L’attenzione dei militari della Compagnia CC di Andria nei confronti del narcotraffico non si ferma e, nella giornata di ieri, in Minervino Murge (BT), ha consentito di inferire un duro colpo allo smercio di stupefacenti nell’area murgiana, rivelatasi avamposto dello smistamento di droga per altre località del territorio nazionale.
I militari del Nucleo Operativo e della Stazione CC di Minervino Murge, infatti, coadiuvati da un’unità cinofila del Nucleo CC di Modugno (BA), in particolare il cane Boss, dando esito operativo ad un attento ed incessante monitoraggio del territorio, decidevano di sottoporre a perquisizione un giovane incensurato, 35enne originario di Cerignola (FG) ma residente nella cittadina murgiana, operaio presso un oleificio locale.
Fin dall’inizio delle operazioni, appariva evidente l’agitazione dell’uomo che, a seguito del controllo sulla persona e sullo scooter, veniva trovato in possesso di 2 grammi di cocaina e, occultati sotto il sellino, di un pezzo di hashish del peso di circa 20 grammi.
L’attività informativa e di controllo del territorio sviluppata dai militari nei giorni precedenti, in ogni caso, induceva gli stessi ad approfondire la verifica anche presso il domicilio e presso l’oleificio di cui era dipendente e nel quale disponeva di un ripostiglio per le esigenze personali.
L’intuito investigativo risultava giusto e la sagacia del cane Boss premiante. All’interno del ripostiglio, infatti, sotto una “batteria” (strumento musicale a percussioni), venivano trovate due valigie chiuse con lucchetto, la cui chiave era in possesso del perquisito e, vista l’insistenza del cane, si decideva di aprirle per verificarne il contenuto. A quel punto venivano “scovati” 56 panetti di hashish, del peso di circa 450 grammi cadauno, rivestiti in cellophane e pronti per la grande distribuzione presso altre piazze del narcotraffico, per un peso complessivo di circa 23 kg., per un valore, al dettaglio, di quasi 250.000,00 euro.
Dell’illecita detenzione, come appurato in sede di immediato indagini esperite, i proprietari dell’oleificio erano del tutto all’oscuro.
L’approfondimento presso il domicilio minervinese dell’operaio, inoltre, consentiva di evincere anche il volume d’affari dello smercio da lui gestito. All’interno di una piccola cassaforte domestica, infatti, venivano rinvenuti ben 38.000 euro in contanti, sottoposti a sequestro poiché ritenuti il provento dell’attività delittuosa.
Arrestato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio, il giovane su disposizione della Procura di Trani (BT) è stato tradotto in carcere a disposizione dell’A.G..
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