Il
primo maggio non è più la Festa del Lavoro. Se fino a qualche anno addietro le
condizioni economiche e sociali del Paese, almeno quelle apparenti,
consentivano una riflessione che andasse anche oltre gli aspetti economici e
che quindi poteva anche interessare quelli umani, sociali e familiari oggi le
cose sono cambiate strutturalmente ed ecco che di quel Valore rappresentato
dalla Domenica e dal riposo festivo non se ne parla praticamente più e,
francamente, nell’attuale condizione sociale ma anche economica reale, anche
“gli interessati” cioè quelli che un lavoro, seppur precario ancora lo
mantengono, “abbandonano” la discussione.
Non
sono qui a ripercorrere le numerose tappe che hanno visto, di volta in volta
nel corso degli anni passati, al centro della discussione il tema del riposo
festivo né voglio ricordare chi quelle battaglie di civiltà le ha realmente
combattute sul campo, tra i commercianti, con i commercianti e con chiunque ne
abbia voluto comprendere il vero senso né voglio sottolineare quanto il tema
sia stato, invece, strumentalizzato politicamente ma anche talvolta
sindacalmente da parte di chi ha visto nell’apparente difesa di quel diritto
motivo di opportunismo “contrattuale” con la grande distribuzione organizzata
che praticamente è stata quella che ha “sollecitato” la politica ad assumere
taluni provvedimenti normativi, ottenendoli, e lo ha fatto a tutti i livelli,
anche territoriali e non solo governativi.
La
storia conserva ben chiaramente i comportamenti e le azioni di tutti gli attori
di quella lunga serie e quelle portate avanti dalle nostre Associazioni sono
ancora ben scritte, anche nella mente di chi ha orgogliosamente seguito e
condiviso quelle battaglie “umane”, andando finanche a testimoniarle
direttamente a Roma, in Piazza San Pietro e ovunque ve ne fosse stato bisogno.
Quella
della difesa del Lavoro e del riposo festivo quindi sembra purtroppo ormai
diventata una battaglia anacronistica e di retroguardia ma continua ad offrire
enormi spunti di riflessione se è vero che oggi e solo oggi, in concomitanza
del 1° maggio cioè quella che era la Festa del Lavoro, qualcuno se ne ricorda e
addirittura ci gioca anche sopra mediaticamente con stravaganti trovate
pubblicitarie per onorare non si sa neanche bene cosa visto che anche le
amministrazioni locali, come hanno strumentalmente fatto anche per il 25 aprile
tirando in ballo, offensivamente per i cittadini, la decantata spending review
che continua a non esiste per le elargizioni clientelari tutt’ora in corso,
anche della Festa del Lavoro non se ne ricorderanno.
In
un luogo simbolo della città di Andria e della Fede Cristiana è esposto uno
splendido banner della Diocesi di Andria che promuove il Programma Pastorale
Diocesano 2013-2015 dal titolo “La Famiglia tra Lavoro e Festa”.
Se
quel banner rappresenta ancora un segno di speranza; se quel manifesto continua
a dirci che ancora non è tutto perduto allora significa che di tutti questi
lunghi anni di crisi economica, sociale e valoriale, nonostante le
liberalizzazioni, qualcosa di buono dovrebbe pur restare.
Largo
alla speranza!
Intanto
anche nella Provincia Bat molti negozi resteranno aperti il 1° maggio e mercati
che si svolgeranno “regolarmente” nel giorno della Festa del Lavoro a Canosa di
Puglia e a Margherita di Savoia.
*Presidente UNIMPRESA BAT
*vice-presidente
3^Consulta delle Attività Produttive,
Professioni, Arti e
Mestieri e dei Consumatori e Utenti
comune di Andria
*Componente effettivo
Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Andria