Se la notizia, riportata dalla
gazzetta, di una fuoriuscita di fumi con isotropi radioattivi e
tossici dalla Cementeria lo scorso maggio dovesse essere vera,
sarebbe un fatto di una gravità inaudita, saremmo oltre il disastro
ambientale, ci troveremmo difronte al rischio di una catastrofe.
Se questa denuncia è partita da un
operaio dello stabilimento significa che anche tra i lavoratori c’è
la consapevolezza che non si può più continuare così, con una
città immersa fino al collo in una crisi ambientale che durerà
molti anni se non dovesse essere invertita la rotta.
Noi abbiamo sempre rimarcato la
necessità di tutelare i lavoratori e non certo multinazionali che
hanno un notevole impatto sulla salute della popolazione e
sull’ambiente.
Cittadini che stando ai numerosi
commenti sui social network, sembra si stiano svegliando dal loro
torpore e dall’assuefazione allo status quo, visti i dati emersi
sull’aumento della mortalità del 25% in 3 anni nel periodo tra il
2011 e il 2014, mentre nel resto della Regione si è verificato un
aumento del solo 2,9% e l’aumento degli aborti spontanei(il doppio
rispetto al dato regionale).
La sola a restare indifferente e
immobile, nonostante abbia il potere di intervenire per incominciare
a cercare delle soluzioni che possano affrontare le numerose
emergenze, è la classe politica di questa città.
Bisogna tornare indietro di un po’ di
anni, alla nostra battaglia vinta contro la realizzazione di una
centrale a biomasse di 56 MW( di fatto un vero e proprio
inceneritore) promossa dall’allora amministrazione Maffei, per
comprendere quanto la classe politica abbia cercato in tutti i modi
di rimuovere la questione ambientale dal dibattito politico.
Quasi 10 anni fa affermavamo la
necessità di riconvertire un modello industriale ormai obsoleto e
incentrato su industrie multinazionali ad alto impatto ambientale,
con una nuova propensione a trasformare la nostra città in una
piattaforma per lo smaltimento dei rifiuti attraverso l’incenerimento
e il conferimento in discarica.
Denunciavamo inoltre che tutto questo
ci avrebbe portato a fare i conti con una crisi sociale e ambientale
di proporzioni enormi, mentre la classe politica negava
spudoratamente l’esistenza di un problema di tal genere,
accusandoci di creare facili allarmismi.
Oggi si continua imperterriti a
rimuovere la questione, con un’amministrazione Cascella e un
Partito Democratico che facendosi dettare la linea politica dalla
Confindustria( a cui fanno capo le aziende insalubri), decidono di
stravolgere la delibera di iniziativa popolare sul monitoraggio
ambientale delle aziende insalubri promossa dal Forum Salute e
Ambiente e di portare in Consiglio Comunale una nuova versione che
nulla ha a che vedere con quella originale.
Certo fa sorridere leggere gli
interventi sulla stampa e sui social network di esponenti di primo
piano della politica cittadina che parlano di affrontare i problemi
ambientali e di aprire un confronto, mentre i propri consiglieri di
riferimento nell’assise comunale si apprestano ad affossare una
proposta di delibera che potrebbe finalmente gettare le basi per
individuare i veri responsabili della crisi ambientale e sanitaria.
E’ la seconda volta che
l’amministrazione comunale tenta di portare e approvare in
Consiglio Comunale una delibera farlocca, lo ha fatto lo scorso marzo
e solo grazie alla mobilitazione dei movimenti si è impedito che
fosse approvata.
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