Ci vorrebbe, servirebbe una seria e severa analisi
di quanto continua ad accadere nel mondo politico andriese; sulle dinamiche che
tengono in equilibrio rapporti umani e professionali; sui criteri di selezione
delle persone e delle competenze. Gli anni dell’amministrazione Giorgino sono
stracolmi di spunti sociologici da costituire delle vere e proprie piste di
indirizzo per analisi che vanno al di la, ben al di la della politica in senso
amministrativo e governativo. L’ultimo, recente, spunto di riflessione viene
fuori dalla decisione del primo cittadino di azzerare la giunta cioè uomini e
donne di sua diretta, specifica e personale emanazione, additati di
inefficienza, di inesperienza, di incapacità e di lassismo. Giudizi estremi che
non coinvolgono, evidentemente, solo la sfera relativa all’incarico politico
conferito loro dallo stesso primo cittadino ma anche, inevitabilmente, quella
personale e professionale perché le persone non è che cambino completamente a
seconda del ruolo che assumano. Provate ad immaginare come nasce questa
compagine politico-umana e noterete immediatamente quanto la politica, o ciò
che si nasconde dietro di essa, sia capace di minare e persino distruggere,
disintegrare rapporti umani e personali che mai si sarebbe pensato potessero
essere scalfiti. Giorgino e Nespoli, ad esempio. Chi mai avrebbe potuto
immaginare una si tale alienazione di un rapporto umano e di amicizia fraterna,
apparentemente inossidabile?
Gli anni, il trascorrere degli anni, hanno
continuato a dare il peggio di sé fino a vedere “coppie” di politici, dello
stesso Partito o Movimento, sedute nello stesso biposto a Palazzo San
Francesco, ridursi a lottatori in arena, a scannarsi per un posto al sole.
Avvicendamenti e conquiste di poltrone che hanno messo da parte, completamente
sopraffatto rapporti umani e forse persino amorosi, in casi altrimenti ed
altrove registratisi.
Andria fa scuola dunque e lo fa al contrario
rispetto al senso nobile della Politica. Lo fa dimostrando, definitivamente,
quanto questa politica possa nascondere dietro di sé subdole e diaboliche
dinamiche sacrificando il sentimento, il rapporto umano alla bramosia di
potere, innata in ogni essere umano ma che se mal governata può seriamente
portare alla distruzione totale. Sguazzare in questo pentolone ribollente non
deve essere certo né gratificante né onorevole ma la storia racconta altro e lo
racconta in modo inconfutabile. La politica, ad Andria, continua a “sorprendere”
e quasi ad essere un indecifrabile gioco al cui interno le regole non sono
prefissate ma vengono cambiate e trasformate di volta in volta, con la partita
in corso ed a seconda di chi sta sugli spalti e dietro la macchina che muove i
lunghi fili ora in una direzione, ora in un’altra. Un gioco dove le pedine sono
gli uomini, le donne, le persone. Quegli stessi uomini, quelle stesse donne che
sono stati genericamente additati essere degli incapaci, buoni a nulla e che,
in queste settimane, non hanno neppure avuto il minimo risentimento umano,
dunque non hanno inteso “reagire”. Un’altra caratteristica dello stato di
condizionamento mentale che la politica ha il potere di generare, specie in
menti fortemente fragili, subordinate a quel desiderio irrefrenabile chiamato
potere, anche se si trattasse di potere del nulla, come in quasi tutti i casi
in specie.
Sarebbe invece bello pensare, credere che dentro la
politica le regole fossero quelle del rispetto delle persone, dei ruoli e delle
sensibilità.
Nel caso dell’ennesima crisi politica nella città
di Andria queste prerogative sono state, ancora una volta, sacrificate ed
umiliate e quei silenzi di quegli uomini e di quelle donne che sono stati
mortificati ed “annientati”, senza aver mai saputo se e dove abbiano sbagliato,
commesso errori o addirittura violato non si sa quale patto di sangue o
protocollo insindacabile i quali, forse oggi, o domani, si accorgeranno,
prendendone coscienza, che non ne valeva proprio la pena; che non ne è valsa la
pena e che, in fondo, gli entusiasmi di tal altri di oggi sono solo l’inizio di
un’altra delusione sovrastata dal desiderio di quel potere fasullo che cambierà
quelle persone e le cambierà sicuramente in peggio.
Dedicato a Paola (Albo), a Mariateresa (Forlano), a
Beppe (Raimondi), a Sefi (Buonomo).
Senza aver mai saputo dove abbiano “sbagliato”
soprattutto dove i privilegiati abbiano “eccelso”.
*Presidente Associazione “Io Ci Sono!” –
Andria
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