrei
Molodkin, (mentre il giorno successivo a Gravina si aprirà la mostra di Vettor
Pisani). Tra le
mura fortificate del maniero, risultato di stratificazioni
delle diverse dinastie al potere, dal XI
secolo al XVIII secolo, la pietra scolpita nell’antichità riflette
un’epoca di cultura straordinaria: il lapidarium, che
nell’occasione tornerà a essere aperto al pubblico, conserva il busto-ritratto
attribuito a Federico II di Svevia in pietra calcarea, risalente al XIII
secolo, e il Sarcofago degli Apostoli, altorilievo
lapideo prima testimonianza del Cristianesimo in città, del periodo compreso tra il III e il IV
secolo, insieme ad articolate collezioni
civiche. Come controcanto a questo racconto,
suggellato dal patrimonio artistico, fatto di ricchezza e grandezza, saranno
collocati i contenitori acrilici di Molodkin che traducono la violenza della
realtà contemporanea.
“C'è'
una identità di cultura e d'arte – ha affermato il sindaco Cascella - da
ricomporre attraverso le tracce archeologiche di Canne della Battaglia che
diventano di fede nella Chiesa in cui sono raccolte le reliquie di San
Ruggiero, in quella che un tempo era la strada delle Carrozze a poca distanza
da Palazzo della Marra dove ha casa la Donazione di Giuseppe De Nittis, per poi
proseguire verso l'edificio a cui è affidata la rappresentazione della Disfida
così come l'ha romanzata nel Risorgimento il D'Azeglio, e ancora attraversare
costruzioni civili e religiose dagli stili sovrapposti, consolidatisi anche
nell'incontro di riti diversi (come quello che si andava a celebrare nella
vicina “Chiesa dei Greci”), fino al suggestivo arco al di là del quale lo
sguardo abbraccio la maestosa Cattedrale e il possente Castello. Beni del
passato da vivere nel presente per il futuro. Una Amministrazione pubblica non
può che tutelare questo patrimonio della città per il suo valore identitario,
che si fa anche economico e sociale quando rende attrattivo il territorio ai
flussi turistici e diventa di sprone all’attitudine degli stessi cittadini al
bello e all’amore per un bene comune. Non basta, allora, guardarsi indietro e
riconoscere il valore di ciò che ci è stato consegnato, ma occorre saperlo
osservare con lo sguardo al futuro che – nell'era della globalizzazione - la
contemporaneità culturale e artistica volge al mondo. Per questo abbiamo
prontamente raccolto la scelta di Giusy Caroppo - compiuta questa volta da
studiosa e professionista ma con la stessa passione civica già spesa per la
propria città - di fare del Castello di Barletta il “perno” dell’istituendo
Circuito del Contemporaneo, rendendo la sua massiccia e variegata struttura non
solo un contenitore di storia ma un originale palcoscenico di nuove esperienze
e visioni artistiche. E ci onora poter
ospitare, in questa occasione, il maestro internazionale Andrei Molodkin,
con una mostra, articolata tra spazi aperti e sotterranei, così visionaria
nella lettura artistica della vicenda politica del nostro tempo, che sembra
indicare, se non suggellare, la vera vocazione del Castello di Barletta:
farsi ideale “terra” di mezzo tra storia e contemporaneo. Tanto più con
una esposizione contestuale - verrebbe da dire contemporanea - al nuovo
allestimento del Lapidarium che con la storia delle sue pietre pare abbia
stimolato il grande artista internazionale a mettere in scena, nella sua
“Victory of Democracy”, lo stridente antagonismo tra la grandezza del
passato e la fragilità delle politiche internazionali che segnano i destini del
mondo odierno”.
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