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giovedì 6 aprile 2017

BARLETTA : RICEVUTI DAL SINDACO CASCELLA A PALAZZO DI CITTÀ ALCUNI EX LAVORATORI INTERINALI DELLA BAR.S.A.

Sono stati ricevuti a Palazzo di Città, al cui ingresso stavano manifestando, alcuni ex lavoratori interinali della Bar.S.A. che richiedono la riammissione nella dotazione organica della società multiservizi con la quale sono in atto da 13 anni contenziosi ancora non risolti dal giudice del lavoro.
Il sindaco Pasquale Cascella, il segretario generale Anna Maria Guglielmi e il dirigente del settore Programmazione Economico Finanziaria dell’Ente Michelangelo Nigro, hanno richiamato la complessità della situazione anche alla luce dei nuovi interventi legislativi in materia di società partecipate.
Nel confermare la costante attenzione dell’Ente alla delicata situazione degli ex dipendenti, sono stati richiamati gli indirizzi che la società Bar.S.A. è tenuta ad osservare nell’autonomia delle scelte di gestione aziendale e con il controllo analogo da parte del Comune. Di qui l’esigenza che la stessa problematica dei contenziosi ancora in corso per gli ex lavoratori interinali possa essere affrontata sulla base di un piano industriale e di un piano delle assunzioni corrispondenti alla effettiva sostenibilità economica dell’azienda partecipata dal Comune.


martedì 21 giugno 2016

BARLETTA : SINDACO CASCELLA SU ACCOGLIENZA MIGRANTI

“Sarebbe un gran bel segnale, in questa Giornata mondiale del Rifugiato, se l’impegno in atto con l’accoglienza di 20 migranti richiedenti protezione internazionale riuscisse a diventare ancora più corale e investire, insieme alle tante associazioni di volontariato già all’opera, anche soggetti privati della Città, così come sta avvenendo in altre realtà della provincia Barletta Andria Trani.
Di fronte all’urgenza dell’arrivo sul territorio della Provincia di oltre duecento richiedenti asilo è intervenuta una innovativa convenzione diretta tra la Prefettura e il Comune di Barletta nel segno della collaborazione istituzionale e della condivisione delle responsabilità dell’accoglienza.
Ma bisogna andare oltre l’emergenza. Per l’immobile comunale da tempo in disuso in via Dimiccoli, nella Zona Maranco, sempre con la Prefettura si sta definendo un apposito contratto di comodato d’uso che consentirà, a seguito della disponibilità del Ministero dell’Interno a farsi carico dei lavori di manutenzione straordinaria, di adeguare rapidamente l’edificio per renderlo funzionale come Centro temporaneo di accoglienza rifugiati, in modo che le altre strutture possano essere utilizzate per le finalità a cui sono destinate.
Intanto, la Prefettura ha diffuso un avviso pubblico per raccogliere manifestazioni di interesse direttamente da parte di idonei operatori, a cui affidare i servizi di accoglienza sulla base dei principi fissati dalla legge per la protezione internazionale degli stranieri richiedenti protezione internazionale.

E’ una opportunità che anche i privati possono cogliere con una prova di solidarietà di impegno civile che coinvolga l’intera città.”

mercoledì 17 giugno 2015

BARLETTA : "La Bar.s.a. può diventare una risorsa non solo per il Comune"

"Arriva a compimento il processo di pubblicizzazione della società Bar.S.A. (Barletta Servizi Ambientali) - diamo pubblicazione all'intervento del sindaco, Pasquale Cascella, tenuto durante il Consiglio comunale di ieri, in apertura dei punti all'OdG sulla Bar.s.a. - avviato con l'acquisizione della quota di minoranza detenuta per lungo tempo da Manutencoop. Una volta preso definitivamente atto della volontà del socio privato di dismettere la propria partecipazione e liquidare la quota azionaria, abbiamo compiuto con convinzione la scelta dell'investimento pubblico nell'ambito del più ampio processo di spending review finalizzato a mettere ordine nella galassia delle "società partecipate" per contenere la spesa pubblica.

Abbiamo ritenuto doveroso valorizzare l'investimento compiuto a suo tempo dal Comune, evitando di chiuderci nel cortile di casa, con il rischio che una nuova stretta sulla spesa pubblica potesse mettere a repentaglio risorse preziose della collettività, mentre in tempi di crisi come questi c'è bisogno di garantire la tutela dell'occupazione e ogni potenzialità di sviluppo delle attività economico – produttive e sociali. Non è stato e non sarà un mero esercizio di contenimento dei costi: per questo sarebbe bastato limitarci a recepire nel nuovo Statuto della Bar.S.A. la diversa conformazione societaria. Abbiamo, invece, provveduto a una revisione più organica, proprio per raccogliere, insieme al Regolamento sul controllo analogo, le novità più rilevanti dell'indirizzo politico che associa il controllo dei costi all'efficienza e all'efficacia dei servizi per la collettività.

I ricavi complessivi nel 2014 della Bar.S.A., così come emerge dal suo bilancio, ammontano a 15,4 milioni di euro, rispetto a una spesa complessiva corrente di 57 milioni sul bilancio del Comune che, a fronte dei servizi erogati, hanno comunque un'incidenza in termini di Patto di Stabilità, anche se si tratta di servizi fondamentali per la collettività. Nella stessa ottica della migliore utilizzazione delle risorse pubbliche, si sancisce la riduzione dei componenti del Consiglio di Amministrazione dagli attuali 5 a 3, con la possibilità di rendere ancora più rigorosa la scelta con l'indicazione - che personalmente propongo e mi auguro possa essere condivisa dal Consiglio - per un amministratore unico. Dovendo la società assolvere a funzioni pubbliche, per favorire scelte che corrispondano alle esigenze di trasparenza, competenza ed economicità già messe in campo con l'acquisizione dell'intero capitale della società per la sua gestione in house, si ritiene opportuno raccogliere – sia pure in termini ristretti – manifestazioni d'interesse da parte di soggetti che intendano candidarsi per il Consiglio di amministrazione o l'amministratore unico.

Lungo la direzione che il legislatore ha inteso indicare, affidando alle società partecipate-controllate 'un ruolo essenziale per lo svolgimento delle funzioni fondamentali degli enti locali', il Comune di Barletta ha già intrapreso significative e innovative scelte sugli assetti strategici delle proprie Società. Il modello 'in house' così come previsto dai principi giurisprudenziali comunitari consente di affrontare, appunto in un'ottica di economicità, un Programma di razionalizzazione delle società partecipate locali nei servizi pubblici di rilevanza economica: non solo l'igiene urbana, ma anche la gestione degli immobili, del patrimonio naturale pubblico, dell'illuminazione pubblica, della manutenzione delle strade e altro ancora. Tutto questo all'interno della più complessa problematica dei servizi strumentali, che l'Amministrazione sta affrontando al di fuori delle vecchie logiche dell'extra canone, per ricondurla all'interno dei più rigorosi criteri fissati dalla normativa europea. La totale partecipazione pubblica, attraverso gli attuali e i futuri affidamenti rivisti proprio sulla base dei principi della spending review, consente alla Multiservizi di svolgere le attività riguardanti i Settori in cui nel tempo ha potuto sviluppare competenze, know how e professionalità specifiche con cui il Comune di Barletta può far fronte a un'azione pubblica flessibile, di qualità, in particolare in situazioni di emergenza che richiedono il pronto intervento sul territorio, sempre sul piano dell'efficienza, senza attendere i tempi tecnici degli affidamenti.

In questa prospettiva, Bar.S.A. può e deve diventare una risorsa non solo per il Comune di Barletta ma, grazie alla visione strategica fin qui perseguita, può essere anche volano di potenzialità e di espansione in altre realtà operanti sul territorio regionale, come hanno dimostrato le ultime indicazioni del Commissario regionale ad acta per la gestione unitaria dei servizi di igiene urbana dell'ARO. Il nuovo Statuto, infatti, prevede per la società la possibilità di azioni sul capitale con altri soci pubblici, prevalentemente altri Comuni, nel più ampio orizzonte della evoluzione delle norme generali e in relazione alle esigenze del territorio, a seguito della programmazione e delle modalità di gestione sia dei servizi sia dell'impiantistica nel campo della igiene urbana così come prevede la legge regionale istituita dagli Ambiti di raccolta ottimale (ARO) e, sul piano urbanistico, dagli Organi di governo d'ambito (OGA).

Sono questioni che riguardano l'assetto della società in relazione alle nuove norme legislative, sia per il rapporto tra la parte pubblica e - se dovessero emergere nuove possibilità funzionali all'interesse generale - quella privata, sia per conformare le strutture ai compiti istituzionali dell'Amministrazione nei diversi settori di intervento che sostanziano la ragione sociale di un investimento dell'intera città e di tutti i cittadini".

mercoledì 15 aprile 2015

BARLETTA : IL SINDACO CASCELLA REVOCA LE DIMISSIONI

Il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, ha inviato al Presidente del Consiglio comunale, chiedendogli di trasmetterla ai consiglieri, la seguente lettera di revoca delle dimissioni:

Il Consiglio comunale nella seduta di lunedì 13 aprile, nella quale ho avuto modo di comunicare le ragioni per cui lo scorso 25 marzo avevo presentato le dimissioni da sindaco,  ha approvato il bilancio di previsione 2015 che in base alla legge istitutiva dell’elezione diretta costituisce la verifica primaria del rapporto di fiducia del sindaco con l’assemblea. E’ stato un banco di prova particolarmente rilevante per una Amministrazione che da anni non riusciva a dotarsi per tempo della ordinaria strumentazione finanziaria: è possibile, così, superare il limite della spesa frazionata in dodicesimi, programmare le scelte, proseguire l’azione di risanamento dei conti pubblici, rilanciare le politiche di sostegno alla crescita e alla coesione sociale. Non sarà semplice. Per quanto qualificante sia il risultato dell’approvazione del bilancio, restano da rimuovere i tanti ostacoli - politici,  ma anche organizzativi e normativi - che hanno reso impervio il cammino dell’Amministrazione. Ma è stato indubbiamente un segnale della volontà di superare gli attriti e le tensioni manifestatisi nel tempo, da ultimo anche su atti particolarmente delicati quali quelli legati alla pianificazione e alla rigenerazione urbanistica della città. Il chiarimento intervenuto ha però consentito di recuperare con la maggioranza la fiducia rimasta sospesa. Non solo: pur nell’asprezza del confronto in Consiglio comunale, la dialettica con le minoranze ha permesso di restituire alla intera rappresentanza elettiva la piena agibilità della istituzione cittadina. La ripresa del cammino resta affidata alla consapevolezza che gli ostacoli al cambiamento e al rilancio della vita pubblica possono ora essere affrontati con una assunzione di responsabilità condivisa. Avverto, dunque, il dovere di corrispondere alla volontà espressa in tal senso dal Consiglio comunale con rinnovato spirito di servizio, revocando le dimissioni da sindaco presentate al Consiglio per il tramite del Presidente il 25 marzo 2015”.

giovedì 9 aprile 2015

BARLETTA : Il sindaco Pasquale Cascella sulle operazioni di sgombero delle palazzine occupate abusivamente

“E’ stata scritta una pagina di legalità oggi a Barletta, ma è bene essere pienamente avvertiti dei costi civili e sociali che si impongono per proseguire con rigore su questa strada. Tanto più dispiace che non sia stato accolto per tempo l’appello dell’Amministrazione rivolto agli occupanti abusivi in più occasioni, e da ultimo con la deliberazione approvata dalla Giunta giovedì scorso resa tempestivamente pubblica proprio per favorire una soluzione bonaria e pacifica. Lo sgombero forzato degli alloggi destinati già dal 2009 a cittadini anziani bisognosi, disposto stamane dall’Autorità Giudiziaria per porre fine a tutta una serie di comportamenti illeciti, è stato eseguito con capacità professionale e sensibilità umana dal personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale, dei Vigili del Fuoco, della Polizia comunale e di quella provinciale, evitando che le tensioni esplodessero con ancora più gravi conseguenze. Ora che si è finalmente voltato pagina rispetto all’abuso perpetrato ai danni della collettività, l’emergenza del disagio sociale non può che essere affrontata – ancora con l’ausilio di  assistenti sociali del Comune, di psicologi dell’ASL, di volontari della Croce Rossa e di altre associazioni – esclusivamente per il tempo strettamente necessario e con le misure urgenti concordate con la Prefettura. Si deve, insomma, far valere la consapevolezza che non c’è alternativa alla ricostituzione delle condizioni di legittimità dell’investimento per il recupero urbano nella delicata Area della ex Distilleria e nel più vasto territorio della 167. Per non metterlo a repentaglio, l’Amministrazione si è premurata di provvedere alla assegnazione degli alloggi ai cittadini anziani aventi diritto, nelle more del ripristino delle condizioni di abitabilità degli alloggi. Si può, così, ripartire con salde politiche di coesione sociale nel rispetto della legalità”.


giovedì 26 marzo 2015

BARLETTA : CONSEGNATE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE ED ALLA PREFETTURA LE DIMISSIONI DEL SINDACO CASCELLA

Il comandante della Polizia Locale, Savino Filannino, nella sua qualità di vice segretario generale, stante l’assenza per malattia del titolare Giovanni Procelli, ha formalmente comunicato al Prefetto Clara Minerva di aver ricevuto le dimissioni del sindaco Pasquale Cascella con nota introitata al protocollo comunale in data 25 marzo 2015 al n. 16283, e che le stesse sono state consegnate al presidente del Consiglio comunale Carmela Peschechera in pari data, pro manibus, oltre ad essere state inviate, sempre nella stessa data con posta certificata, alla Prefettura di Andria Barletta Trani.

BARLETTA : Ufficializzate dimissioni del Sindaco Cascella. "Non cederò...."

Sono state protocollate ieri sera, 25 marzo 2015, al termine della conferenza stampa tenutasi a Palazzo di Città, le dimissioni dalla carica di Sindaco di Pasquale Cascella. L’atto, indirizzato alla Presidente del Consiglio Comunale, al Segretario Generale del Comune e al Prefetto della Provincia Barletta-Andria-Trani, chiarisce le ragioni della decisione. Da ieri, dunque, decorrono i 20 giorni che la normativa riconosce al sindaco dimissionario per decidere se revocarle o meno: termine che scade il 14 aprile prossimo. La volontà di Pasquale Cascella, espressa ieri alla stampa, sarebbe quella, in quest’arco di tempo, di discutere le proprie dimissioni in un’apposita seduta di Consiglio comunale: tuttavia, ciò non è previsto dalla normativa per cui tale eventualità potrebbe non verificarsi.
Di seguito le motivazioni per le quali il primo cittadino Cascella ha deciso di interrompere il mandato ricevuto nel 2013: “In Consiglio Comunale si è avuta un’ulteriore manifestazione di mancata coesione della maggioranza politica che ha ricevuto dai cittadini il mandato di amministrare il Comune di Barletta. La dialettica politica su questioni dirimenti merita sempre rispetto, anche quando democraticamente produce esiti avversi, ma altrettanto rispetto credo sia dovuto alla responsabilità che l’Amministrazione comunque si è assunta di fronte al Consiglio, con la scelta di colmare – recuperando strumenti efficaci e regole trasparenti – gli enormi ritardi e i gravi guasti nella pianificazione urbanistica della città. E’ su questo piano che è venuto a mancare il reciproco rispetto tra le posizioni emerse all’interno della maggioranza.
Si è dunque creata una divaricazione politica che, nonostante l’evidenza della lesione, per giorni non si è inteso recuperare in modo da rinsaldare il vincolo contratto con gli elettori.
Per questo ho avvertito la diretta responsabilità di presentare al Consiglio comunale una mozione in cui, a partire dal riconoscimento della legittimità del voto precedentemente espresso da una diversa e trasversale maggioranza, richiedevo non una fiducia personale ma una fiducia politica sulla correttezza degli adempimenti compiuti e sulla coerenza con cui portare avanti il “progetto pilota” concordato con la Regione per adeguare gli strumenti urbanistici della città al Piano paesaggistico territoriale della Puglia.
C’era, e c’è, un enorme bisogno di chiarezza nei comportamenti politico – istituzionali, e non solo da parte della maggioranza elettorale. Purtroppo, il venir meno del numero legale non ha consentito una assunzione di responsabilità condivisa in Consiglio. Non posso che prenderne atto.
Altrettanto vale per la scelta della Conferenza dei capigruppo di vanificare la prevista riunione di questo pomeriggio (ieri, ndr) che avrebbe dovuto fissare la data del Consiglio comunale sul bilancio di previsione del 2015.
Ancora nei giorni scorsi avevo rivolto un pressante appello alle forze politiche a contribuire a “soluzioni più alte ed equilibri più avanzati rispetto ai processi politici convulsi” che hanno contrassegnato nel tempo l’attività del Consiglio comunale. Avevo indicato, appunto, la scadenza del bilancio di previsione – che l’Amministrazione ha puntualmente presentato ormai da 3 mesi – con la consapevolezza che questa è istituzionalmente anche la sede del bilancio politico e, quindi, l’occasione per una operazione di verità di fronte all’intera città. Pure questa prova, dunque, è stata pregiudicata.
Non è possibile cedere né rassegnarsi al logoramento della vita politica a Barletta. Sento, quindi, il dovere di essere personalmente conseguente, consegnando le mie dimissioni da sindaco al Consiglio comunale”.

venerdì 20 marzo 2015

BARLETTA : Cascella sulla situazione politica. "Non si può restare indifferenti di fronte al voto trasversale"

"L'opposizione in compagnia di un pezzo della coalizione che esprime l'amministrazione - che nell'ultimo Consiglio comunale ha impedito l'approvazione di una deliberazione tecnica, ma politicamente rilevante, quale quella riguardante i "primi adempimenti al Piano urbanistico territoriale tematico/paesaggistico" (Putt/p). Si è così consumato uno strappo che va subito ricucito per non compromettere  il rigoroso recupero degli strumenti con cui voltare pagina nella storia urbanistica della città.
È stato chiesto, nel corso dell'assemblea consiliare, cosa succede con la bocciatura del provvedimento. Non si poteva che rispondere semplicemente: "Niente". Ma sappiamo che quel “niente” persiste da anni, e in assenza di meccanismi trasparenti di governo del territorio si è insinuato il male oscuro che ha rovinato il corpo della città.
La verità, quindi, è esattamente rovesciata rispetto alla demagogia a cui si sono purtroppo abbandonati anche alcuni esponenti della maggioranza, se così si può ancora definire visto che è stato violato il vincolo di lealtà e di coesione contratto con il programma elettorale della coalizione e sancito dalle linee di mandato. 
Era e resta nero su bianco sul quel documento votato dal Consiglio: "Il fermo 'no' al ricorso a varianti indiscriminate al piano regolatore deve essere accompagnato dal rigoroso utilizzo degli strumenti urbanistici vigenti che muovono nella direzione della missione di rigenerazione affidata al Piano urbanistico generale". E questo è quel che l'Amministrazione ha cercato di fare, fin qui, con rigore e coerenza, in stretto rapporto con l'Assessorato regionale alla qualità del territorio: è stato detto un “no” chiaro agli abusi, all’incuria, insomma alla “mala edilizia” che in via Roma ha lasciato il suo marchio indelebile: guarda caso, uno spazio desolatamente  vuoto. Ma l’assenza a lungo consumata è stata pur colmata con il “si” alla buona pratica della rigenerazione e riqualificazione urbana dell’intero territorio cittadino.            
Per questo, mentre sono state negate le classiche varianti, sottoponendo a controllo tutti i procedimenti sospesi, si è scelto di recuperare la  pianificazione smarrita - dal piano delle coste (con diversi momenti partecipativi finalizzati proprio a contrastare le mire speculative con la valorizzazione dell’ambiente) alla complessa ricognizione della realtà del territorio (fino a includere Canne della Battaglia) - così da poter mettere in campo le necessarie azioni di riunificazione di tutte le aree urbane.
Si deve davvero ricordare che il Piano urbanistico territoriale tematico/paesaggistico avrebbe dovuto essere compiuto addirittura dal 2001? Erano "adempimenti" che non sono stati effettuati a tempo debito, e non sto a chiedermi chi si sia stracciato le vesti di fronte ai guasti che, intanto, sconvolgevano il  paesaggio urbano.
Qui sta la differenza tra le “autorizzazioni” che pure sono state concesse, e gli “adempimenti” che guarda caso non sono stati compiuti per tempo.
Rivendico, quindi, con orgoglio lo sforzo compiuto da questa Amministrazione teso a riprendere il filo della co-pianificazione con la Regione del 2012, e di aver, appunto, "adempiuto" in un pugno di mesi al dovere di recuperare tutti gli atti che mancavano, restituendo alla città le regole - si, le regole, perché senza quei copiosi elementi conoscitivi, i regimi vincolistici restano aleatori - con cui tutelare l’immagine storicamente consolidata della città nel nuovo assetto urbano.
Questo è quel che si è proposto al Consiglio comunale: di saldare l’anello di congiunzione tra il Piano Regolatore Comunale e il Piano Paesaggistico della Regione, in modo da "gestire" il passaggio a un Piano Urbanistico Generale con cui rigenerare e riqualificare il nostro territorio.
Volenti o nolenti i detrattori della delibera sottoposta alla valutazione del Consiglio comunale, quell’atto avrebbe consentito di disporre di una ricognizione dettagliata - dal mare alla campagna - delle caratteristiche storiche, culturali, idro-geo morfologiche, botaniche del territorio di Barletta. Grazie anche all’accurato lavoro di co-pianificazione intanto avviato con la Regione che proprio i nuovi “adempimenti” avrebbero consentito di portare a compimento. Invece, si è voluto renderli inutilizzabili con il voto di lunedì  scorso. Questo imporrebbe di restare fermi. Anzi, peggio: fin quando non si andranno a compiere i nuovi adempimenti - e sulla carta sarebbe disponibile un anno, ma i precedenti inducono al pessimismo - il Comune dovrebbe giocoforza rinunciare alla propria autonomia, consegnando la sua sovranità agli apparati tecnici regionali di volta in volta investititi del compito di  esprimere il parere di compatibilità paesaggistica sui provvedimenti aperti. Insomma, mentre noi non facciamo “niente” per gli “adempimenti”, altri sono chiamati a supplire tecnicamente alle “concessioni”.                    
E’ così che si favorirebbero la "partecipazione" e la "chiarezza" evocati in Consiglio Comunale - ma c'è anche chi si è trincerato in un rumoroso silenzio – per “coprire”  la sconcertante convergenza sulla conservazione dello status quo?
Si è di fatto consumato un vulnus sulle aspettative di cambiamento in un settore strategico della città. Ecco perché non ci si può rassegnare alla "bocciatura": non di un mero strumento tecnico, ma della responsabilità del governo del territorio cittadino. Questo, del resto, era il senso più autentico della sollecitazione a procedere agli “adempimenti” sia pure in extremis. Ma poiché qualcuno ha adombrato chissà quali “ingerenze”, paradossalmente questa volta ce ne vorrebbe una istituzionale, con la nomina da parte della Regione Puglia, di un commissario ad acta per l’approvazione di quanto il Consiglio comunale ha improvvidamente bocciato.
Resta, comunque, lo spirito dello sforzo che proprio con l'assessorato regionale, in queste ore, si sta compiendo per evitare di vanificare un lavoro che resta prezioso per la prospettiva. E’ emersa la disponibilità a verificare, su un tavolo tecnico aperto alle rappresentanze del Consiglio quali strumenti già predisposti per il Piano urbanistico territoriale tematico/paesaggistico possono, proprio perché già elaborati di concerto, essere riconosciuti coerenti con il Piano paesaggistico regionale e quali altri adempimenti debbono essere accelerati o aggiunti per adeguare in piena coerenza il Documento programmatico preliminare e procedere alla compiuta elaborazione del Piano urbanistico generale. Mi auguro che questa occasione sia colta da tutti: maggioranza e opposizione.
Si tratta, infatti, di un banco di prova ineludibile per ogni forza politica responsabile. L’Amministrazione di sicuro non intende sottrarsi. Gli assessori, a cominciare da chi attende alle Politiche del territorio, hanno rimesso nelle mani del sindaco il loro mandato. Ma la questione riguarda tanto più la strategia politica della stessa maggioranza: se continuasse a mostrarsi incapace di far valere, pur nella piena dialettica democratica, la coesione e il rispetto del vincolo contratto con gli elettori, verrebbe meno la sua ragione d'essere. E bisogna avere l'onestà politica di riconoscere che si è ormai al punto di non ritorno.
Non si può aspettare il Consiglio comunale dedicato al bilancio, che pure in altre occasioni di precaria sussistenza della maggioranza si è indicato essere dirimente.  Tale resta, ma il momento della verità non può tardare, visto che quel documento contabile, presentato non senza fatica nei termini di legge tre mesi fa, stenta a concludere il suo girovagare da una commissione all'altra, tra un parere e l’altro. Ora la scadenza è diventata impellente, anzitutto sul piano politico-amministrativo. Ed è una responsabilità a cui sentiamo di dover essere conseguenti, fino in fondo."

martedì 10 febbraio 2015

BARLETTA : "Consiglio comunale, la situazione è precipitata"

Lo spettacolo offerto questa mattina dal Consiglio comunale non può cadere nell’indifferenza. Eravamo tutti avvertiti del rischio che senza una assunzione di responsabilità condivisa la situazione sarebbe precipitata. I provvedimenti all’ordine del giorno c’entrano poco, perché riguardano semmai quel passato che pesa come una palla al piede del percorso di cambiamento che si impone. E rispetto al quale  non possiamo permetterci né di essere incerti né di subire incertezze. Per questo non ho remore nel riconoscere che la crisi si è di fatto aperta e vada affrontata con coraggio e con la consapevolezza dell’urgenza di una svolta che renda finalmente riconoscibili le volontà e le capacità di visione e coesione di tutte le forze politiche della coalizione. I componenti della Giunta comunale hanno già messo a disposizione i rispettivi incarichi, ma è il sindaco che si è presentato dinanzi agli elettori, e al sindaco spetta  essere conseguente al mandato ricevuto. Sono pronto a farlo: costi quel che costi. Soltanto pochi giorni fa avevo proposto alle forze politiche di metterci tutti alla ricerca di soluzioni più alte ed equilibri più avanzati rispetto ai processi politici convulsi degli ultimi giorni. Dispiace che quel pressante appello sia stato oggi vanificato. Ma un punto deve essere pur messo. Torno a ribadirlo: se c’è una proposta diversa, la si avanzi alla luce del sole. Anzi, da una seria proposta non si può più sfuggire. Qui e ora. C’è la scadenza della verifica pubblica sul bilancio che questa Amministrazione ha già presentato e sul quale chiede di essere giudicata, ben consapevole che, se non dovesse essere approvato, tutto azzera. Al di là del bilancio contabile, sia questo  il momento del bilancio politico, su tutto: quel che è stato fatto, poco o tanto che sia, e quel che si deve ancora fare, sicuramente molto, ma con inequivocabili assunzioni di responsabilità sul come e su chi si ritiene essere meglio capace di attuarla. Diventi, insomma, l’occasione per l’operazione di verità di fronte all’intera città.

lunedì 9 febbraio 2015

BARLETTA : Stallo amministrativo. " Per uscirne ci vuole un atto chiaro. Chiedere la fiducia ! "

"Non capisco il motivo per cui debba essere ritenuto in qualche modo responsabile dell'impasse di cui è vittima l'amministrazione comunale di Barletta. Vorrei chiarire una volta per tutte che non sto facendo alcun braccio di ferro, che non tengo sotto scacco e non ricatto nessuno, men che meno il sindaco Cascella e la sua amministrazione comunale. Non mi sono candidato per due volte al consiglio comunale, rispettando peraltro il codice etico del mio partito, poiché innanzitutto volevo lasciare spazio ai giovani e poi perché intendevo fermamente restare fuori da queste dinamiche che ormai da tempo immemore rendono impossibile il governo della nostra città".

"L'amministrazione comunale deve essere totalmente indipendente rispetto alle elezioni regionali", aggiunge Mennea. "Rallentare la macchina amministrativa e quindi lo sviluppo della città in nome di un dualismo sarebbe contro i miei principi. Il sindaco Cascella ha tutto il mio sostegno e vorrei aiutarlo ad uscire da questo vicolo cieco per il bene della città ma, a mio parere (non è un diktat o un ricatto), ha il dovere di reagire con un atto politico forte ed inequivocabile. Chiedere la fiducia in consiglio comunale? Chiedere ai gruppi consiliari di essere presenti pena l'esclusione dalla giunta? Rassegnare le dimissioni e nei venti giorni successivi cercare un riequilibrio? Scelga lui la via migliore, valutando anche altre soluzioni, ma è fondamentale che il primo cittadino, capo della coalizione politica oltre che dell'amministrazione, dia una scossa e reagisca al tentativo di ingabbiamento in atto".

"In tempi non sospetti avevo invitato l'allora candidato sindaco a far tesoro della lezione derivata dalla caduta del sindaco Maffei, ma quel consiglio non è stato recepito e ora stiamo assistendo allo stesso immobilismo già vissuto con il Maffei-bis. Sono già due volte che i provvedimenti passano grazie alla stampella dell'opposizione. E la città è giustamente stanca ed esasperata da questo stucchevole balletto che ha il sapore di un film già visto e rivisto. Certo è che se Cascella non viene messo nelle condizioni di operare difficilmente potrà mettere in pratica le sue pur valide idee", sottolinea il consigliere regionale del Pd.

"Mi piacerebbe davvero vedere il consiglio comunale discutere di temi importanti, di sviluppo, lavoro, piano regolatore, qualità della vita soprattutto nei quartieri periferici come la zona 167, servizi al cittadino e via dicendo. Ma le assenze impediscono tutto ciò, che altro non è che la normale attività di un consiglio comunale e di un'amministrazione, costretta ora a licenziare provvedimenti e atti che sembrano più di routine che di sostanza", conclude Mennea. "Da questa impasse si esce soltanto con una presa di posizione netta, diversamente vuol dire che si preferisce tirare a campare"


Consigliere Regionale Ruggiero Mennea

giovedì 5 febbraio 2015

BARLETTA : Il sindaco esprime preoccupazione per le condizioni politiche dell'amministrazione

Come si fa a non essere preoccupati per le condizioni politiche e organizzative in cui l'Amministrazione è costretta ad operare? La situazione è "insostenibile" in primo luogo per chi ha l'onere - oltre che l'onore - di guidare il Comune tra "assenze", "sordità", "stalli burocratici", "teatrini" e veti politici", per richiamare solo alcune delle crude espressioni con cui una delle componenti della maggioranza ha chiesto "un definitivo ed improcrastinabile chiarimento politico-amministrativo".                  Bene, faccio mia questa esigenza. E chiedo a mia volta che non si perda ulteriore tempo: se questa è la realtà, ciascuno è in grado di valutare le responsabilità proprie e quelle altrui, verificare le cause e gli effetti, avvertire l’urgenza, soprattutto scegliere se e come essere conseguenti nel far fronte  - con lealtà e coesione nella maggioranza, e, tra maggioranza e opposizione, con reciproco rispetto istituzionale - alle criticità persistenti e al cambiamento necessario. Senza giocare allo scavalco o, peggio, allo scaricabarile, ma dando conto dei rispettivi comportamenti, e delle conseguenze che inevitabilmente rischierebbero di delegittimare non solo l’Amministrazione ma l’intera coalizione e l’insieme del Consiglio comunale. A meno che non si punti proprio allo sfascio. In tal caso, è giusto che i cittadini ne siano avvertiti.
Tanto più si impone una riflessione franca, a partire dalla semplice cronaca degli ultimi giorni. Venerdì scorso, prima ancora dell'apertura dei lavori dell'ultimo Consiglio comunale, quindi al di là della verifica formale sulla capacità (o volontà) della maggioranza di assicurare l'autosufficienza del numero legale, avevo avuto l'"umiltà politica" - mi ero espresso esattamente in questi termini - di rivolgere alle opposizioni l'appello a partecipare ai lavori. Non per sopperire ai costanti vuoti nei banchi della maggioranza, ma proprio per il carattere generale, e non di parte, delle decisioni che si era chiamati ad adottare.
Non è meno doverosa,  credo,  la responsabilità istituzionale delle opposizioni di misurarsi con il primato del bene pubblico, anche se è comodo invocare le dimissioni del sindaco e disertare il campo delle proposte e del confronto.
In quel Consiglio comunale solo un gruppo, quello socialista, e una consigliera che da qualche tempo si è distaccata da una opposizione sterile, hanno avvertito l'esigenza di corrispondere alla "cortesia istituzionale" assicurando la propria presenza e consentendo almeno l'approvazione dei provvedimenti considerati più di interesse collettivo. La minoranza di centrodestra, invece, è sfuggita davanti alla condivisione di responsabilità generali, con un atto che può apparire - specularmente all' “umiltà” professata - di "arroganza politica".
Tant'è: la vita democratica è scandita da momenti elettorali in cui ognuno è chiamato a dar conto degli "stracci" di casa propria. Personalmente ritengo che la comunità cittadina meriti di più: non strumentalizzazioni ma assunzioni di responsabilità su problemi annosi, irrisolti anche a causa di logiche e interessi particolari, oltre che per l'indifferenza ai limiti e ai vincoli in cui sono costrette ad operare le amministrazioni pubbliche.
Credo che questa realtà, ben nota a chi ricopre responsabilità pubbliche, valga a maggior ragione rispetto alle questioni di “trasparenza”, di "incompatibilità" se non di "conflitto di interesse" per gli incarichi affidati a questo o quel dirigente sollevata negli stessi frangenti. Ci si deve pur misurare con un apparato amministrativo condizionato da organici bloccati (5 dirigenti sui 15 di una volta), competenze frammentate (per il mancato turn over ai più vari livelli) e procedure complesse e mutevoli (come quelle che hanno indotto a revocare un avviso di mobilità volontaria), per non dire dell’affanno, delle tensioni e - perché no - dei rischi che gravano sui dirigenti al punto da indurre persino alla rimessa dell’incarico.
I necessari e opportuni correttivi non possono che fare perno sulle norme attivabili, sulle risorse finanziarie recuperabili, sulla riprogrammazione del fabbisogno di personale, sugli interventi di innovazione. Altrimenti, la macchina amministrativa rischierebbe di ingolfarsi anziché essere rimessa in carreggiata.
Ma non è mai troppo tardi, come si dice, per recuperare coerenza e autorevolezza alla funzione pubblica e alla stessa dialettica politica. Guardando al merito dei problemi. Non con la logica dei due tempi, ma qui  e ora.
Personalmente non faccio finta di niente, e se debbo proprio girare la testa vorrei guardare avanti, non indietro: il passato pesa, semmai, sui debiti fuori bilancio e i provvedimenti incompiuti su cui il Consiglio comunale è chiamato ancora a pronunciarsi. Ho già detto che non diserto il campo, anche a costo di dover affrontare incomprensioni e disimpegni. Chi crede che la politica non debba mai regredire, sa che si può essere chiamati a pagare anche questi prezzi. Ma appartiene all’etica del dovere lo stesso richiamo alla chiarezza che ripropongo alle forze politiche, sociali e culturali perché il confronto abbia al centro gli interessi della città. Si apra, dunque, alle scelte per il risanamento, la salvaguardia dei servizi pubblici essenziali, la bonifica e la rigenerazione del territorio, il rilancio della economia, la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e ambientale.       
Su questo terreno l’Amministrazione sta provando a segnare una inversione di tendenza, consapevole di limiti propri e di obbiettive difficoltà. Per superarle con soluzioni di qualità: chi ritiene di averne di migliori e ha l’interesse e la capacità di mettere in campo professionalità più elevate ed equilibri più avanzati, può ben prospettarli ai cittadini che continuano a lanciare segnali di consapevolezza, prima ancora che a un sindaco interessato al sostegno di una coalizione che sa rispettare il mandato elettorale.

La sede non manca: il Consiglio comunale, innanzitutto. Si riempiano quei vuoti, si discuta, ci si confronti. Incalza, peraltro, una occasione determinante: il bilancio. Era stato chiesto all'Amministrazione di evitare un'altra gestione amministrativa per dodicesimi, che inevitabilmente costringe l’azione pubblica a rallentare piuttosto che correre. Ebbene, la giunta ha approvato il bilancio di previsione per tempo, e ora attende che sia esaminato in Consiglio comunale. Diventi, insomma, questa la cantina di tornasole della capacità di coesione politica. Senza pregiudiziali, ma nemmeno pregiudizi, tanto più che un'amministrazione decade automaticamente se non supera questa prova di verità.  Chi condivide la volontà di un riscatto dell'azione politica, se ne assuma la responsabilità. Altrimenti si rischia solo di “azzerare” la credibilità del cambiamento possibile.

Sindaco di Barletta Pasquale Cascella